Topic Politico
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Re: Topic Politico
Puccio renziano pazzesco
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Re: Topic Politico
Sono piu' renziano di Renzi.
Forse e' Renzi che e' un pucciano
Forse e' Renzi che e' un pucciano
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Re: Topic Politico
il presidente dell'anm dice che manifestare contro la magistratura è contro la costituzione
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Re: Topic Politico
Il Pd ribatte all'attacco di Renzi
il finanziamento è già in 8 punti
«Chi ha seguito i lavori della direzione sa bene che la questione è ben compresa nel testo approvato all'unanimità»
ROMA - «Chi ha seguito i lavori della direzione nazionale del Pd sa bene che il tema del finanziamento ai partiti è ben compreso negli otto punti approvati all'unanimità»: con questa nota il Pd ha risposto, indirettamente, alla sfida lanciata ieri da Matteo Renzi chiedendo di eliminare il finanziamento pubblico ai partiti.
«Siamo intenzionati e pronti a rivedere - ribadisce il Pd nella nota - il finanziamento ai partiti, dentro a norme che riguardino anche essenziali garanzie di trasparenza e di democrazia nella loro vita interna. In una democrazia costituzionale una formazione politica che si presenta alle elezioni per governare dovrà pur dare qualche garanzia democratica. O forse è questo un tema meno rilevante rispetto a quello dei finanziamenti?».
www.ilmessaggero.it
il finanziamento è già in 8 punti
«Chi ha seguito i lavori della direzione sa bene che la questione è ben compresa nel testo approvato all'unanimità»
ROMA - «Chi ha seguito i lavori della direzione nazionale del Pd sa bene che il tema del finanziamento ai partiti è ben compreso negli otto punti approvati all'unanimità»: con questa nota il Pd ha risposto, indirettamente, alla sfida lanciata ieri da Matteo Renzi chiedendo di eliminare il finanziamento pubblico ai partiti.
«Siamo intenzionati e pronti a rivedere - ribadisce il Pd nella nota - il finanziamento ai partiti, dentro a norme che riguardino anche essenziali garanzie di trasparenza e di democrazia nella loro vita interna. In una democrazia costituzionale una formazione politica che si presenta alle elezioni per governare dovrà pur dare qualche garanzia democratica. O forse è questo un tema meno rilevante rispetto a quello dei finanziamenti?».
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Re: Topic Politico
ma sono stupidi? Renzi lo vuole abolire non rivedere
Mattia80- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
Mattia ti stupisci? om ce l'ha detto ... poi potrebbero far politica solo i ricchi ... è giusto che noi cittadini gli paghiamo la campagna elettorale
PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
quello mi era chiaro, ma almeno capissero cosa dice uno prima di rispondergli perchè fanno una doppia figura di merda
che poi se uno volontariamente vuole contribuire che lo faccia pure...alla fine questa storia del "solo i ricchi potrebbero permetterselo" è una vera vaccata, ora non mi sembra ci siano tanti "poveracci" a fare politica
che poi se uno volontariamente vuole contribuire che lo faccia pure...alla fine questa storia del "solo i ricchi potrebbero permetterselo" è una vera vaccata, ora non mi sembra ci siano tanti "poveracci" a fare politica
Mattia80- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
vauro comunista di merda
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Re: Topic Politico
Mattia80 ha scritto:quello mi era chiaro, ma almeno capissero cosa dice uno prima di rispondergli perchè fanno una doppia figura di merda
che poi se uno volontariamente vuole contribuire che lo faccia pure...alla fine questa storia del "solo i ricchi potrebbero permetterselo" è una vera vaccata, ora non mi sembra ci siano tanti "poveracci" a fare politica
i "compagni" sono tutti poveri
PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
La mossa di Renzi: studio sugli sprechi del Pd
Così sta ricominciando la «scalata»
Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi
ROMA - «Fino alla fine mi comporterò come un bravo soldatino»: Matteo Renzi aveva avvisato delle sue intenzioni i parlamentari amici, soprattutto quelli che mordevano il freno, e che lo avrebbero preferito meno ligio ai doveri di partito.
Aveva spiegato una, due, tre volte che non avrebbe indossato i panni del pugnalatore di Bersani. Ma aveva detto loro anche altro: che finita la partita elettorale, quando la situazione si sarebbe stabilizzata, lui non sarebbe rimasto fermo. E il sindaco di Firenze ha tenuto fede alle promesse fatte. Ha lasciato chiaramente intendere che, una volta esaurito il tentativo del segretario di metter su un governo (tentativo su cui non scommette un euro ma che non ostacolerà) si riprenderà la libertà di parola e di azione.
