Topic Politico
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Re: Topic Politico
A me sta sul cazzo la Boldrini, ma non mi pare che il suo vice (Di Maio) sia migliore di lei eh. Non so chi lo diceva, ma ha curiosamente ragione: "La Presidenza della Camera rovina le persone".
muccy- Manchester 2003
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Re: Topic Politico
non è una gara a chi è meno peggio ... questa storia delle quote rose è un argomento del tutto inutile a mio avviso, ci sarebbero cose più importanti a cui pensare... fotte una sega chi c'è in parlamento, se uomo o donna... a me interessa come lavorano.
ma soprattutto se la richiesta viene da chi "lotta" contro il maschilismo mi fa ridere perchè è una richiesta dove sei tu donna che ti metti su un piano di inferiorità e hai bisogno di chiedere dei posti ... è un controsenso unico.
secondo me dovresti lottare per far capire che tu donna puoi stare nei posti di potere degnamente e di sicuro la boldrini non aiuta in questo, comincia a fare il tuo lavoro al di sopra delle parti e senza prendere sempre posizioni nette contro alcuni ... ne gioverebbe lei e le prossime donne che diventeranno Presidente della Camera.
ma soprattutto se la richiesta viene da chi "lotta" contro il maschilismo mi fa ridere perchè è una richiesta dove sei tu donna che ti metti su un piano di inferiorità e hai bisogno di chiedere dei posti ... è un controsenso unico.
secondo me dovresti lottare per far capire che tu donna puoi stare nei posti di potere degnamente e di sicuro la boldrini non aiuta in questo, comincia a fare il tuo lavoro al di sopra delle parti e senza prendere sempre posizioni nette contro alcuni ... ne gioverebbe lei e le prossime donne che diventeranno Presidente della Camera.
PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
«ABBIAMO 100 GIORNI PER CAMBIARE. SARÀ UN’ITALIA PIÙ LEGGERA QUELLA CHE A LUGLIO GUIDERÀ L’EUROPA»
«Mille euro in più all’anno a chi guadagna fino a 1.500 euro al mese»
Renzi annuncia i nuovi provvedimenti a sostegno dell’economia: diminuzione del carico fiscale per i lavoratori, riforme costituzionali, riduzione dell’Irap e più tasse sulle rendite
Dieci miliardi di riduzione del cuneo fiscale tutti a favore dei lavoratori, in particolare quelli che hanno stipendi netti fino a 1.500 euro al mese i quali, già dal 1° maggio, si ritroveranno una busta paga più pesante che garantirà loro un maggiore guadagno di circa mille euro all’anno. È questo il punto principale tra quelli affrontati dal lungo Consiglio dei ministri di mercoledì che ha affrontato tutti i principali nodi legati alle riforme e agli interventi per il rilancio dell’economia. Il provvedimento sul cuneo fiscale, che non viene dunque indirizzato alle imprese, avrà una portata di 10 miliardi di euro e secondo il premier Matteo Renzi sarà in grado di dare una scossa al sistema economico nazionale. Non da solo: il premier ha illustrato in una conferenza stampa - la prima di Palazzo Chigi con hashtag ad hoc (#lasvoltabuona) e slide proiettate - tutta una serie di provvedimenti piccoli e grandi finalizzati a rimettere in movimento l’economia con finanziamenti a progetti specifici, fondi ad hoc e aiuti alle imprese.
I cento giorni
Renzi ha promesso un lavoro «serio e articolato» e «100 giorni di lotta durissima» per cambiare pubblica amministrazione, fisco e giustizia e arrivare al primo luglio, giorno di inizio del semestre di presidenza italiana della Ue, con i conti in ordine e una struttura più leggera. E prima di allora dovranno essere affrontate molte questioni nei campi di politica, economia e occupazione, a partire da riforma della legge elettorale (oggi l’Italicum ha ottenuto il primo via libera alla Camera e ora la parola passa al Senato) e dalle riforme costituzionali, in primis l’abolizione del Senato. E poi la riforma del titolo V con l’abolizione della legislazione concorrente, ovvero la sovrapposizione di funzioni tra Regioni e Stato Centrale.
L’asta delle auto blu
Renzi ha poi snocciolato una lunga serie di provvedimenti di carattere economico che l’esecutivo ha previsto per il breve termine. «Dal 26 marzo al 16 aprile - ha spiegato ad esempio - le auto blu andranno all’asta come abbiamo fatto a Firenze. Sono oltre 1500. Dal 26 marzo “venghino signori, venghino” andranno all’asta». Il premier ha poi garantito lo sblocco «immediato e totale» dei debiti della pubblica amministrazione: «22 miliardi già pagati - ha sottolineato - e 68 miliardi che pagheremo entro luglio». Un’altra misura a favore delle piccole e medie imprese è uno stanziamento di 500 milioni di euro in più per il fondo di garanzia per la lotta al credit crunch, «vero o presunto che sia e che ha già garantito 10 miliardi di accesso al credito». Un altro fronte di intervento sarà quello dell’utilizzo dei fondi europei già stanziati: «Tutte le volte diciamo “ce lo chiede l’Europa” e mettiamo una serie di vincoli. L’Europa ci chiede di spendere bene i soldi che abbiamo bloccato e che investiremo da subito: 3 miliardi».
