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Messaggio Da Mattia80 Ven Mar 18, 2011 3:04 pm

Spirit of Saint Louis ha scritto:
Mattia80 ha scritto:"No al nucleare, si alle rinnovabili" (cit.) Laughing

mamma mia, pur di non scrivere nulla o dire che ne sa poco e niente ha tirato fuori una marea di stronzate
questa è di enriquez
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Messaggio Da Janko Ven Mar 18, 2011 3:39 pm

[quote="Spirit of Saint Louis"]
Mattia80 ha scritto:"No al nucleare, si alle rinnovabili" (cit.) Laughing

avevo così tante cose da dire per rispondere a questo post che ho evitato di rispondere

mamma mia che banalità che superficialità e che ignoranza
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Messaggio Da Spirit of Saint Louis Ven Mar 18, 2011 6:43 pm

Mattia80 ha scritto:
Spirit of Saint Louis ha scritto:
Mattia80 ha scritto:"No al nucleare, si alle rinnovabili" (cit.) Laughing

mamma mia, pur di non scrivere nulla o dire che ne sa poco e niente ha tirato fuori una marea di stronzate
questa è di enriquez

lo so
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Messaggio Da Janko Ven Mar 18, 2011 8:06 pm

Nucleare: alcune riflessioni

Visto quello che si sta leggendo in questi giorni un po’ ovunque in vista del referendum sul nucleare e presi dall’ineliminabile sentimento emotivo di fronte a ciò che sta accadendo in Giappone cerco di illustrare nel modo più semplice possibile quali sono alcuni dati di fatto che, secondo me, sono imprescindibili per poter poi scegliere in maniera consapevole e corretta quale dovrà essere il futuro del nucleare in Italia. Non voglio dare un giudizio di voto ma sottolineare alcune problematiche e sfatare alcuni miti comuni, sapendo che questi appartenevano fortemente anche a me, come a voi, un po’ per ignoranza, un po’ per sbagliata informazione.
Le problematiche in campo energetico sono numerosissime e non è possibile condensarle in due righe. Cerco però di riassumere i punti fondamentali facendo riferimento più che altro ai commenti vari che ho letto su fb.

Differenziamo.
L’aspetto fondamentale e, probabilmente, il più affascinante in campo energetico, è che non si possono accettare soluzioni che abbiano la pretesa di essere le migliori in assoluto e che vogliano per questo sostituirsi e porsi come alternativa ideale alle altre tecnologie.
Per avere un sistema stabile, funzionale, sicuro ed economicamente il più svincolato possibile da problematiche politiche, è fondamentale differenziare. E questo significa da un lato continuare ad adottare tecnologie provate ed efficienti come impianti a gas e a carbone puliti dei quali è fondamentale un continuo rinnovamento teso a ridurne le emissioni inquinanti e di gas serra e a migliorarne l’efficienza, e, dall’altro, essere aperti a nuove sfide come le rinnovabili, ma anche al nucleare.
Non è quindi possibile concordare con chi dice di puntare unicamente sulle rinnovabili o unicamente sul nucleare o, ancora, continuare con le sole risorse attuali. Di per sè questo porterebbe a un sistema sbagliato, ingestibile e pericoloso.

Produzione e distribuzione
Spesso ci si focalizza sulla sola tecnologia utilizzata per la produzione di energia elettrica dimenticando che questa, per essere efficacemente utilizzata, non può prescindere da un corretto sistema di trasmissione. Fondamentale è accompagnare ogni tecnologia, ogni centrale, con un sistema elettrico adeguato capace, non solo di dispacciare, ma anche di gestire e organizzare i diversi flussi sul territorio nazionale e internazionale.
Le rinnovabili qui pongono una problematica che oggi non è ancora stata risolta (se non in parte con le smart-grid) e che non si può ciecamente trascurare. Puntare sul rinnovabile significa puntare su una risorsa fortemente aleatoria, incostante, non programmabile e non dispacciabile. La natura intrinseca nelle rinnovabili porterebbe, se applicate in modo spropositato al sistema di gestione attuale, a un sistema instabile e a pericoli di blackout. Estremizzando, senza entrare nell’analisi delle problematiche della gestione dei flussi di potenza sulla rete e dei tempi di startup delle centrali, si pensi ad un sistema basato unicamente su rinnovabili (escludendo l’idroelettrico che è un discorso a parte): basterebbe uno stop dei venti, un cielo più coperto del solito, e nessuno avrebbe più energia. Questo problema non è insormontabile ma va affrontato attentamente.

