Topic Politico
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Re: Topic Politico
Mattia80 ha scritto:si figurati risponderebbe come Galliani "Siamo a posto così"PerSempreConTe ha scritto:dobbiamo chiedere a om come va la campagna acquisti
ma scherzi? lui è favorevole ...
PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
anche Galliani era favorevole all'arrivo di Balotelli o di Ibra ma ha sempre negato
Mattia80- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
Ma quel clown di mannheimer ancora che parla di sondaggi dopo l'umiliazione delle ultime elezioni?
SHEVCHENKO 7- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
SHEVCHENKO 7 ha scritto:Ma quel clown di mannheimer ancora che parla di sondaggi dopo l'umiliazione delle ultime elezioni?
decenza zero....
death from above- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
che poi se questi sono i risultati del sondaggio, col fattore che si è verificato alle elezioni il PD sta si e no al 20% LOOOOOOOL
Mattia80- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
Grillo: "Conduttori tv pagati per sputtanarci.
Solo i capigruppo sono titolati a parlare"
Il leader dei Cinque Stelle accusa i giornalisti televisivi di ricerere un compenso dai partiti per attaccare il MoVimento. E propone una sola rete pubblica e di rivedere le concessioni private
ROMA - Attenti ai lupi. Questo il titolo di un post di Beppe Grillo, oggi sul suo blog. Un attacco durissimo contro la stampa accusata di aver danneggiato il MoVimento. "I conduttori televisivi sono pagati dai partiti per sputtanare il M5S". E poi: "Le televisioni sono in mano ai partiti, questa è un'anomalia da rimuovere al più presto, le sette sorellastre televisive non fanno informazione, ma propaganda". Da qui un lunghissimo atto d'accusa: "L'accanimento delle televisioni nei confronti del M5S ha raggiunto limiti mai visti nella storia repubblicana, è qualcosa di sconvolgente, di morboso, di malato, di mostruoso, che sta sfuggendo forse al controllo dei mandanti, come si è visto nel folle assalto all'albergo universo a roma dove si sono incontrati lunedì scorso i neo parlamentari del M5S".
Quindi illustra la sua ricetta per il mondo dell'informazione televisiva: "È indispensabile creare una sola televisione pubblica, senza alcun legame con i partiti e con la politica e senza pubblicità. Le due rimanenti possono essere vendute al mercato". E la strategia di comunicazione per il movimento: "Lunedi sono stati eletti dai gruppi Parlamentari del M5S per i prossimi tre mesi due capigruppo/portavoce, Roberta Lombardi per la Camera, e Vito Crimi per il Senato. Loro sono stati titolati a parlare dopo aver discusso e condiviso i contenuti con i componenti del gruppo". Infine, in un'intervista a Time, una previsione: "Se falliamo, ci sarà la violenza nelle strade".
www.repubblica.it
Solo i capigruppo sono titolati a parlare"
Il leader dei Cinque Stelle accusa i giornalisti televisivi di ricerere un compenso dai partiti per attaccare il MoVimento. E propone una sola rete pubblica e di rivedere le concessioni private
ROMA - Attenti ai lupi. Questo il titolo di un post di Beppe Grillo, oggi sul suo blog. Un attacco durissimo contro la stampa accusata di aver danneggiato il MoVimento. "I conduttori televisivi sono pagati dai partiti per sputtanare il M5S". E poi: "Le televisioni sono in mano ai partiti, questa è un'anomalia da rimuovere al più presto, le sette sorellastre televisive non fanno informazione, ma propaganda". Da qui un lunghissimo atto d'accusa: "L'accanimento delle televisioni nei confronti del M5S ha raggiunto limiti mai visti nella storia repubblicana, è qualcosa di sconvolgente, di morboso, di malato, di mostruoso, che sta sfuggendo forse al controllo dei mandanti, come si è visto nel folle assalto all'albergo universo a roma dove si sono incontrati lunedì scorso i neo parlamentari del M5S".
