92 - Stephan EL SHAARAWY
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Re: 92 - Stephan EL SHAARAWY
è un interista rosicone su.
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Re: 92 - Stephan EL SHAARAWY
io oramai sto sempre allerta, Biasin o non Biasin
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Re: 92 - Stephan EL SHAARAWY
El Shaarawy Faraone felice
"Ora il Milan è quello di sempre"
"Io stanco? Ma se ho solo 20 anni... Balotelli? È nata un'amicizia vera. Mi toglie spazio? Macché, abbiamo sempre fatto bene insieme, come anche in Nazionale. La squadra ha ritrovato equilibrio, il secondo posto è alla portata"
Glielo dice a metà fra il serio e la battuta. Forse più serio che battuta: "Il popolo egiziano prega affinché lei sia il capocannoniere del campionato italiano". Stephan sorride imbarazzato e non sa bene come rispondere all’investitura di una nazione intera. L’Egitto è la sua seconda terra, quella che vede tutti i giorni negli occhi e nell’anima di suo padre Sabri. Ma anche nel suo cognome: El Shaarawy. Significa "colui che scrive poesie". Nel suo caso, sul campo. Anche se di egiziano conosce solo qualche parola, e non capisce la calligrafia araba, Stephan si sente molto legato alle origini paterne e per la prima volta ha accettato di rilasciare un’intervista a un organo di informazione egiziano.
Faraone azzurro — Un pezzetto di Egitto si è trasferito a Milanello apposta per lui: Mohsen Lamlom, inviato del quotidiano "Al-Ahram" (ovvero "Le Piramidi", ça va sans dire), ha la missione di capire, spiegare, raccontare la vita di Stephan a Milano e al Milan. Le sue radici con l’Egitto. Le sue abitudini. Savona sembra quasi un dettaglio: la sensazione è che El Shaarawy sia visto come un ragazzo del Cairo. Stephan pone due soli paletti: non si parla di politica e religione. Lamlom, assistito dal traduttore Ibrahim Mahmoud, gli porge un regalo: la statuetta di Ramses II, "a big pharaoh like you...". Un grande faraone proprio come te, Stephan. Lui se lo mette accanto: uno ha fatto la storia dell’Egitto, El Shaarawy spera di fare quella del Milan. Senza dimenticare mai le sue origini: "Sono stato in Egitto l’ultima volta due anni fa, è stata una bella vacanza. Ho fatto visita a tutti i parenti. Mio papà mi fa da tramite, e poi ogni giorno riceve mille complimenti sul mio conto. Spero di riuscire a tornarci presto". Ma c’è anche un cruccio che affligge il mondo sportivo egiziano: il fatto che Stephan non abbia mai giocato con la loro nazionale. "A dire il vero mi sarebbe piaciuto fare un’esperienza con l’Egitto — racconta lui —, ma ho fatto tutta la trafila azzurra a partire dall’Under 15 e quindi ho voluto continuare su questa strada".
Giù le mani da Mario — La nazionale chiude il capitolo dedicato all’Egitto, la maggior parte delle curiosità dell’inviato di "Al-Ahram" sono state soddisfatte. Stephan dà un’occhiata a Ramses II e probabilmente pensa che l’"altro" Faraone, quello in carne e ossa, abbia ancora molto da dire in questo campionato. Sta per arrivare un trittico di fuoco, il più importante della sua carriera, e Stephan vuole farsi trovare pronto. Sa di aver rallentato un po’ sotto porta, ma sa anche di aver sempre dato tutto, fino all’ultima caloria. È un ragazzo sereno, si scurisce soltanto quando gli si ricorda la brusca uscita dal campo col Palermo, e quando sente parlare di incompatibilità con Balotelli. Non toccategli Mario, per carità. Per il resto, nessun problema.
- El Shaarawy, non è un problema nemmeno l’idea che Berlusconi potrebbe presentarsi a Milanello per tagliarle la cresta? Il patto era che lei non smettesse di segnare...
"Ma io delle forbici del presidente non ho paura (ride, ndr). L’importante è vincere, non chi la butta dentro. Sono certo che Berlusconi è contento lo stesso, non penso di correre rischi...".