Rinnovabili dunque.
Una delle motivazioni principali di chi sostiene il no al nucleare è che questo sottrarrebbe energie e fondi alle rinnovabili di per sé già fortemente limitate.
Il problema rinnovabili è molto delicato. Anch’io come la maggior parte di voi fino a pochi anni fa sognavo un mondo di rinnovabili. Anzitutto distinguiamo tra le diverse risorse.
Idroelettrico: è l’unica ampiamente utilizzata (oggi copre circa il 16% della produzione di E.E.) ma in Italia i bacini realmente sfruttabili sono pochissimi.
Biomasse: sono attualmente studiate e stanno partendo molti progetti pilota ma tesi a affiancare il consumo di combustibili per la trazione mobile e non tanto per la produzione di potenza nei grandi impianti, inoltre hanno problematiche legate al disboscamento, all’uso dei terreni, dell’acqua…
Solare: si distingue in fotovoltaico, termodinamico, termico; fotovoltaico attualmente fa uso di una tecnologia (quella del silicio) che non è efficiente, né dal punto di vista economico né energetico, il sistema di incentivi statali ormai da diversi anni adottato in Italia è, secondo molti esperti, un sistema studiato male, chi investe ha un guadagno certo pagato con soldi statali dei contribuenti, chi non investe perché non può o non vuole è costretto a pagare investimenti di altri. In un anno paghiamo (in bolletta e non come carico fiscale) 3 miliardi e mezzo di euro, soldi che, moltiplicati per 20 anni di incentivi, danno la cifra esorbitante di 70 miliardi (paradossalmente ogni anno potremmo costruire con questi soldi una nuova centrale nucleare). In definitiva al posto di finanziare con questi soldi industrie o enti di ricerca nazionali, andiamo ad arricchire industrie estere che hanno il monopolio sulla produzione e da cui siamo costretti a comprare la tecnologia. Termodinamico: si stanno facendo grossi studi e sono in via di sviluppo nuovi progetti per impianti da installare per lo più in Sicilia e in questo senso gli investimenti (anche da privati come ENEL) ci sono e sono forti. Termico: attualmente non si riesce a sfruttare efficacemente visto che la richiesta di calore (acqua calda per lo piu) è elevata proprio nei periodi invernali quando il sole è meno forte e viceversa per il solar cooling.
Eolico: la tecnologia è matura e sta avendo una diffusione enorme a livello mondiale, purtroppo in Italia non ci sono molte regioni dove potrebbe essere installato in modo efficiente. Inoltre l’eolico, più ancora del fotovoltaico, ha problematiche fortissime di gestione e dispacciamento dell’energia prodotta a causa della forte variazione stocastica della velocità e dell’intensità dei venti.
Maree: gli impianti esistenti di grossa taglia sono pochissimi e la tecnologia è ancora in fase di sviluppo e in Italia, anche qui, non ci sono molte possibilità di utilizzo reale.