«Mille euro in più all’anno»
Renzi, come detto, ha poi promesso sgravi fiscali che dovrebbero portare mille euro netti in più all’anno a chi guadagna meno di 1.500 euro al mese, ovvero circa 25 mila all’anno, una platea che riguarda, secondo le stime del governo, circa 10 milioni di italiani tra cui, ha puntualizzato, «anche un po’ di ceto medio». Il provvedimento, che dovrebbe avere effetto dal 1° maggio («per il 1 aprile non ci sono i tempi tecnici da punto di vista della strumentazione dei Ced per adeguare le buste paga» ha detto il premier, aggiungendo: «Non je a famo»), è rivolto a persone che hanno contratti da lavoro dipendente o parasubordinato, si concretizzerà mediamente in un aumento di circa 85 euro al mese e avrà un costo di circa 10 miliardi. La copertura di questa somma arriverà «dal risparmio di spesa», da altre manovre di bilancio e, ha assicurato il premier, «senza aumento di tassazione». «Sarà lo Stato - ha precisato - a stringere un po’ la cinghia».
Il nodo delle coperture
Il dettaglio dei numeri sarà nel Def che sarà presentato nei prossimi giorni, ma già il premier ha cercato di dare un’idea delle possibili fonti di raccolta della somma necessaria precisando che circa 7 miliardi arriveranno dalla spending review (e a tale proposito ha annunciato che parallelamente al Def sarà reso pubblico anche il piano per la revisione di spesa elaborato dal commissario Cottarelli). Si potrà poi utilizzare parte del margine l’attuale 2,6% e il 3% di rapporto massimo tra deficit e pil («che nessuno si sogna di superare») che vale fino a 6 miliardi («ma che non intendiamo utilizzare per intero»). E altri 2,2 miliardi di margine dovrebbero arrivare dalla riduzione del costo del debito derivante dalla riduzione dello spread che è calcolato su 250 punti base mentre l’obiettivo del governo è che esso non vada mai oltre i 200.
Lo scambio Irap-rendite
Il capo dell’esecutivo ha poi parlato della diminuzione dell’Irap che sarà realizzata mediante una sorta di scambio tra un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 26%, portandola così ad essere in linea con le medie europee, e una riduzione del 10% dell’imposta che grava sulle imprese, per un valore di circa 2,6 miliardi. «Non si toccano i titolo di Stato, non si toccano i Bot» ha però precisato il premier. Questa misura è aggiuntiva rispetto ai 10 miliardi da accantonare per il cuneo fiscale, ovvero l’operazione mille euro sopra citata.
Gli altri provvedimenti
Tra gli altri interventi annunciati ci sono «dal 1° giugno 500 milioni di fondo per le imprese sociali, per chi vuole creare imprese sociali» e un aumento di 600 milioni del credito di imposta per i ricercatori con l’obiettivo, da qui al 2018, di «creare 100.000 posti di lavoro». E, ancora per le piccole e medie imprese, una riduzione del 10% del costo dell’energia - oggi pari a 14 miliardi di euro - «attraverso la rimodulazione del paniere della bolletta energetica».
Il piano per le scuole
«La scuola - ha detto ancora Renzi - è il luogo da cui riparte la comunità per uscire dalla crisi non con le slides ma con la centralità della formazione scolastica». Per questo motivo è stato previsto un piano da 3,5 miliardi per investimenti nel campo della sicurezza e dell’edilizia scolastica. Dal 1° aprile, ha poi spiegato, sarà attiva a Palazzo Chigi l’unità di missione per le scuole annunciata nei giorni scorsi. E quanto agli investimenti che anche gli enti locali realizzeranno in questo campo «abbiamo trovato il modo per farli uscire dal patto di stabilità interno», consentendo così a comuni e province virtuose di programmare nuovi investimenti.
La riforma del lavoro
Capitolo riforma del lavoro: il governo prevede di realizzare l’annunciata riforma mediante un decreto legge ed un disegno di legge. Il secondo sarebbe «una delega per riorganizzare l’intero sistema e sarà il Parlamento a discuterne», ma servirà per riordinare «l’intero sistema del lavoro dall’assegno un disoccupazione, al salario minimo, agli ammortizzatori, alla tutela delle donne in maternità». In sostanza il «Jobs Act» di cui si parla orma da diverse settimane. Nel frattempo è stato approvato un decreto legge che prevede semplificazioni nell’apprendistato e nei contratti a termine. Questi ultimi potranno durare al massimo tre anni e saranno applicabili senza causale per un massimo del 20% sul totale dei lavoratori.
