La situazione economica del Milan
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Re: La situazione economica del Milan
il problema è quello, senza dati sotto mano non puoi saperlo... appena lo rendono pubblico tutto avrà una spiegazione.
PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: La situazione economica del Milan
FININVEST COMUNICATO UFFICIALE: smentite le ultime voci sulla cessione della maggioranza del Milan
Questo il comunicato appena emesso da Fininvest in merito alle ultime voci sulla cessione del Milan:
"Da alcune settimane stanno tornando a fiorire sui media presunti scoop su fantomatiche intese relative agli assetti societari del Milan. La Fininvest si vede quindi costretta ancora una volta a ribadire che, come più volte comunicato, parallelamente ai colloqui ancora in corso con mister Taechaboul è stato manifestato interesse per quote della società da parte di altri e autorevoli potenziali investitori.
Con alcuni di loro sono in corso contatti, in fase assolutamente preliminare. In ogni caso, non è mai stata in discussione la cessione di quote di maggioranza e la valutazione complessiva della società su cui si ragiona è in linea con le proposte di mister Bee.
Sulle eventuali ipotesi formulate dai vari soggetti interessati la Fininvest, se del caso, si limiterà come sempre ad approfondimenti di tipo esclusivamente tecnico, senza entrare in altri ordini di considerazioni. Com’è ovvio, ogni valutazione e decisione relative al Milan e ai suoi assetti societari spettano unicamente al presidente Silvio Berlusconi.
Milano, 18 marzo 2016".
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Questo il comunicato appena emesso da Fininvest in merito alle ultime voci sulla cessione del Milan:
"Da alcune settimane stanno tornando a fiorire sui media presunti scoop su fantomatiche intese relative agli assetti societari del Milan. La Fininvest si vede quindi costretta ancora una volta a ribadire che, come più volte comunicato, parallelamente ai colloqui ancora in corso con mister Taechaboul è stato manifestato interesse per quote della società da parte di altri e autorevoli potenziali investitori.
Con alcuni di loro sono in corso contatti, in fase assolutamente preliminare. In ogni caso, non è mai stata in discussione la cessione di quote di maggioranza e la valutazione complessiva della società su cui si ragiona è in linea con le proposte di mister Bee.
Sulle eventuali ipotesi formulate dai vari soggetti interessati la Fininvest, se del caso, si limiterà come sempre ad approfondimenti di tipo esclusivamente tecnico, senza entrare in altri ordini di considerazioni. Com’è ovvio, ogni valutazione e decisione relative al Milan e ai suoi assetti societari spettano unicamente al presidente Silvio Berlusconi.
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PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: La situazione economica del Milan
lalomba ha scritto:A me risultano incomprensibili sti bilanci,lo scorso anno meno 90 spendendo zero sul mercato,quedt'anno meno 90 spendendo 90 sul mercato.
C'e' una costante diminuzione alla voce stipendi
Puccio7- Beloved User
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Re: La situazione economica del Milan
Ma non si rendono conto che più la tirano per le lunghe, più gestiscono il Milan come stanno facendo in questi anni, più il Milan si deprezza?!?!