Renzi sa che la partita che si apre adesso è complessa. Il pericolo - lo ha ammesso lui stesso - è quello di farsi «fagocitare» dai maggiorenti del Pd. Ma è un rischio che il primo cittadino del capoluogo toscano non pensa di correre. Prima di tutto perché non metterà bocca nei giochi interni. Non si spenderà a favore delle ipotesi che circolano in queste ore nel partito. Né le ostacolerà. Liberi i parlamentari del Pd di votare come capogruppo alla Camera Enrico Letta e come presidente dei senatori Maurizio Migliavacca. Liberi i big del partito di offrirgli delle vice presidenze dei gruppi. Libero lui di non farsi mettere in mezzo in questi giochi e giochini di palazzo.
Sempre per evitare di venir risucchiato nelle spire di un partito in affanno, Renzi che dà ormai per «morto» il tentativo di Bersani presso i grillini, tifa per le elezioni in tempi ravvicinati. Se voto ha da essere, che sia in ottobre, e persino a giugno basta che non si tenga a febbraio o a marzo del prossimo anno. Già, perché se così fosse andrebbe inevitabilmente a incrociarsi con il congresso del Pd. Esattamente ciò che Renzi non vuole. Il sindaco non intende farsi mettere in mezzo alle dinamiche precongressuali del partito, vuole tenersi lontano da tutto ciò, perché sa che se così non fosse, allora sì che verrebbe «fagocitato» e la sua candidatura alla premiership finirebbe per apparire l'ennesimo espediente dei maggiorenti del Pd per salvare il loro ruolo.
Con le elezioni a ottobre Renzi avrebbe gioco facile nel proporre di rinviare il congresso (che per statuto dovrebbe tenersi appunto nell'autunno di quest'anno) causa primarie e voto. Con le consultazioni in febbraio, invece, questo slittamento non riuscirebbe e il sindaco rottamatore sarebbe costretto a entrare nella dialettica congressuale del partito. E invece è proprio sulla sua funzione di politico avulso dall'apparato che Renzi vuole giocarsi le sue chance prossime future. Non è casuale, in questo senso, il suo insistere sull'abolizione del finanziamento pubblico. Sarà questa la sua nuova, grande, battaglia: un tormentone incessante per mettere con le spalle al muro i maggiorenti del Pd e dimostrare che certi temi «non li ha inventati Grillo».
Proprio per questo qualche tempo fa il sindaco di Firenze si è fatto fare da un «amico» fidato uno studio sulla situazione del partito. Situazione che lo ha lasciato di stucco. I dipendenti del Pd nazionale sono più di 180, tra quelli a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato. Una pletora di segretarie, segretari, impiegate e impiegati, tutti remunerati. Di più: ad alcuni viene anche pagata la casa. Nel «report» in questione si trovano dei numeri impressionanti: 14 persone all'ufficio stampa del partito, tre persone addette solo a Rosy Bindi, che ha anche un aiuto alla Camera e una portavoce che, è scritto nel rapporto, «non si è capito chi paga». Il meno importante dei dirigenti del Pd ha almeno due segretarie e 3.500 euro di stipendio. Che lievitano se ti chiami Nico Stumpo, e sotto di te, nel settore organizzativo del Pd, guidi otto persone tra segretari, funzionari e collaboratori. Nel rapporto si fanno le pulci a tutti, al direttore di Youdem , la pasionaria di Bersani Chiara Geloni, a Matteo Orfini, al tesoriere Antonio Misiani: un lungo elenco di nomi, con accanto retribuzione, eventuali secondi contratti e precisazioni sui costi dell'alloggio.
È questo il motivo, dicono i renziani, per cui il Pd non potrà mai scavalcare il sindaco nella battaglia contro il finanziamento. Anche perché, tra l'altro, nelle ultime stime fatte, quelle del 2010, il partito aveva in Parlamento 102 dipendenti per la modica cifra complessiva di otto milioni di euro. Sono cifre che hanno lasciato di sasso il sindaco e lo hanno convinto ancora di più a combattere la battaglia per l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.
www.corriere.it
chissà come saranno incazzate le mummie ladre come bersani d'alema e bindi
Così sta ricominciando la «scalata»
Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi
ROMA - «Fino alla fine mi comporterò come un bravo soldatino»: Matteo Renzi aveva avvisato delle sue intenzioni i parlamentari amici, soprattutto quelli che mordevano il freno, e che lo avrebbero preferito meno ligio ai doveri di partito.