Il piano casa e gli affitti concordati
Il governo ha anche varato il piano casa da 1,7 miliardi, che prevede tra l’altro agevolazioni fiscali per chi destina alloggi ad affitto di residenza sociale, 467 milioni per l’edilizia popolare, l’incremento fino a 200 milioni di euro del fondo per gli affitti concordati per i quali è prevista anche una riduzione della cedolare secca dal 10 al 15%. Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha poi prospettato «la possibilità di vendere gli alloggi ex Iacp», così da reperire risorse per la «riqualificazione, ristrutturazione o costruzione di alloggi per rispondere all’emergenza abitativa».«ABBIAMO 100 GIORNI PER CAMBIARE. SARÀ UN’ITALIA PIÙ LEGGERA QUELLA CHE A LUGLIO GUIDERÀ L’EUROPA»
«Mille euro in più all’anno a chi guadagna fino a 1.500 euro al mese»
Renzi annuncia i nuovi provvedimenti a sostegno dell’economia: diminuzione del carico fiscale per i lavoratori, riforme costituzionali, riduzione dell’Irap e più tasse sulle rendite
shadow
Dieci miliardi di riduzione del cuneo fiscale tutti a favore dei lavoratori, in particolare quelli che hanno stipendi netti fino a 1.500 euro al mese i quali, già dal 1° maggio, si ritroveranno una busta paga più pesante che garantirà loro un maggiore guadagno di circa mille euro all’anno. È questo il punto principale tra quelli affrontati dal lungo Consiglio dei ministri di mercoledì che ha affrontato tutti i principali nodi legati alle riforme e agli interventi per il rilancio dell’economia. Il provvedimento sul cuneo fiscale, che non viene dunque indirizzato alle imprese, avrà una portata di 10 miliardi di euro e secondo il premier Matteo Renzi sarà in grado di dare una scossa al sistema economico nazionale. Non da solo: il premier ha illustrato in una conferenza stampa - la prima di Palazzo Chigi con hashtag ad hoc (#lasvoltabuona) e slide proiettate - tutta una serie di provvedimenti piccoli e grandi finalizzati a rimettere in movimento l’economia con finanziamenti a progetti specifici, fondi ad hoc e aiuti alle imprese.
I cento giorni
Renzi ha promesso un lavoro «serio e articolato» e «100 giorni di lotta durissima» per cambiare pubblica amministrazione, fisco e giustizia e arrivare al primo luglio, giorno di inizio del semestre di presidenza italiana della Ue, con i conti in ordine e una struttura più leggera. E prima di allora dovranno essere affrontate molte questioni nei campi di politica, economia e occupazione, a partire da riforma della legge elettorale (oggi l’Italicum ha ottenuto il primo via libera alla Camera e ora la parola passa al Senato) e dalle riforme costituzionali, in primis l’abolizione del Senato. E poi la riforma del titolo V con l’abolizione della legislazione concorrente, ovvero la sovrapposizione di funzioni tra Regioni e Stato Centrale.
L’asta delle auto blu
Renzi ha poi snocciolato una lunga serie di provvedimenti di carattere economico che l’esecutivo ha previsto per il breve termine. «Dal 26 marzo al 16 aprile - ha spiegato ad esempio - le auto blu andranno all’asta come abbiamo fatto a Firenze. Sono oltre 1500. Dal 26 marzo “venghino signori, venghino” andranno all’asta». Il premier ha poi garantito lo sblocco «immediato e totale» dei debiti della pubblica amministrazione: «22 miliardi già pagati - ha sottolineato - e 68 miliardi che pagheremo entro luglio». Un’altra misura a favore delle piccole e medie imprese è uno stanziamento di 500 milioni di euro in più per il fondo di garanzia per la lotta al credit crunch, «vero o presunto che sia e che ha già garantito 10 miliardi di accesso al credito». Un altro fronte di intervento sarà quello dell’utilizzo dei fondi europei già stanziati: «Tutte le volte diciamo “ce lo chiede l’Europa” e mettiamo una serie di vincoli. L’Europa ci chiede di spendere bene i soldi che abbiamo bloccato e che investiremo da subito: 3 miliardi».
«Mille euro in più all’anno»
Renzi, come detto, ha poi promesso sgravi fiscali che dovrebbero portare mille euro netti in più all’anno a chi guadagna meno di 1.500 euro al mese, ovvero circa 25 mila all’anno, una platea che riguarda, secondo le stime del governo, circa 10 milioni di italiani tra cui, ha puntualizzato, «anche un po’ di ceto medio». Il provvedimento, che dovrebbe avere effetto dal 1° maggio («per il 1 aprile non ci sono i tempi tecnici da punto di vista della strumentazione dei Ced per adeguare le buste paga» ha detto il premier, aggiungendo: «Non je a famo»), è rivolto a persone che hanno contratti da lavoro dipendente o parasubordinato, si concretizzerà mediamente in un aumento di circa 85 euro al mese e avrà un costo di circa 10 miliardi. La copertura di questa somma arriverà «dal risparmio di spesa», da altre manovre di bilancio e, ha assicurato il premier, «senza aumento di tassazione». «Sarà lo Stato - ha precisato - a stringere un po’ la cinghia».
Il nodo delle coperture
Il dettaglio dei numeri sarà nel Def che sarà presentato nei prossimi giorni, ma già il premier ha cercato di dare un’idea delle possibili fonti di raccolta della somma necessaria precisando che circa 7 miliardi arriveranno dalla spending review (e a tale proposito ha annunciato che parallelamente al Def sarà reso pubblico anche il piano per la revisione di spesa elaborato dal commissario Cottarelli). Si potrà poi utilizzare parte del margine l’attuale 2,6% e il 3% di rapporto massimo tra deficit e pil («che nessuno si sogna di superare») che vale fino a 6 miliardi («ma che non intendiamo utilizzare per intero»). E altri 2,2 miliardi di margine dovrebbero arrivare dalla riduzione del costo del debito derivante dalla riduzione dello spread che è calcolato su 250 punti base mentre l’obiettivo del governo è che esso non vada mai oltre i 200.