- Già, ora c’è Balotelli a catalizzare tutta l’attenzione.
"Eh sì. Mario è arrivato proprio nel momento giusto, anche perché io ho iniziato a segnare di meno. E’ stato un grande aiuto in più".
- La vostra sembra una vita praticamente in simbiosi.
"E’ nato qualcosa di bellissimo, dentro e fuori dal campo. Ne è venuta fuori una grande amicizia, un bel rapporto, e di questo sono molto contento".
- C’è chi lo dipinge come un musone.
"Nulla di più sbagliato. E’ stato bravissimo a inserirsi subito, perché oltre ad avere grandi qualità tecniche è anche un ragazzo d’oro. Ha legato con tutti, e la cosa non deve sembrare così scontata: non sempre chi arriva da un’esperienza estera ha tutta questa facilità e velocità di integrazione. Prima che arrivasse al Milan non lo conoscevo molto, l’avevo visto solo una volta in Nazionale. Per me è stata una piacevole sorpresa".
- Che cosa replica a chi sostiene che con Balotelli lei rende di meno?
"Sono critiche che non hanno una base. Io e lui ci intendiamo a meraviglia. In tutte le partite che abbiamo giocato siamo riusciti a fare qualcosa di buono insieme. Che fosse un gol o un assist. Mi pare che le prove in Nazionale siano la spiegazione migliore".
- Si può dire che con l’arrivo di Mario lei ha modificato, almeno in parte, il suo modo di giocare?
"Non mi sembra, io svolgo il mio solito lavoro. E le occasioni continuo ad averle, mi pare. Se non ho più fatto gol è solo perché arrivo sotto porta poco lucido. Balotelli è solo un compagno che mi agevola. E poi è uno che partecipa molto al gioco, facilitando il dialogo con gli esterni".
- Si è definito poco lucido sotto porta: in altre parole vuol dire che è stanco?
"Stanco? E come potrei: ho solo 20 anni...".
- Meglio così, visto che sta arrivando un ciclo di fuoco. Come ne uscirà il Milan?
"L’obiettivo ovviamente è il secondo posto, ma è una corsa impegnativa. Non bisogna sbagliare nulla e dobbiamo metterci impegno e disponibilità perché può ancora succedere di tutto. Possiamo ritrovarci secondi come quinti".
- State facendo un cammino praticamente perfetto.
"Dopo aver cambiato totalmente squadra serviva ritrovare tutti gli equilibri. Ora è tornato il Milan di una volta e io sono felice di giocarci. Eventuali pretendenti non mi interessano, nemmeno all’estero".
- Se lei, come sperano in Egitto, diventasse il capocannoniere del torneo, per il Milan sarebbe più facile arrivare secondo.
"Beh, Cavani è lontano. Sono già contento di essere secondo, è un buon traguardo".
- Che cosa è successo con Allegri durante Milan-Palermo?
"Non ce l’avevo con l’allenatore, ma con me stesso perché avevo giocato al di sotto delle mie possibilità. Così ho deciso di andare subito negli spogliatoi senza fermarmi in panchina. Niente che riguardi Allegri, con lui ho un legame particolarmente forte. Ha sempre avuto fiducia in me, anche l’anno scorso".
- Come sta il ginocchio sinistro?
"Benissimo, non ho più problemi, anche perché a Milanello lo curiamo con la massima attenzione".
- Però sarebbe meglio evitare di appollaiarsi a dormire sulle cappelliere dei treni... (ride di gusto, n.d.r)
"Vorrei precisare che il treno era fermo, e siamo saliti (con Balotelli e Niang, n.d.r) solo il tempo di fare la foto. Comunque, non lo rifarei...". In fondo non sono pose adatte a un Faraone.