Aveva spiegato una, due, tre volte che non avrebbe indossato i panni del pugnalatore di Bersani. Ma aveva detto loro anche altro: che finita la partita elettorale, quando la situazione si sarebbe stabilizzata, lui non sarebbe rimasto fermo. E il sindaco di Firenze ha tenuto fede alle promesse fatte. Ha lasciato chiaramente intendere che, una volta esaurito il tentativo del segretario di metter su un governo (tentativo su cui non scommette un euro ma che non ostacolerà) si riprenderà la libertà di parola e di azione.
Renzi sa che la partita che si apre adesso è complessa. Il pericolo - lo ha ammesso lui stesso - è quello di farsi «fagocitare» dai maggiorenti del Pd. Ma è un rischio che il primo cittadino del capoluogo toscano non pensa di correre. Prima di tutto perché non metterà bocca nei giochi interni. Non si spenderà a favore delle ipotesi che circolano in queste ore nel partito. Né le ostacolerà. Liberi i parlamentari del Pd di votare come capogruppo alla Camera Enrico Letta e come presidente dei senatori Maurizio Migliavacca. Liberi i big del partito di offrirgli delle vice presidenze dei gruppi. Libero lui di non farsi mettere in mezzo in questi giochi e giochini di palazzo.
Sempre per evitare di venir risucchiato nelle spire di un partito in affanno, Renzi che dà ormai per «morto» il tentativo di Bersani presso i grillini, tifa per le elezioni in tempi ravvicinati. Se voto ha da essere, che sia in ottobre, e persino a giugno basta che non si tenga a febbraio o a marzo del prossimo anno. Già, perché se così fosse andrebbe inevitabilmente a incrociarsi con il congresso del Pd. Esattamente ciò che Renzi non vuole. Il sindaco non intende farsi mettere in mezzo alle dinamiche precongressuali del partito, vuole tenersi lontano da tutto ciò, perché sa che se così non fosse, allora sì che verrebbe «fagocitato» e la sua candidatura alla premiership finirebbe per apparire l'ennesimo espediente dei maggiorenti del Pd per salvare il loro ruolo.
Con le elezioni a ottobre Renzi avrebbe gioco facile nel proporre di rinviare il congresso (che per statuto dovrebbe tenersi appunto nell'autunno di quest'anno) causa primarie e voto. Con le consultazioni in febbraio, invece, questo slittamento non riuscirebbe e il sindaco rottamatore sarebbe costretto a entrare nella dialettica congressuale del partito. E invece è proprio sulla sua funzione di politico avulso dall'apparato che Renzi vuole giocarsi le sue chance prossime future. Non è casuale, in questo senso, il suo insistere sull'abolizione del finanziamento pubblico. Sarà questa la sua nuova, grande, battaglia: un tormentone incessante per mettere con le spalle al muro i maggiorenti del Pd e dimostrare che certi temi «non li ha inventati Grillo».
Proprio per questo qualche tempo fa il sindaco di Firenze si è fatto fare da un «amico» fidato uno studio sulla situazione del partito. Situazione che lo ha lasciato di stucco. I dipendenti del Pd nazionale sono più di 180, tra quelli a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato. Una pletora di segretarie, segretari, impiegate e impiegati, tutti remunerati. Di più: ad alcuni viene anche pagata la casa. Nel «report» in questione si trovano dei numeri impressionanti: 14 persone all'ufficio stampa del partito, tre persone addette solo a Rosy Bindi, che ha anche un aiuto alla Camera e una portavoce che, è scritto nel rapporto, «non si è capito chi paga». Il meno importante dei dirigenti del Pd ha almeno due segretarie e 3.500 euro di stipendio. Che lievitano se ti chiami Nico Stumpo, e sotto di te, nel settore organizzativo del Pd, guidi otto persone tra segretari, funzionari e collaboratori. Nel rapporto si fanno le pulci a tutti, al direttore di Youdem , la pasionaria di Bersani Chiara Geloni, a Matteo Orfini, al tesoriere Antonio Misiani: un lungo elenco di nomi, con accanto retribuzione, eventuali secondi contratti e precisazioni sui costi dell'alloggio.
È questo il motivo, dicono i renziani, per cui il Pd non potrà mai scavalcare il sindaco nella battaglia contro il finanziamento. Anche perché, tra l'altro, nelle ultime stime fatte, quelle del 2010, il partito aveva in Parlamento 102 dipendenti per la modica cifra complessiva di otto milioni di euro. Sono cifre che hanno lasciato di sasso il sindaco e lo hanno convinto ancora di più a combattere la battaglia per l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.
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