blitz1960- Yokohama 2007
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Re: La situazione economica del Milan
ogni tanto si svegliano e fanno sti comunicati,poi ritornano nel sarcofago
trizio81- Yokohama 2007
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Re: La situazione economica del Milan
Contenti loro di ripianare 90mln ogni anno
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Re: La situazione economica del Milan
trizio81 ha scritto:ogni tanto si svegliano e fanno sti comunicati,poi ritornano nel sarcofago
quando si tratta di smentire siamo sempre i migliori
Spirit of Saint Louis- Yokohama 2007
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Re: La situazione economica del Milan
La società con più smentite al mondo
pollo0389- Montecarlo 2003
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Re: La situazione economica del Milan
Fininvest ricchissima, nessuno problema a ripianare
PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: La situazione economica del Milan
Milan, Berlusconi e un addio mai così vicino: la Cina si prende il club
Trecento milioni da una cordata di dieci imprenditori per quote tra il 60 e il 70%. Un dirigente straniero a fare da traghettatore. E il presidente ora è a un passo dal sì
MILANO - "La vendita del Milan non è mai stata così probabile". La frase che riecheggia in via Paleocapa 3, sede di Fininvest, è più di un'ammissione. Silvio Berlusconi è solo con il suo tormento: entro la fine della prossima settimana deve decidere se rinunciare all'azienda cui si sente più legato, se diventare via via presidente onorario e poi semplice tifoso numero uno della squadra di calcio che ha portato sul tetto del mondo. Nel caso dica sì, già a luglio ci sarebbe un nuovo proprietario. L'avallo del proprietario attuale all'offerta per la maggioranza del club, rivelata da Repubblica il 7 febbraio e presentata da una cordata cinese (una decina di imprenditori, disposti a versare 300 milioni per una percentuale tra il 60 e il 70% e una valorizzazione di circa 500 milioni, più i debiti), farà scattare il diritto di esclusiva: gli acquirenti saranno gli unici a potere guardare i conti fino ai primi di giugno, quando si potrà chiudere l'affare.
La figura chiave sarà un nuovo amministratore delegato, nominato dai padroni cinesi, al posto della diarchia Galliani-Barbara Berlusconi, anche se non è da escludere l'iniziale traghettamento: l'identikit porta a un dirigente straniero, non anglosassone, già attivo nel calcio italiano. Il suo primo passo annunciato, secondo i programmi, sarà simile a quello stoppato da Berlusconi padre alla figlia Barbara: il progetto di uno stadio di proprietà (costo minimo 300 milioni), giudicato imprescindibile per consolidare i ricavi.
Per il demiurgo il dilemma arriva nel momento più critico. Alla soglia degli 80 anni, sull'uscio della politica e con la cessione di una parte dell'impero televisivo, il pallone è il rifugio. La promozione dell'allenatore dalla Primavera Brocchi, con l'accelerazione del progetto di una squadra giovane e italiana, sottintende l'estremo tentativo di lasciare il segno in Coppa Italia, il 21 maggio contro la Juventus.
Tuttavia, mentre Brocchi applica metodologie inedite (un drone ha filmato ieri gli allenamenti), il vero problema resta economico. L'assemblea degli azionisti, il 28 aprile, ratificherà perdite per oltre 89 milioni e un'altra stagione senza Champions. L'allarme rosso di Fininvest è costante da tempo e Berlusconi le ha provate tutte: dall'idea dell'azionariato popolare, che la legge italiana lega alla quotazione in borsa, alla temeraria trattativa col broker thailandese Bee Taechaubol, disposto a raccogliere 480 milioni di euro ipotetici per restare in minoranza e soprattutto a valutare il club un miliardo, cifra fuori mercato.
Così si è approdati all'offerta più realistica e alla cosiddetta boutique advisory della GSP di New York, società di consulenza finanziaria sportiva che fa capo all'italoamericano Sal Galatioto, specializzato in cessioni di club del basket e del baseball statunitense, come i Charlotte all'ex fuoriclasse Michael Jordan e i Golden Warriors al produttore di Hollywood Peter Guber. Berlusconi si è chiuso in conclave con se stesso. Tecnicamente, una volta messa la firma sulla vendita con opzione, non potrà tornare indietro: ceduta la maggioranza ai cinesi, l'uscita di scena totale avverrebbe entro un anno. Anche per questo, di fronte alla valanga di
messaggi infuocati dei tifosi recapitati ad Arcore dopo l'esonero di Mihajlovic, ha avuto un soprassalto d'orgoglio. Non è più soltanto questione di gusto per il bel gioco o dell'invenzione di Mexès centravanti. È che un vincente non può lasciare perdendo: la Coppa Italia è ben più di un trofeo.