Lo scambio Irap-rendite
Il capo dell’esecutivo ha poi parlato della diminuzione dell’Irap che sarà realizzata mediante una sorta di scambio tra un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 26%, portandola così ad essere in linea con le medie europee, e una riduzione del 10% dell’imposta che grava sulle imprese, per un valore di circa 2,6 miliardi. «Non si toccano i titolo di Stato, non si toccano i Bot» ha però precisato il premier. Questa misura è aggiuntiva rispetto ai 10 miliardi da accantonare per il cuneo fiscale, ovvero l’operazione mille euro sopra citata.
Gli altri provvedimenti
Tra gli altri interventi annunciati ci sono «dal 1° giugno 500 milioni di fondo per le imprese sociali, per chi vuole creare imprese sociali» e un aumento di 600 milioni del credito di imposta per i ricercatori con l’obiettivo, da qui al 2018, di «creare 100.000 posti di lavoro». E, ancora per le piccole e medie imprese, una riduzione del 10% del costo dell’energia - oggi pari a 14 miliardi di euro - «attraverso la rimodulazione del paniere della bolletta energetica».
«La scuola - ha detto ancora Renzi - è il luogo da cui riparte la comunità per uscire dalla crisi non con le slides ma con la centralità della formazione scolastica». Per questo motivo è stato previsto un piano da 3,5 miliardi per investimenti nel campo della sicurezza e dell’edilizia scolastica. Dal 1° aprile, ha poi spiegato, sarà attiva a Palazzo Chigi l’unità di missione per le scuole annunciata nei giorni scorsi. E quanto agli investimenti che anche gli enti locali realizzeranno in questo campo «abbiamo trovato il modo per farli uscire dal patto di stabilità interno», consentendo così a comuni e province virtuose di programmare nuovi investimenti.
Capitolo riforma del lavoro: il governo prevede di realizzare l’annunciata riforma mediante un decreto legge ed un disegno di legge. Il secondo sarebbe «una delega per riorganizzare l’intero sistema e sarà il Parlamento a discuterne», ma servirà per riordinare «l’intero sistema del lavoro dall’assegno un disoccupazione, al salario minimo, agli ammortizzatori, alla tutela delle donne in maternità». In sostanza il «Jobs Act» di cui si parla orma da diverse settimane. Nel frattempo è stato approvato un decreto legge che prevede semplificazioni nell’apprendistato e nei contratti a termine. Questi ultimi potranno durare al massimo tre anni e saranno applicabili senza causale per un massimo del 20% sul totale dei lavoratori.
Il piano casa e gli affitti concordati
Il governo ha anche varato il piano casa da 1,7 miliardi, che prevede tra l’altro agevolazioni fiscali per chi destina alloggi ad affitto di residenza sociale, 467 milioni per l’edilizia popolare, l’incremento fino a 200 milioni di euro del fondo per gli affitti concordati per i quali è prevista anche una riduzione della cedolare secca dal 10 al 15%. Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha poi prospettato «la possibilità di vendere gli alloggi ex Iacp», così da reperire risorse per la «riqualificazione, ristrutturazione o costruzione di alloggi per rispondere all’emergenza abitativa».
www.corriere.it
ovviamente la bce subito a rompere i coglioni,sciacalli di merda
«Mille euro in più all’anno a chi guadagna fino a 1.500 euro al mese»
Renzi annuncia i nuovi provvedimenti a sostegno dell’economia: diminuzione del carico fiscale per i lavoratori, riforme costituzionali, riduzione dell’Irap e più tasse sulle rendite
Dieci miliardi di riduzione del cuneo fiscale tutti a favore dei lavoratori, in particolare quelli che hanno stipendi netti fino a 1.500 euro al mese i quali, già dal 1° maggio, si ritroveranno una busta paga più pesante che garantirà loro un maggiore guadagno di circa mille euro all’anno. È questo il punto principale tra quelli affrontati dal lungo Consiglio dei ministri di mercoledì che ha affrontato tutti i principali nodi legati alle riforme e agli interventi per il rilancio dell’economia. Il provvedimento sul cuneo fiscale, che non viene dunque indirizzato alle imprese, avrà una portata di 10 miliardi di euro e secondo il premier Matteo Renzi sarà in grado di dare una scossa al sistema economico nazionale. Non da solo: il premier ha illustrato in una conferenza stampa - la prima di Palazzo Chigi con hashtag ad hoc (#lasvoltabuona) e slide proiettate - tutta una serie di provvedimenti piccoli e grandi finalizzati a rimettere in movimento l’economia con finanziamenti a progetti specifici, fondi ad hoc e aiuti alle imprese.
