ALLENATORE - Massimiliano ALLEGRI
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Re: ALLENATORE - Massimiliano ALLEGRI
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Re: ALLENATORE - Massimiliano ALLEGRI
LIVE: Allegri: "Champions? Buone se non grandi possibilità di passare"
04.03.2011 13:15 di Federico Gambaro articolo letto 4370 volte
© foto di Alberto Fornasari
- Su Cassano e Seedorf: "Sta bene, ha avuto un calo fisiologico dopo la preparazione, ma anche questa settimana l'ho visto bene. E' un giocatore straordinario che può cambiare le partite. Clarence è tornato dall'infortunio, al momento è un po' ai margini, tra virgolette, ma sarà anche lui importante per il finale di stagione".
- Sul calendario del Milan: "E' sempre difficile fare punti quando si arriva in fondo contro ogni squadra, aldilà del calendario. Noi dobbiamo rimanere concentrati su quello che dobbiamo fare. Siamo quasi al completo. mancano solo Pirlo, Ambro e Pippo che spero di recuperare nel finale. Antonini e Bonera sono sulla via della guarigione. Avere tutta la rosa credo sia fondamentale per queste partite".
- Ancora sulla Juve: "Non la troviamo come rivale per il campionato ma domani è una rivale per la nostra corsa allo scudetto. Anche per loro, però, c'è ancora l'obiettivo della zona Champions. Non sarà facile, ripeto, anche perchè la Juve ha fatto bene con le grandi".
- Una battuta su mercoledì: "Apro e chiudo una parentesi. Credo che mercoledì abbiamo buone se non grandi possibilità di passare il turno".
- Su Matri: "Sono contento, è un grande giocatore, ha meritato di essere andato alla Juve e non mi meraviglia che stia facendo bene. Io sono felice del mio reparto offensivo, credo sia 'discretamente' bravo".
- Sulla sua tenuta al Milan come allenatore: "Grazie alla società che ha fatto una grande campagna acquisti e allo spogliatoio dove c'è un gruppo importante uno zoccolo duro che mi aiuta molto. Io mi sono messo in gioco e la squadra stessa si è messa in discussione".
- Sulle frasi di Moratti: "Sono battute simpatiche".
- Sulla formazione viziata dal pensiero Champions: "No dobbiamo avere la testa su domani e non a mercoledì".
- Sul Boa: "Aspettiamo di vedere la rifinitura, però posso dire che Prince ha buone possibilità di giocare".
- Sulla Juve attuale: "Non va sottovalutata, con l'Inter ha vinto, a Lecce ha giocato quasi da subito in 10 e con il Bologna ha avuto un po' di sfortuna ed è stata punita dalle ripartenze dei rossoblu. Non troveremo una sqaudra dimessa".
- Sulla gara d'andata: "Saremmo folli ad avere un calo di tensione domani. La Juve all'andata ha fatto una buona gara sfruttando i nostri errori. Noi abbiamo fatto comunque bene, 23 tiri verso la porta avversaria contro 3. Ero amareggiato e dispiaciuto per non aver trovato il risultato".
- Su Pato dal 1'min. e sulla panchina: "Ci sono buone probabilità che Alexandre giochi dall'inizio. Ma chi viene in panchina deve essere partecipe come fino ad ora è accaduto. Credo che coloro che subentrano dalla panchina possano essere decisivi per il risultato finale e questo si è visto".
- Sull'importanza di domani: "Ogni partita, quando ne mancano 11 alla fine, può essere la più importante. Domani, però, vale molto per noi in chiave scudetto e per loro per avvicinare la zona Champions. La Juve è forte fisicamente, ha carattere, sui calci piazzati è una squadra pericolosa. La Juve è ferita e per questo è pericolosa, noi dovremo stare attenti e cercare di andare a fare risultato".
- Si parte su Pato: "Sui gol non c'era bisogno di aspettare, ha sempre segnato. Ha cambiato atteggiamento, è molto più sereno, sta bene fisicamente, doveva recuperare da diversi mesi difficili per gli infortuni. Sta attraversando un bel momento, ma deve essere solo l'inizio".
www.milannews.it
04.03.2011 13:15 di Federico Gambaro articolo letto 4370 volte
© foto di Alberto Fornasari
- Su Cassano e Seedorf: "Sta bene, ha avuto un calo fisiologico dopo la preparazione, ma anche questa settimana l'ho visto bene. E' un giocatore straordinario che può cambiare le partite. Clarence è tornato dall'infortunio, al momento è un po' ai margini, tra virgolette, ma sarà anche lui importante per il finale di stagione".
- Sul calendario del Milan: "E' sempre difficile fare punti quando si arriva in fondo contro ogni squadra, aldilà del calendario. Noi dobbiamo rimanere concentrati su quello che dobbiamo fare. Siamo quasi al completo. mancano solo Pirlo, Ambro e Pippo che spero di recuperare nel finale. Antonini e Bonera sono sulla via della guarigione. Avere tutta la rosa credo sia fondamentale per queste partite".