Quindi illustra la sua ricetta per il mondo dell'informazione televisiva: "È indispensabile creare una sola televisione pubblica, senza alcun legame con i partiti e con la politica e senza pubblicità. Le due rimanenti possono essere vendute al mercato". E la strategia di comunicazione per il movimento: "Lunedi sono stati eletti dai gruppi Parlamentari del M5S per i prossimi tre mesi due capigruppo/portavoce, Roberta Lombardi per la Camera, e Vito Crimi per il Senato. Loro sono stati titolati a parlare dopo aver discusso e condiviso i contenuti con i componenti del gruppo". Infine, in un'intervista a Time, una previsione: "Se falliamo, ci sarà la violenza nelle strade".
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Re: Topic Politico
Bnl-Unipol, un anno a Berlusconi
per il nastro di Fassino e Consorte
Il testo della telefonata durante la scalata della banca fu pubblicato sul 'Giornale' quando era coperto dal segreto istruttorio. Due anni e 3 mesi a Paolo Berlusconi. Per l'ex segretario dei Ds 80mila euro di risarcimento. L'ex premier accusato di rivelazione di segreto d'ufficio. Entro l'estate arriverà comunque la prescrizione
Silvio Berlusconi è stato condannato un anno di reclusione per la vicenda dell'intercettazione Fassino-Consorte - quella con la celebre frase "allora abbiamo una banca" - avvenuta nel 2005 durante la scalata a Bnl da parte di Unipol, pubblicata sul Giornale quando era ancora coperta dal segreto istruttorio. Due anni e tre mesi sono stati inflitti a Paolo Berlusconi. L'ex premier era chiamato a rispondere dell'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio. Il fratello per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio, invece, mentre è stato assolto dell'accusa di ricettazione e, come chiesto dall'accusa, dal reato di millantato credito. La vicenda giudiziaria verrà comunque sepolta dalla prescrizione, che cadrà già il prossimo luglio e al massimo in agosto.
Ottantamila euro per Fassino. I giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano hanno disposto un risarcimento a carico di Silvio e Paolo Berlusconi di 80mila euro a favore dell'ex segretario ds Piero Fassino, parte civile al processo. Il risarcimento è stato disposto a titolo di provvisionale e il tribunale non ha disposto alcuna misura interdittiva nei confronti dell'ex premier. A Fassino i fratelli Berlusconi dovranno versare anche 10mila euro per le spese legali. Giovanni Consorte era l'allora presidente di Unipol, la compagnia bolognese che stava tentando la scalata alla Bnl. "Una sentenza che ristabilisce verità e giustizia e conferma come intorno a una espressione ironica sia stata costruita consapevolmente, per anni, una campagna di denigrazione e delegittimazione politica", ha commentato Fassino, oggi sindaco di Torino.
Il legale del Cavaliere: "Siamo a Milano...". Piero Longo, uno degli avvocati di Silvio Berlusconi, si aspettava la sentenza di condanna. "Non sono sorpreso perché essendo a Milano è questo il trattamento riservato a Berlusconi", è stato il, primo commento del legale, che si è tuttavia definito dispiaciuto e costernato" perché "ero assolutamente convinto che gli elementi a carico di berlusconi fossero inefficaci contraddittori, se non del tutto inesistenti. Mi chiedo cosa sarebbe succeso con altri imputati non a Milano". Dall'avvocato Longo anche una riflessione sul merito della fattispecie di reato contestata all'ex premier: "Credo che sia la prima volta che in Italia si viene condannati per violazione del segreto d'ufficio". Longo ha poi sostenuto che se in Cassazione venisse accolta la ricusazione nei confronti del giudice Maria Teresa Guadagnino (uno dei componenti del collegio e che è stato anche giudice nel processo di primo grado sul caso Mediaset), la sentenza potrebbe essere annullata. L'istanza di ricusazione era già stata bocciata dalla Corte d'appello di Milano e la difesa di Berlusconi ha fatto ricorso in Cassazione.