www.gazzetta.it
Biasin aveva ragione
"Ora il Milan è quello di sempre"
"Io stanco? Ma se ho solo 20 anni... Balotelli? È nata un'amicizia vera. Mi toglie spazio? Macché, abbiamo sempre fatto bene insieme, come anche in Nazionale. La squadra ha ritrovato equilibrio, il secondo posto è alla portata"
Glielo dice a metà fra il serio e la battuta. Forse più serio che battuta: "Il popolo egiziano prega affinché lei sia il capocannoniere del campionato italiano". Stephan sorride imbarazzato e non sa bene come rispondere all’investitura di una nazione intera. L’Egitto è la sua seconda terra, quella che vede tutti i giorni negli occhi e nell’anima di suo padre Sabri. Ma anche nel suo cognome: El Shaarawy. Significa "colui che scrive poesie". Nel suo caso, sul campo. Anche se di egiziano conosce solo qualche parola, e non capisce la calligrafia araba, Stephan si sente molto legato alle origini paterne e per la prima volta ha accettato di rilasciare un’intervista a un organo di informazione egiziano.
Faraone azzurro — Un pezzetto di Egitto si è trasferito a Milanello apposta per lui: Mohsen Lamlom, inviato del quotidiano "Al-Ahram" (ovvero "Le Piramidi", ça va sans dire), ha la missione di capire, spiegare, raccontare la vita di Stephan a Milano e al Milan. Le sue radici con l’Egitto. Le sue abitudini. Savona sembra quasi un dettaglio: la sensazione è che El Shaarawy sia visto come un ragazzo del Cairo. Stephan pone due soli paletti: non si parla di politica e religione. Lamlom, assistito dal traduttore Ibrahim Mahmoud, gli porge un regalo: la statuetta di Ramses II, "a big pharaoh like you...". Un grande faraone proprio come te, Stephan. Lui se lo mette accanto: uno ha fatto la storia dell’Egitto, El Shaarawy spera di fare quella del Milan. Senza dimenticare mai le sue origini: "Sono stato in Egitto l’ultima volta due anni fa, è stata una bella vacanza. Ho fatto visita a tutti i parenti. Mio papà mi fa da tramite, e poi ogni giorno riceve mille complimenti sul mio conto. Spero di riuscire a tornarci presto". Ma c’è anche un cruccio che affligge il mondo sportivo egiziano: il fatto che Stephan non abbia mai giocato con la loro nazionale. "A dire il vero mi sarebbe piaciuto fare un’esperienza con l’Egitto — racconta lui —, ma ho fatto tutta la trafila azzurra a partire dall’Under 15 e quindi ho voluto continuare su questa strada".
Giù le mani da Mario — La nazionale chiude il capitolo dedicato all’Egitto, la maggior parte delle curiosità dell’inviato di "Al-Ahram" sono state soddisfatte. Stephan dà un’occhiata a Ramses II e probabilmente pensa che l’"altro" Faraone, quello in carne e ossa, abbia ancora molto da dire in questo campionato. Sta per arrivare un trittico di fuoco, il più importante della sua carriera, e Stephan vuole farsi trovare pronto. Sa di aver rallentato un po’ sotto porta, ma sa anche di aver sempre dato tutto, fino all’ultima caloria. È un ragazzo sereno, si scurisce soltanto quando gli si ricorda la brusca uscita dal campo col Palermo, e quando sente parlare di incompatibilità con Balotelli. Non toccategli Mario, per carità. Per il resto, nessun problema.
- El Shaarawy, non è un problema nemmeno l’idea che Berlusconi potrebbe presentarsi a Milanello per tagliarle la cresta? Il patto era che lei non smettesse di segnare...
"Ma io delle forbici del presidente non ho paura (ride, ndr). L’importante è vincere, non chi la butta dentro. Sono certo che Berlusconi è contento lo stesso, non penso di correre rischi...".
- Già, ora c’è Balotelli a catalizzare tutta l’attenzione.
"Eh sì. Mario è arrivato proprio nel momento giusto, anche perché io ho iniziato a segnare di meno. E’ stato un grande aiuto in più".
- La vostra sembra una vita praticamente in simbiosi.
"E’ nato qualcosa di bellissimo, dentro e fuori dal campo. Ne è venuta fuori una grande amicizia, un bel rapporto, e di questo sono molto contento".
- C’è chi lo dipinge come un musone.