- Ancora sulla Juve: "Non la troviamo come rivale per il campionato ma domani è una rivale per la nostra corsa allo scudetto. Anche per loro, però, c'è ancora l'obiettivo della zona Champions. Non sarà facile, ripeto, anche perchè la Juve ha fatto bene con le grandi".
- Una battuta su mercoledì: "Apro e chiudo una parentesi. Credo che mercoledì abbiamo buone se non grandi possibilità di passare il turno".
- Su Matri: "Sono contento, è un grande giocatore, ha meritato di essere andato alla Juve e non mi meraviglia che stia facendo bene. Io sono felice del mio reparto offensivo, credo sia 'discretamente' bravo".
- Sulla sua tenuta al Milan come allenatore: "Grazie alla società che ha fatto una grande campagna acquisti e allo spogliatoio dove c'è un gruppo importante uno zoccolo duro che mi aiuta molto. Io mi sono messo in gioco e la squadra stessa si è messa in discussione".
- Sulle frasi di Moratti: "Sono battute simpatiche".
- Sulla formazione viziata dal pensiero Champions: "No dobbiamo avere la testa su domani e non a mercoledì".
- Sul Boa: "Aspettiamo di vedere la rifinitura, però posso dire che Prince ha buone possibilità di giocare".
- Sulla Juve attuale: "Non va sottovalutata, con l'Inter ha vinto, a Lecce ha giocato quasi da subito in 10 e con il Bologna ha avuto un po' di sfortuna ed è stata punita dalle ripartenze dei rossoblu. Non troveremo una sqaudra dimessa".
- Sulla gara d'andata: "Saremmo folli ad avere un calo di tensione domani. La Juve all'andata ha fatto una buona gara sfruttando i nostri errori. Noi abbiamo fatto comunque bene, 23 tiri verso la porta avversaria contro 3. Ero amareggiato e dispiaciuto per non aver trovato il risultato".
- Su Pato dal 1'min. e sulla panchina: "Ci sono buone probabilità che Alexandre giochi dall'inizio. Ma chi viene in panchina deve essere partecipe come fino ad ora è accaduto. Credo che coloro che subentrano dalla panchina possano essere decisivi per il risultato finale e questo si è visto".
- Sull'importanza di domani: "Ogni partita, quando ne mancano 11 alla fine, può essere la più importante. Domani, però, vale molto per noi in chiave scudetto e per loro per avvicinare la zona Champions. La Juve è forte fisicamente, ha carattere, sui calci piazzati è una squadra pericolosa. La Juve è ferita e per questo è pericolosa, noi dovremo stare attenti e cercare di andare a fare risultato".
- Si parte su Pato: "Sui gol non c'era bisogno di aspettare, ha sempre segnato. Ha cambiato atteggiamento, è molto più sereno, sta bene fisicamente, doveva recuperare da diversi mesi difficili per gli infortuni. Sta attraversando un bel momento, ma deve essere solo l'inizio".
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Re: ALLENATORE - Massimiliano ALLEGRI
si incazzava per la mancanza di cattiveria nel finale
cmq grande
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Re: ALLENATORE - Massimiliano ALLEGRI
sono due partite che non subiamo un tiro in porta. merito del mister. bene così, non molliamo!!
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Re: ALLENATORE - Massimiliano ALLEGRI
Che Mister...
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Re: ALLENATORE - Massimiliano ALLEGRI
meriti assurdi per costui...
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Re: ALLENATORE - Massimiliano ALLEGRI
è scarso ... non è da milan ... è un demente ... non capisce un cazzo ...
LOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL
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Re: ALLENATORE - Massimiliano ALLEGRI
Allegri come Capello: paragone azzardato?
11.03.2011 18:30 di Emiliano Cuppone articolo letto 508 volte
foto di Daniele Buffa/Image Sport
L'eliminazione dalla Champions League, per mano del Tottenham, ha aperto diversi fronti di critica nei confronti del Milan e soprattutto del suo allenatore. Le ambizioni ridimensionate di una squadra che, per bocca del suo leader Ibrahimovic, doveva vincere tutto; la carenza di personalità in ambito europeo; le difficoltà ad affrontare le grandi; e soprattutto l'inesperienza di un allenatore troppo giovane per affernarsi in campo continentale.