I cento giorni
Renzi ha promesso un lavoro «serio e articolato» e «100 giorni di lotta durissima» per cambiare pubblica amministrazione, fisco e giustizia e arrivare al primo luglio, giorno di inizio del semestre di presidenza italiana della Ue, con i conti in ordine e una struttura più leggera. E prima di allora dovranno essere affrontate molte questioni nei campi di politica, economia e occupazione, a partire da riforma della legge elettorale (oggi l’Italicum ha ottenuto il primo via libera alla Camera e ora la parola passa al Senato) e dalle riforme costituzionali, in primis l’abolizione del Senato. E poi la riforma del titolo V con l’abolizione della legislazione concorrente, ovvero la sovrapposizione di funzioni tra Regioni e Stato Centrale.
L’asta delle auto blu
Renzi ha poi snocciolato una lunga serie di provvedimenti di carattere economico che l’esecutivo ha previsto per il breve termine. «Dal 26 marzo al 16 aprile - ha spiegato ad esempio - le auto blu andranno all’asta come abbiamo fatto a Firenze. Sono oltre 1500. Dal 26 marzo “venghino signori, venghino” andranno all’asta». Il premier ha poi garantito lo sblocco «immediato e totale» dei debiti della pubblica amministrazione: «22 miliardi già pagati - ha sottolineato - e 68 miliardi che pagheremo entro luglio». Un’altra misura a favore delle piccole e medie imprese è uno stanziamento di 500 milioni di euro in più per il fondo di garanzia per la lotta al credit crunch, «vero o presunto che sia e che ha già garantito 10 miliardi di accesso al credito». Un altro fronte di intervento sarà quello dell’utilizzo dei fondi europei già stanziati: «Tutte le volte diciamo “ce lo chiede l’Europa” e mettiamo una serie di vincoli. L’Europa ci chiede di spendere bene i soldi che abbiamo bloccato e che investiremo da subito: 3 miliardi».
«Mille euro in più all’anno»
Renzi, come detto, ha poi promesso sgravi fiscali che dovrebbero portare mille euro netti in più all’anno a chi guadagna meno di 1.500 euro al mese, ovvero circa 25 mila all’anno, una platea che riguarda, secondo le stime del governo, circa 10 milioni di italiani tra cui, ha puntualizzato, «anche un po’ di ceto medio». Il provvedimento, che dovrebbe avere effetto dal 1° maggio («per il 1 aprile non ci sono i tempi tecnici da punto di vista della strumentazione dei Ced per adeguare le buste paga» ha detto il premier, aggiungendo: «Non je a famo»), è rivolto a persone che hanno contratti da lavoro dipendente o parasubordinato, si concretizzerà mediamente in un aumento di circa 85 euro al mese e avrà un costo di circa 10 miliardi. La copertura di questa somma arriverà «dal risparmio di spesa», da altre manovre di bilancio e, ha assicurato il premier, «senza aumento di tassazione». «Sarà lo Stato - ha precisato - a stringere un po’ la cinghia».
Il nodo delle coperture
Il dettaglio dei numeri sarà nel Def che sarà presentato nei prossimi giorni, ma già il premier ha cercato di dare un’idea delle possibili fonti di raccolta della somma necessaria precisando che circa 7 miliardi arriveranno dalla spending review (e a tale proposito ha annunciato che parallelamente al Def sarà reso pubblico anche il piano per la revisione di spesa elaborato dal commissario Cottarelli). Si potrà poi utilizzare parte del margine l’attuale 2,6% e il 3% di rapporto massimo tra deficit e pil («che nessuno si sogna di superare») che vale fino a 6 miliardi («ma che non intendiamo utilizzare per intero»). E altri 2,2 miliardi di margine dovrebbero arrivare dalla riduzione del costo del debito derivante dalla riduzione dello spread che è calcolato su 250 punti base mentre l’obiettivo del governo è che esso non vada mai oltre i 200.
Lo scambio Irap-rendite
Il capo dell’esecutivo ha poi parlato della diminuzione dell’Irap che sarà realizzata mediante una sorta di scambio tra un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 26%, portandola così ad essere in linea con le medie europee, e una riduzione del 10% dell’imposta che grava sulle imprese, per un valore di circa 2,6 miliardi. «Non si toccano i titolo di Stato, non si toccano i Bot» ha però precisato il premier. Questa misura è aggiuntiva rispetto ai 10 miliardi da accantonare per il cuneo fiscale, ovvero l’operazione mille euro sopra citata.
Gli altri provvedimenti
Tra gli altri interventi annunciati ci sono «dal 1° giugno 500 milioni di fondo per le imprese sociali, per chi vuole creare imprese sociali» e un aumento di 600 milioni del credito di imposta per i ricercatori con l’obiettivo, da qui al 2018, di «creare 100.000 posti di lavoro». E, ancora per le piccole e medie imprese, una riduzione del 10% del costo dell’energia - oggi pari a 14 miliardi di euro - «attraverso la rimodulazione del paniere della bolletta energetica».
Il piano per le scuole
«La scuola - ha detto ancora Renzi - è il luogo da cui riparte la comunità per uscire dalla crisi non con le slides ma con la centralità della formazione scolastica». Per questo motivo è stato previsto un piano da 3,5 miliardi per investimenti nel campo della sicurezza e dell’edilizia scolastica. Dal 1° aprile, ha poi spiegato, sarà attiva a Palazzo Chigi l’unità di missione per le scuole annunciata nei giorni scorsi. E quanto agli investimenti che anche gli enti locali realizzeranno in questo campo «abbiamo trovato il modo per farli uscire dal patto di stabilità interno», consentendo così a comuni e province virtuose di programmare nuovi investimenti.