La denuncia di Di Pietro. L'inchiesta era nata in seguito alla denuncia sporta nell'ottobre 2009 dell'allora leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, cui si era rivolto l'imprenditore Fabrizio Favata. Secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, Roberto Raffaelli, titolare della Research Control System, società che aveva messo a disposizione degli inquirenti le attrezzature per le intercettazioni dell'inchiesta su Unipol, rivelò all'imprenditore Eugenio Petessi e a Favata (già giudicati assieme a Raffaelli) il contenuto della telefonata e di "altre conversazioni intercettate", quando non erano ancora né "trascritte né sintetizzate nei verbali" degli investigatori e "quindi esistenti al momento dei fatti solo in formato audio". Questi ultimi, secondo l'accusa, ne parlarono con Paolo Berlusconi ("in affari al tempo dei fatti" con Favata "nella società I.P. Time srl"), il quale avrebbe ricevuto il nastro su una "pen drive", dopo l'incontro ad Arcore con il fratello, e lo avrebbe passato al quotidiano.
La pubblicazione dei nastri. Le intercettazioni vennero pubblicate il 31 dicembre 2005 e il 2 gennaio 2006 e suscitarono grande clamore e una tempesta di reazioni politiche che andarono avanti per settimane. Secondo l'ipotesi dei magistrati milanesi, la consegna di quell'intercettazione sarebbe stata un regalo per l'allora presidente del consiglio in vista delle successive elezioni politiche, dalle quali però uscì vincitore il centrosinistra. E l'ex premier avrebbe ascoltato quel dialogo ancora top secret e poi ringraziato, "assicurando gratitudine eterna" a chi, in particolare Favata, il 24 dicembre gli aveva portato a Villa San Martino quel cadeau cercando di ottenere in cambio denaro. Inizialmente il procuratore aggiunto Romanelli aveva chiesto l'archiviazione della posizione dell'ex capo del governo, ma il gip Stefania Donadeo ordinò l'imputazione coatta con conseguente rinvio a giudizio. E Fassino si era costituito parte civile, lamentando una danno "morale, politico ed esistenziale" e chiedendo un milione di euro di risarcimento ai fratelli Berlusconi.
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giudici comunisti a milano
per il nastro di Fassino e Consorte
Il testo della telefonata durante la scalata della banca fu pubblicato sul 'Giornale' quando era coperto dal segreto istruttorio. Due anni e 3 mesi a Paolo Berlusconi. Per l'ex segretario dei Ds 80mila euro di risarcimento. L'ex premier accusato di rivelazione di segreto d'ufficio. Entro l'estate arriverà comunque la prescrizione
Silvio Berlusconi è stato condannato un anno di reclusione per la vicenda dell'intercettazione Fassino-Consorte - quella con la celebre frase "allora abbiamo una banca" - avvenuta nel 2005 durante la scalata a Bnl da parte di Unipol, pubblicata sul Giornale quando era ancora coperta dal segreto istruttorio. Due anni e tre mesi sono stati inflitti a Paolo Berlusconi. L'ex premier era chiamato a rispondere dell'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio. Il fratello per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio, invece, mentre è stato assolto dell'accusa di ricettazione e, come chiesto dall'accusa, dal reato di millantato credito. La vicenda giudiziaria verrà comunque sepolta dalla prescrizione, che cadrà già il prossimo luglio e al massimo in agosto.
Ottantamila euro per Fassino. I giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano hanno disposto un risarcimento a carico di Silvio e Paolo Berlusconi di 80mila euro a favore dell'ex segretario ds Piero Fassino, parte civile al processo. Il risarcimento è stato disposto a titolo di provvisionale e il tribunale non ha disposto alcuna misura interdittiva nei confronti dell'ex premier. A Fassino i fratelli Berlusconi dovranno versare anche 10mila euro per le spese legali. Giovanni Consorte era l'allora presidente di Unipol, la compagnia bolognese che stava tentando la scalata alla Bnl. "Una sentenza che ristabilisce verità e giustizia e conferma come intorno a una espressione ironica sia stata costruita consapevolmente, per anni, una campagna di denigrazione e delegittimazione politica", ha commentato Fassino, oggi sindaco di Torino.