Guardando però al cammino del Milan targato Allegri, viene in mente un altro Diavolo, di venti anni più vecchio, che ha saputo stupire il mondo. Era il 1991 quando Silvio Berlusconi decise di affidare la sua creatura ad un giovane (45 anni all'epoca) Fabio Capello, definito come uno yes man, proveniente dagli uffici di via Turati, sulla panchina solo per pochi mesi qualche anno prima come traghettatore dopo l'esonero di Liedholm. Capello ereditava la panchina di un maestro, un rivoluzionatore, come Arrigo Sacchi, che aveva stupito il mondo soprattutto in campo internazionale, e Fabio veniva dipinto come troppo giovane ed inesperto per guidare quella squadra gloriosa. Quel Milan vinse, anzi stravinse lo scudetto, chiudendo la stagione con uno scintillante 0 alla casella sconfitte, meravigliò il mondo con un calcio concreto, difensivamente impeccabile e fisicamente disarmante.
Il Milan di Massimiliano Allegri ricorda sotto molti aspetti quel Milan, migliore difesa in campionato, strapotere fisico a centrocampo ed in attacco, grazie ai muscoli dei mediani ed alla dirompente fisicità di Ibrahimovic in avanti. Un cammino in campionato che si avvicina a quello degli "Invincibili" di Don Fabio, con il Conte Max (43 anni al suo arrivo, 2 in meno di Capello) in testa da 18 giornate consecutive, dirompente con le piccole e concreto con le grandi.
Capello non ebbe la possibilità di confrontarsi con la Champions League al primo anno, al secondo raggiunse la finale, poi persa con il Marsiglia, ed al terzo conquistò la vetta dell'Europa con la memorabile finale di Atene, nella quale strapazzò il Barcellona di Cruyff. Una crescita graduale, di un Milan campione d'Italia in tutte e tre le stagioni, un Milan "da campionato" quindi, che seppe costruire, con la dovuta attenzione ed i tempi necessari, anche la dimensine europea.
Il paragone potrà apparire azzardato, ma i punti di contatto fra le due esperienze ci sono, nel modo di mettere in campo la squadra, così come nel carattere dei due protagonisti, un po' duri all'apparenza e poco inclini alla comunicazione. Che sia di buon auspicio?
www.milannews.it
pretendo la seconda stella entro il 2015 e l'ottava champions entro il 2013,allora sarà come don fabio
cmq max
11.03.2011 18:30 di Emiliano Cuppone articolo letto 508 volte
foto di Daniele Buffa/Image Sport
L'eliminazione dalla Champions League, per mano del Tottenham, ha aperto diversi fronti di critica nei confronti del Milan e soprattutto del suo allenatore. Le ambizioni ridimensionate di una squadra che, per bocca del suo leader Ibrahimovic, doveva vincere tutto; la carenza di personalità in ambito europeo; le difficoltà ad affrontare le grandi; e soprattutto l'inesperienza di un allenatore troppo giovane per affernarsi in campo continentale.
Guardando però al cammino del Milan targato Allegri, viene in mente un altro Diavolo, di venti anni più vecchio, che ha saputo stupire il mondo. Era il 1991 quando Silvio Berlusconi decise di affidare la sua creatura ad un giovane (45 anni all'epoca) Fabio Capello, definito come uno yes man, proveniente dagli uffici di via Turati, sulla panchina solo per pochi mesi qualche anno prima come traghettatore dopo l'esonero di Liedholm. Capello ereditava la panchina di un maestro, un rivoluzionatore, come Arrigo Sacchi, che aveva stupito il mondo soprattutto in campo internazionale, e Fabio veniva dipinto come troppo giovane ed inesperto per guidare quella squadra gloriosa. Quel Milan vinse, anzi stravinse lo scudetto, chiudendo la stagione con uno scintillante 0 alla casella sconfitte, meravigliò il mondo con un calcio concreto, difensivamente impeccabile e fisicamente disarmante.
Il Milan di Massimiliano Allegri ricorda sotto molti aspetti quel Milan, migliore difesa in campionato, strapotere fisico a centrocampo ed in attacco, grazie ai muscoli dei mediani ed alla dirompente fisicità di Ibrahimovic in avanti. Un cammino in campionato che si avvicina a quello degli "Invincibili" di Don Fabio, con il Conte Max (43 anni al suo arrivo, 2 in meno di Capello) in testa da 18 giornate consecutive, dirompente con le piccole e concreto con le grandi.
Capello non ebbe la possibilità di confrontarsi con la Champions League al primo anno, al secondo raggiunse la finale, poi persa con il Marsiglia, ed al terzo conquistò la vetta dell'Europa con la memorabile finale di Atene, nella quale strapazzò il Barcellona di Cruyff. Una crescita graduale, di un Milan campione d'Italia in tutte e tre le stagioni, un Milan "da campionato" quindi, che seppe costruire, con la dovuta attenzione ed i tempi necessari, anche la dimensine europea.
Il paragone potrà apparire azzardato, ma i punti di contatto fra le due esperienze ci sono, nel modo di mettere in campo la squadra, così come nel carattere dei due protagonisti, un po' duri all'apparenza e poco inclini alla comunicazione. Che sia di buon auspicio?
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pretendo la seconda stella entro il 2015 e l'ottava champions entro il 2013,allora sarà come don fabio
cmq max
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