La riforma del lavoro
Capitolo riforma del lavoro: il governo prevede di realizzare l’annunciata riforma mediante un decreto legge ed un disegno di legge. Il secondo sarebbe «una delega per riorganizzare l’intero sistema e sarà il Parlamento a discuterne», ma servirà per riordinare «l’intero sistema del lavoro dall’assegno un disoccupazione, al salario minimo, agli ammortizzatori, alla tutela delle donne in maternità». In sostanza il «Jobs Act» di cui si parla orma da diverse settimane. Nel frattempo è stato approvato un decreto legge che prevede semplificazioni nell’apprendistato e nei contratti a termine. Questi ultimi potranno durare al massimo tre anni e saranno applicabili senza causale per un massimo del 20% sul totale dei lavoratori.
Il piano casa e gli affitti concordati
Il governo ha anche varato il piano casa da 1,7 miliardi, che prevede tra l’altro agevolazioni fiscali per chi destina alloggi ad affitto di residenza sociale, 467 milioni per l’edilizia popolare, l’incremento fino a 200 milioni di euro del fondo per gli affitti concordati per i quali è prevista anche una riduzione della cedolare secca dal 10 al 15%. Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha poi prospettato «la possibilità di vendere gli alloggi ex Iacp», così da reperire risorse per la «riqualificazione, ristrutturazione o costruzione di alloggi per rispondere all’emergenza abitativa».«ABBIAMO 100 GIORNI PER CAMBIARE. SARÀ UN’ITALIA PIÙ LEGGERA QUELLA CHE A LUGLIO GUIDERÀ L’EUROPA»
«Mille euro in più all’anno a chi guadagna fino a 1.500 euro al mese»
Renzi annuncia i nuovi provvedimenti a sostegno dell’economia: diminuzione del carico fiscale per i lavoratori, riforme costituzionali, riduzione dell’Irap e più tasse sulle rendite
shadow
Dieci miliardi di riduzione del cuneo fiscale tutti a favore dei lavoratori, in particolare quelli che hanno stipendi netti fino a 1.500 euro al mese i quali, già dal 1° maggio, si ritroveranno una busta paga più pesante che garantirà loro un maggiore guadagno di circa mille euro all’anno. È questo il punto principale tra quelli affrontati dal lungo Consiglio dei ministri di mercoledì che ha affrontato tutti i principali nodi legati alle riforme e agli interventi per il rilancio dell’economia. Il provvedimento sul cuneo fiscale, che non viene dunque indirizzato alle imprese, avrà una portata di 10 miliardi di euro e secondo il premier Matteo Renzi sarà in grado di dare una scossa al sistema economico nazionale. Non da solo: il premier ha illustrato in una conferenza stampa - la prima di Palazzo Chigi con hashtag ad hoc (#lasvoltabuona) e slide proiettate - tutta una serie di provvedimenti piccoli e grandi finalizzati a rimettere in movimento l’economia con finanziamenti a progetti specifici, fondi ad hoc e aiuti alle imprese.
I cento giorni
Renzi ha promesso un lavoro «serio e articolato» e «100 giorni di lotta durissima» per cambiare pubblica amministrazione, fisco e giustizia e arrivare al primo luglio, giorno di inizio del semestre di presidenza italiana della Ue, con i conti in ordine e una struttura più leggera. E prima di allora dovranno essere affrontate molte questioni nei campi di politica, economia e occupazione, a partire da riforma della legge elettorale (oggi l’Italicum ha ottenuto il primo via libera alla Camera e ora la parola passa al Senato) e dalle riforme costituzionali, in primis l’abolizione del Senato. E poi la riforma del titolo V con l’abolizione della legislazione concorrente, ovvero la sovrapposizione di funzioni tra Regioni e Stato Centrale.
L’asta delle auto blu
Renzi ha poi snocciolato una lunga serie di provvedimenti di carattere economico che l’esecutivo ha previsto per il breve termine. «Dal 26 marzo al 16 aprile - ha spiegato ad esempio - le auto blu andranno all’asta come abbiamo fatto a Firenze. Sono oltre 1500. Dal 26 marzo “venghino signori, venghino” andranno all’asta». Il premier ha poi garantito lo sblocco «immediato e totale» dei debiti della pubblica amministrazione: «22 miliardi già pagati - ha sottolineato - e 68 miliardi che pagheremo entro luglio». Un’altra misura a favore delle piccole e medie imprese è uno stanziamento di 500 milioni di euro in più per il fondo di garanzia per la lotta al credit crunch, «vero o presunto che sia e che ha già garantito 10 miliardi di accesso al credito». Un altro fronte di intervento sarà quello dell’utilizzo dei fondi europei già stanziati: «Tutte le volte diciamo “ce lo chiede l’Europa” e mettiamo una serie di vincoli. L’Europa ci chiede di spendere bene i soldi che abbiamo bloccato e che investiremo da subito: 3 miliardi».