repubblica.it
Trecento milioni da una cordata di dieci imprenditori per quote tra il 60 e il 70%. Un dirigente straniero a fare da traghettatore. E il presidente ora è a un passo dal sì
MILANO - "La vendita del Milan non è mai stata così probabile". La frase che riecheggia in via Paleocapa 3, sede di Fininvest, è più di un'ammissione. Silvio Berlusconi è solo con il suo tormento: entro la fine della prossima settimana deve decidere se rinunciare all'azienda cui si sente più legato, se diventare via via presidente onorario e poi semplice tifoso numero uno della squadra di calcio che ha portato sul tetto del mondo. Nel caso dica sì, già a luglio ci sarebbe un nuovo proprietario. L'avallo del proprietario attuale all'offerta per la maggioranza del club, rivelata da Repubblica il 7 febbraio e presentata da una cordata cinese (una decina di imprenditori, disposti a versare 300 milioni per una percentuale tra il 60 e il 70% e una valorizzazione di circa 500 milioni, più i debiti), farà scattare il diritto di esclusiva: gli acquirenti saranno gli unici a potere guardare i conti fino ai primi di giugno, quando si potrà chiudere l'affare.
La figura chiave sarà un nuovo amministratore delegato, nominato dai padroni cinesi, al posto della diarchia Galliani-Barbara Berlusconi, anche se non è da escludere l'iniziale traghettamento: l'identikit porta a un dirigente straniero, non anglosassone, già attivo nel calcio italiano. Il suo primo passo annunciato, secondo i programmi, sarà simile a quello stoppato da Berlusconi padre alla figlia Barbara: il progetto di uno stadio di proprietà (costo minimo 300 milioni), giudicato imprescindibile per consolidare i ricavi.
Per il demiurgo il dilemma arriva nel momento più critico. Alla soglia degli 80 anni, sull'uscio della politica e con la cessione di una parte dell'impero televisivo, il pallone è il rifugio. La promozione dell'allenatore dalla Primavera Brocchi, con l'accelerazione del progetto di una squadra giovane e italiana, sottintende l'estremo tentativo di lasciare il segno in Coppa Italia, il 21 maggio contro la Juventus.
Tuttavia, mentre Brocchi applica metodologie inedite (un drone ha filmato ieri gli allenamenti), il vero problema resta economico. L'assemblea degli azionisti, il 28 aprile, ratificherà perdite per oltre 89 milioni e un'altra stagione senza Champions. L'allarme rosso di Fininvest è costante da tempo e Berlusconi le ha provate tutte: dall'idea dell'azionariato popolare, che la legge italiana lega alla quotazione in borsa, alla temeraria trattativa col broker thailandese Bee Taechaubol, disposto a raccogliere 480 milioni di euro ipotetici per restare in minoranza e soprattutto a valutare il club un miliardo, cifra fuori mercato.
Così si è approdati all'offerta più realistica e alla cosiddetta boutique advisory della GSP di New York, società di consulenza finanziaria sportiva che fa capo all'italoamericano Sal Galatioto, specializzato in cessioni di club del basket e del baseball statunitense, come i Charlotte all'ex fuoriclasse Michael Jordan e i Golden Warriors al produttore di Hollywood Peter Guber. Berlusconi si è chiuso in conclave con se stesso. Tecnicamente, una volta messa la firma sulla vendita con opzione, non potrà tornare indietro: ceduta la maggioranza ai cinesi, l'uscita di scena totale avverrebbe entro un anno. Anche per questo, di fronte alla valanga di
messaggi infuocati dei tifosi recapitati ad Arcore dopo l'esonero di Mihajlovic, ha avuto un soprassalto d'orgoglio. Non è più soltanto questione di gusto per il bel gioco o dell'invenzione di Mexès centravanti. È che un vincente non può lasciare perdendo: la Coppa Italia è ben più di un trofeo.
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