"Nulla di più sbagliato. E’ stato bravissimo a inserirsi subito, perché oltre ad avere grandi qualità tecniche è anche un ragazzo d’oro. Ha legato con tutti, e la cosa non deve sembrare così scontata: non sempre chi arriva da un’esperienza estera ha tutta questa facilità e velocità di integrazione. Prima che arrivasse al Milan non lo conoscevo molto, l’avevo visto solo una volta in Nazionale. Per me è stata una piacevole sorpresa".
- Che cosa replica a chi sostiene che con Balotelli lei rende di meno?
"Sono critiche che non hanno una base. Io e lui ci intendiamo a meraviglia. In tutte le partite che abbiamo giocato siamo riusciti a fare qualcosa di buono insieme. Che fosse un gol o un assist. Mi pare che le prove in Nazionale siano la spiegazione migliore".
- Si può dire che con l’arrivo di Mario lei ha modificato, almeno in parte, il suo modo di giocare?
"Non mi sembra, io svolgo il mio solito lavoro. E le occasioni continuo ad averle, mi pare. Se non ho più fatto gol è solo perché arrivo sotto porta poco lucido. Balotelli è solo un compagno che mi agevola. E poi è uno che partecipa molto al gioco, facilitando il dialogo con gli esterni".
- Si è definito poco lucido sotto porta: in altre parole vuol dire che è stanco?
"Stanco? E come potrei: ho solo 20 anni...".
- Meglio così, visto che sta arrivando un ciclo di fuoco. Come ne uscirà il Milan?
"L’obiettivo ovviamente è il secondo posto, ma è una corsa impegnativa. Non bisogna sbagliare nulla e dobbiamo metterci impegno e disponibilità perché può ancora succedere di tutto. Possiamo ritrovarci secondi come quinti".
- State facendo un cammino praticamente perfetto.
"Dopo aver cambiato totalmente squadra serviva ritrovare tutti gli equilibri. Ora è tornato il Milan di una volta e io sono felice di giocarci. Eventuali pretendenti non mi interessano, nemmeno all’estero".
- Se lei, come sperano in Egitto, diventasse il capocannoniere del torneo, per il Milan sarebbe più facile arrivare secondo.
"Beh, Cavani è lontano. Sono già contento di essere secondo, è un buon traguardo".
- Che cosa è successo con Allegri durante Milan-Palermo?
"Non ce l’avevo con l’allenatore, ma con me stesso perché avevo giocato al di sotto delle mie possibilità. Così ho deciso di andare subito negli spogliatoi senza fermarmi in panchina. Niente che riguardi Allegri, con lui ho un legame particolarmente forte. Ha sempre avuto fiducia in me, anche l’anno scorso".
- Come sta il ginocchio sinistro?
"Benissimo, non ho più problemi, anche perché a Milanello lo curiamo con la massima attenzione".
- Però sarebbe meglio evitare di appollaiarsi a dormire sulle cappelliere dei treni... (ride di gusto, n.d.r)
"Vorrei precisare che il treno era fermo, e siamo saliti (con Balotelli e Niang, n.d.r) solo il tempo di fare la foto. Comunque, non lo rifarei...". In fondo non sono pose adatte a un Faraone.
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Re: 92 - Stephan EL SHAARAWY
Ho come l'impressione che un po' di scatto lo abbia ancora, ma poi o non prenda velocità oppure sbagli il controllo.
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Re: 92 - Stephan EL SHAARAWY
Anche Boateng e Zapata...vedrete che ci faranno il triplete.
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Re: 92 - Stephan EL SHAARAWY
non cominciate a gufarla come tutta settimana scorsa per balotelli
PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: 92 - Stephan EL SHAARAWY
Gufare? Ma se succede tutti gli anni che ci squalificano i giocatori nel momento top del campionato!!!!!
L'avessero fatto all'Inter ne avrebbero dette di tutti i colori.
L'avessero fatto all'Inter ne avrebbero dette di tutti i colori.
blitz1960- Yokohama 2007
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Re: 92 - Stephan EL SHAARAWY
cerchiamo di non tirarcele da soli almeno.
PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: 92 - Stephan EL SHAARAWY
Ma perché tu credi che quello che ci hanno fatto l'anno scorso e quello che ci stanno facendo adesso sia dovuto alla sfiga?!?!
blitz1960- Yokohama 2007
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