«Mille euro in più all’anno»
Renzi, come detto, ha poi promesso sgravi fiscali che dovrebbero portare mille euro netti in più all’anno a chi guadagna meno di 1.500 euro al mese, ovvero circa 25 mila all’anno, una platea che riguarda, secondo le stime del governo, circa 10 milioni di italiani tra cui, ha puntualizzato, «anche un po’ di ceto medio». Il provvedimento, che dovrebbe avere effetto dal 1° maggio («per il 1 aprile non ci sono i tempi tecnici da punto di vista della strumentazione dei Ced per adeguare le buste paga» ha detto il premier, aggiungendo: «Non je a famo»), è rivolto a persone che hanno contratti da lavoro dipendente o parasubordinato, si concretizzerà mediamente in un aumento di circa 85 euro al mese e avrà un costo di circa 10 miliardi. La copertura di questa somma arriverà «dal risparmio di spesa», da altre manovre di bilancio e, ha assicurato il premier, «senza aumento di tassazione». «Sarà lo Stato - ha precisato - a stringere un po’ la cinghia».
Il nodo delle coperture
Il dettaglio dei numeri sarà nel Def che sarà presentato nei prossimi giorni, ma già il premier ha cercato di dare un’idea delle possibili fonti di raccolta della somma necessaria precisando che circa 7 miliardi arriveranno dalla spending review (e a tale proposito ha annunciato che parallelamente al Def sarà reso pubblico anche il piano per la revisione di spesa elaborato dal commissario Cottarelli). Si potrà poi utilizzare parte del margine l’attuale 2,6% e il 3% di rapporto massimo tra deficit e pil («che nessuno si sogna di superare») che vale fino a 6 miliardi («ma che non intendiamo utilizzare per intero»). E altri 2,2 miliardi di margine dovrebbero arrivare dalla riduzione del costo del debito derivante dalla riduzione dello spread che è calcolato su 250 punti base mentre l’obiettivo del governo è che esso non vada mai oltre i 200.
Lo scambio Irap-rendite
Il capo dell’esecutivo ha poi parlato della diminuzione dell’Irap che sarà realizzata mediante una sorta di scambio tra un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 26%, portandola così ad essere in linea con le medie europee, e una riduzione del 10% dell’imposta che grava sulle imprese, per un valore di circa 2,6 miliardi. «Non si toccano i titolo di Stato, non si toccano i Bot» ha però precisato il premier. Questa misura è aggiuntiva rispetto ai 10 miliardi da accantonare per il cuneo fiscale, ovvero l’operazione mille euro sopra citata.
Gli altri provvedimenti
Tra gli altri interventi annunciati ci sono «dal 1° giugno 500 milioni di fondo per le imprese sociali, per chi vuole creare imprese sociali» e un aumento di 600 milioni del credito di imposta per i ricercatori con l’obiettivo, da qui al 2018, di «creare 100.000 posti di lavoro». E, ancora per le piccole e medie imprese, una riduzione del 10% del costo dell’energia - oggi pari a 14 miliardi di euro - «attraverso la rimodulazione del paniere della bolletta energetica».
«La scuola - ha detto ancora Renzi - è il luogo da cui riparte la comunità per uscire dalla crisi non con le slides ma con la centralità della formazione scolastica». Per questo motivo è stato previsto un piano da 3,5 miliardi per investimenti nel campo della sicurezza e dell’edilizia scolastica. Dal 1° aprile, ha poi spiegato, sarà attiva a Palazzo Chigi l’unità di missione per le scuole annunciata nei giorni scorsi. E quanto agli investimenti che anche gli enti locali realizzeranno in questo campo «abbiamo trovato il modo per farli uscire dal patto di stabilità interno», consentendo così a comuni e province virtuose di programmare nuovi investimenti.
Capitolo riforma del lavoro: il governo prevede di realizzare l’annunciata riforma mediante un decreto legge ed un disegno di legge. Il secondo sarebbe «una delega per riorganizzare l’intero sistema e sarà il Parlamento a discuterne», ma servirà per riordinare «l’intero sistema del lavoro dall’assegno un disoccupazione, al salario minimo, agli ammortizzatori, alla tutela delle donne in maternità». In sostanza il «Jobs Act» di cui si parla orma da diverse settimane. Nel frattempo è stato approvato un decreto legge che prevede semplificazioni nell’apprendistato e nei contratti a termine. Questi ultimi potranno durare al massimo tre anni e saranno applicabili senza causale per un massimo del 20% sul totale dei lavoratori.
Il piano casa e gli affitti concordati
Il governo ha anche varato il piano casa da 1,7 miliardi, che prevede tra l’altro agevolazioni fiscali per chi destina alloggi ad affitto di residenza sociale, 467 milioni per l’edilizia popolare, l’incremento fino a 200 milioni di euro del fondo per gli affitti concordati per i quali è prevista anche una riduzione della cedolare secca dal 10 al 15%. Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha poi prospettato «la possibilità di vendere gli alloggi ex Iacp», così da reperire risorse per la «riqualificazione, ristrutturazione o costruzione di alloggi per rispondere all’emergenza abitativa».
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ovviamente la bce subito a rompere i coglioni,sciacalli di merda
SHEVCHENKO 7- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
ma mica solo la bce, ovviamente moltissimi sono insorti, leggendo i quotidiani stamattina ti veniva la depressione "solo promesse", il giornale poi come al solito vomitevole ed incommentabile, FI che ovviamente dice "siamo delusi".