Potenza e energia
Nel contesto della produzione, specie da rinnovabili, è fondamentale distinguere potenza installata da energia prodotta (il cosiddetto fattore di utilizzo). Si fa spesso il confronto con la Germania che sta puntando moltissimo sul solare. Nonostante la potenza installata in termini di fotovoltaico in Germania la produzione di energia da rinnovabili è bassissima (minore che in Italia) proprio perché questa risorsa è male sfruttata: si installano sistemi fotovoltaici la dove non c’è una buona insolazione, cresce quindi la potenza installata ma l’energia disponibile all’utenza rimane minima (sarebbe come installare pannelli al buio, sulla carta e ai giornali si presenta poi sempre la potenza dell’impianto facendo propaganda e mettendo la coscienza a posto, ma l’energia prodotta è inevitabilmente nulla).

Emissioni inquinanti e gas serra
La fonte nucleare, al contrario delle altre, è a impatto zero in termini di emissioni inquinanti (NOx, SOx, particolato, Hg…) e gas serra (CO2, CH4…) se si trascura la fase di estrazione del combustibile. Potrebbe quindi essere una valida soluzione alle sempre più forti problematiche a livello ambientale. Da questo punto di vista fondamentale è poi l’intensità energetica. Con le attuali tecnologie con 1 kg di carbone produciamo 4 kWh di energia elettrica, 1 kg di olio combustibile o 1 m^3 di gas naturale 6 kWh. Con 1 kg di uranio produciamo coi reattori attuali (PWR) 50000 kWh di energia! Con i reattori a neutroni veloci autofertilizzanti (FBR) che sono in fase sperimentale produciamo da 1 kg di uranio 2,5 milioni di kWh.
Questo cosa significa in termini di consumi e quindi di inquinanti emessi? Che per un impianto di 1000 MWe di potenza consumiamo ogni anno: impianto a carbone 2 500 000 tonnellate di combustibile (3 treni merce al giorno), per un impianto a olio combustibile 2 000 000 tonnellate al giorno (1 petroliera al giorno) mentre per un impianto nucleare PWR di pari potenza meno di 20 tonnellate all’anno, per un FBR 2 tonnellate all’anno (meno di 1 m^3).
In altre parole, facendo riferimento a dati di uno studio della Commissione Europea (Radioactive Waste Management in the European Union), in un’intera vita (70 anni), una persona che consumi solo energia elettrica nucleare, produce un volume di rifiuti radioattivi pericolosi di dimensioni pari a una boccia (!), contro le tonnellate di rifiuti (ceneri, rifiuti tossico-nocivi come metalli pesanti-mercurio piombo cadmio…e anche radioattivi a lunga vita) che ogni anno si producono per soddisfare il fabbisogno energetico di ogni singolo cittadino. Senza ricordare problematiche non solo legate alla salute dell’uomo ma a impatti ambientali più vasti (basta il disastro del pozzo petrolifero della BP). E nonostante questo ogni giorno continuiamo a muoverci in auto, a consumare energia per giocare alla playstation o per visitare facebook…?