Il legale del Cavaliere: "Siamo a Milano...". Piero Longo, uno degli avvocati di Silvio Berlusconi, si aspettava la sentenza di condanna. "Non sono sorpreso perché essendo a Milano è questo il trattamento riservato a Berlusconi", è stato il, primo commento del legale, che si è tuttavia definito dispiaciuto e costernato" perché "ero assolutamente convinto che gli elementi a carico di berlusconi fossero inefficaci contraddittori, se non del tutto inesistenti. Mi chiedo cosa sarebbe succeso con altri imputati non a Milano". Dall'avvocato Longo anche una riflessione sul merito della fattispecie di reato contestata all'ex premier: "Credo che sia la prima volta che in Italia si viene condannati per violazione del segreto d'ufficio". Longo ha poi sostenuto che se in Cassazione venisse accolta la ricusazione nei confronti del giudice Maria Teresa Guadagnino (uno dei componenti del collegio e che è stato anche giudice nel processo di primo grado sul caso Mediaset), la sentenza potrebbe essere annullata. L'istanza di ricusazione era già stata bocciata dalla Corte d'appello di Milano e la difesa di Berlusconi ha fatto ricorso in Cassazione.
La denuncia di Di Pietro. L'inchiesta era nata in seguito alla denuncia sporta nell'ottobre 2009 dell'allora leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, cui si era rivolto l'imprenditore Fabrizio Favata. Secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, Roberto Raffaelli, titolare della Research Control System, società che aveva messo a disposizione degli inquirenti le attrezzature per le intercettazioni dell'inchiesta su Unipol, rivelò all'imprenditore Eugenio Petessi e a Favata (già giudicati assieme a Raffaelli) il contenuto della telefonata e di "altre conversazioni intercettate", quando non erano ancora né "trascritte né sintetizzate nei verbali" degli investigatori e "quindi esistenti al momento dei fatti solo in formato audio". Questi ultimi, secondo l'accusa, ne parlarono con Paolo Berlusconi ("in affari al tempo dei fatti" con Favata "nella società I.P. Time srl"), il quale avrebbe ricevuto il nastro su una "pen drive", dopo l'incontro ad Arcore con il fratello, e lo avrebbe passato al quotidiano.
La pubblicazione dei nastri. Le intercettazioni vennero pubblicate il 31 dicembre 2005 e il 2 gennaio 2006 e suscitarono grande clamore e una tempesta di reazioni politiche che andarono avanti per settimane. Secondo l'ipotesi dei magistrati milanesi, la consegna di quell'intercettazione sarebbe stata un regalo per l'allora presidente del consiglio in vista delle successive elezioni politiche, dalle quali però uscì vincitore il centrosinistra. E l'ex premier avrebbe ascoltato quel dialogo ancora top secret e poi ringraziato, "assicurando gratitudine eterna" a chi, in particolare Favata, il 24 dicembre gli aveva portato a Villa San Martino quel cadeau cercando di ottenere in cambio denaro. Inizialmente il procuratore aggiunto Romanelli aveva chiesto l'archiviazione della posizione dell'ex capo del governo, ma il gip Stefania Donadeo ordinò l'imputazione coatta con conseguente rinvio a giudizio. E Fassino si era costituito parte civile, lamentando una danno "morale, politico ed esistenziale" e chiedendo un milione di euro di risarcimento ai fratelli Berlusconi.
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Re: Topic Politico
su questo non ho dubbi,servizi vergognosi su rai e mediaset,senza parlare dei talk show sempre di queste 2 reti(qui aggiungo pure la7 con programmi tipo omnibus) che non fanno altro che rosicare per via che non gli concedono interviste
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Re: Topic Politico
ieri sera c'era uno del m5stelle ad 8e mezzo..
se potete guardatevelo se si trova in giro
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CaMi- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
che diceva?
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