Il coglione di cui non so il nome in tv che dice "il povero tassista che mi ha accompagnato non usufruirà dei 80-100 euro di sgravi". A sto punto mi dico che ci meritiamo di fallire.
Ovviamente queste misure sono un'unghia di quello che c'è da fare e sicuramente ci sarà qualche cosa in mezzo che non potrà piacere ai più (tipo l'aumento delle tasse sulle rendite finanziarie) però è giusto un primo passo verso un cambio di marcia che con l'abbassamento dell'IRAP che gli imprenditori additano come tassa più odiosa e dell'IRPEF può far ripartire un po' il paese visto che sembra che pure il ciclo economico stia ripartendo, diciamo che sono delle misure che possono catalizzare la ripartenza.
Tutti poi a lamentarsi che queste misure verranno in parte attuate usando quel margine che ci rimane rispetto al limite del 3% del deficit, ma andate a fare in culo se possiamo arrivare fino al limite comunque facciamolo che tanto o la va o la spacca, e francamente se l'UE ci apre la procedura di infrazione gli sputerei in faccia
Il coglione di cui non so il nome in tv che dice "il povero tassista che mi ha accompagnato non usufruirà dei 80-100 euro di sgravi". A sto punto mi dico che ci meritiamo di fallire.
Ovviamente queste misure sono un'unghia di quello che c'è da fare e sicuramente ci sarà qualche cosa in mezzo che non potrà piacere ai più (tipo l'aumento delle tasse sulle rendite finanziarie) però è giusto un primo passo verso un cambio di marcia che con l'abbassamento dell'IRAP che gli imprenditori additano come tassa più odiosa e dell'IRPEF può far ripartire un po' il paese visto che sembra che pure il ciclo economico stia ripartendo, diciamo che sono delle misure che possono catalizzare la ripartenza.
Tutti poi a lamentarsi che queste misure verranno in parte attuate usando quel margine che ci rimane rispetto al limite del 3% del deficit, ma andate a fare in culo se possiamo arrivare fino al limite comunque facciamolo che tanto o la va o la spacca, e francamente se l'UE ci apre la procedura di infrazione gli sputerei in faccia
CaMi- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
Dimenticavo poi il fatto che renzi è lì da 2 settimane ed ha già mosso più cose rispetto ad 1 anno quasi di letta. E già gli chiedono di dimettersi perché non fa niente, robe da matti. Da quanti anni non avevamo un presidente del consiglio che parlava così chiaro ed a tutti? e che ha già pronto praticamente tutto da mandare alle camere per far sì che queste cose vengano votate il prima possibile?
no invece meglio lamentarsi come al solito.
Prego che riesca a fare anche solo la metà delle cose che ha proposto per finalmente sentire tutti zitti questi stronzi.
Anche se so benissimo che poi troveranno il modo di lamentarsi ancora su qualche minchiata
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Re: Topic Politico
Cami come tutti sanno molti nella stanza dei bottoni hanno altro in testa, sicuramente nn il destino e le fortune del paese...se poi vedi da quale parti vengono le critiche e di che colore sono i giornal(a)i che bocciano e discutono le idee Renziane allora il gioco è fattoCaMi ha scritto:Dimenticavo poi il fatto che renzi è lì da 2 settimane ed ha già mosso più cose rispetto ad 1 anno quasi di letta. E già gli chiedono di dimettersi perché non fa niente, robe da matti. Da quanti anni non avevamo un presidente del consiglio che parlava così chiaro ed a tutti? e che ha già pronto praticamente tutto da mandare alle camere per far sì che queste cose vengano votate il prima possibile?
no invece meglio lamentarsi come al solito.
Prego che riesca a fare anche solo la metà delle cose che ha proposto per finalmente sentire tutti zitti questi stronzi.
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Re: Topic Politico
già ma in realtà pure repubblica, massimo giannini mi è sembrato veramente ipercritico stamattina più che speranzoso ....
cioè rendiamoci conto che il titolo migliore stamattina era quello dell'unità(inaspettatamente) e francamente ho trovato inaspettate(in positivo) anche le parole della Camusso
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CaMi- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
io spero che riesca a ribaltare il mondo del lavoro perché è una cosa raccapricciante la situazione attuale
Ultima modifica di SHEVCHENKO 7 il Gio Mar 13, 2014 5:57 pm - modificato 1 volta.
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Re: Topic Politico
sì ma il mercato del lavoro è una cosa veramente complicatissima, già riuscisse a semplificare molto le regole sarebbe qualcosa. Purtroppo finché non cominciano a ri aumentare vendite e si rende anche conveniente assumere nessuno lo farà. E stando coi piedi per terra sarà comunque difficile che proprio il sistema italia riesca a farlo nell'arco di pochi mesi.
CaMi- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
CaMi ha scritto:già ma in realtà pure repubblica, massimo giannini mi è sembrato veramente ipercritico stamattina più che speranzoso ....
cioè rendiamoci conto che il titolo migliore stamattina era quello dell'unità(inaspettatamente) e francamente ho trovato inaspettate(in positivo) anche le parole della Camusso
Repubblica?
Se aumentano la tassazione delle rendite finanziarie De Benedetti ci rimette un pó di soldini.
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