Sicurezza
Non esiste risorsa di per se sicura in termini assoluti. Dobbiamo però basarci su dati certi e su statistiche reali e non su sentimenti ed emozioni del momento alimentate da giornalisti ottusi. Sfatiamo il mito che il nucleare è una risorsa pericolosa e insicura. Basta guardare ai decessi associati alla produzione di energia elettrica per alcune fonti energetiche: dal ’70 a oggi i decessi di gran lunga maggiori si sono avuti per l’idroelettrico, poi per il carbone, quindi il gas e infine per il nucleare. Proprio l’idroelettrico (risorsa rinnovabile per eccellenza) ha il tasso di morti più elevato in assoluto (850 morti circa per terawatt all’anno di energia prodotta contro i 40 del nucleare legate tutte all’unico disastro nucleare causato dalla gestione suicida dell’impianto….e di reattore attivi ce ne son circa 500 in tutto il mondo…impressionante no?). E questi comprendono non soltanto i 60 morti a breve periodo (per esplosione del reattore o per fortissima dose di radiazione) ma anche i 2000 morti per tumore, ma su questo torneremo dopo. In Giappone una delle dighe è stata distrutta, le centrali nucleare, seppur vecchie e di passate generazioni, hanno resistito. In Italia nonostante i numerosi morti per catastrofi (reali!) come la rottura della diga del Vajont in cui son morte quasi 2000 persone, mai nessuno ha chiesto la chiusura delle dighe sul territorio nazionale (per fortuna). Le scorie…esistono metodi di stoccaggio sicuri e provati da decenni. Poco, direte, rispetto al tempo di decadimento. Si, vero, ma anche qui la tecnologia ci viene in aiuto e sono allo studio centrali di quarta generazioni (non tanto lontane in termini di tempi_energetici legati alla vita utile degli impianti) capaci di riutilizzare le scorie degli attali impianti e ridurne i tempi di decadimento da migliaia a poche decine/centinaia di anni che è un tempo accettabilissimo. Inoltre non dimentichiamo la vera dimensione del problema scorie/inquinanti da altre fonti che abbiamo visto sopra.
Infine credo che non si possa parlare di sicurezza senza fare analisi serie in termini probabilistici del rischio. Facendo un esempio stupido la frequenza attesa di incidente letali annui automobilistico è di 0.04%, per incidente domestico è di 0.01%, per incidente nucleare è di 0.0000001%. In altri termini: morti di tumore riconducibili all’incidente di Chernobyl (dati ufficiali rilasciati dalla IEAE International Atomic Energy Agency) è di 4000 morti in 25 anni, ossia di 160 morti l’anno, contro 1,2 milioni di morti all’anno in incidenti stradali (dati OMS). Certo questi morti ci sono stati e si dovevano evitare, ma non esiste azione senza rischio.

Queste sono alcune considerazioni, ce ne sarebbero molte altre, concludo riportando due parole prese da un articolo del Corriere della Sera intitolato “La paura e la ragione”:
“«Il paradosso del progresso materiale e tecnologico - ha scritto il Wall Street Journal in uno dei migliori commenti che si siano letti sulla vicenda - è che noi sembriamo diventare tanto più avversi al rischio quanto più il progresso ci rende maggiormente sicuri». Per un verso, è proprio grazie agli sviluppi tecnico-scientifici che abbiamo raggiunto eccezionali livelli di benessere e anche (proprio così) di sicurezza: fingiamo per lo più di non saperlo ma la vita quotidiana nelle società pre-moderne era infinitamente più insicura, brutale e breve, di quanto non sia oggi nelle società industriali. Per un altro verso, raggiunti tali livelli di benessere e di sicurezza sembriamo voler rifiutare anche i rischi che pure sono intrinseci allo sviluppo tecnico-scientifico.

Discutere i pro e i contro dell'atomo va benissimo. Ciò che non va è l'irrazionalità di chi, pretendendo l'impossibile, ossia eliminare il rischio, rinuncia semplicemente a vivere.”



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Messaggio Da Puccio7 Ven Mar 18, 2011 8:27 pm

Io e Spirit abbiamo tentato di instillare un po' di conoscenza.

Tutto inutile
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Messaggio Da CaMi Ven Mar 18, 2011 9:59 pm

troppo lungo janko :sisi:
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Messaggio Da Spirit of Saint Louis Ven Mar 18, 2011 11:47 pm

Puccio7 ha scritto:Io e Spirit abbiamo tentato di instillare un po' di conoscenza.

Tutto inutile

Come glielo si può spiegare a Maldini che Rubbia sta costruendo "le sue" (nel senso di reattori progettati e brevettati da lui) centrali nucleari in Norvegia?
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Messaggio Da lalomba Sab Mar 19, 2011 8:16 am

a volte mi fate paura,io l'unica fusione che conosco è quella del cioccolato nel latte e non lascio scorie.

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Messaggio Da Spirit of Saint Louis Sab Mar 19, 2011 10:42 am

lalomba ha scritto:a volte mi fate paura,io l'unica fusione che conosco è quella del cioccolato nel latte e non lascio scorie.

neanche quell'altra fusione lascia scorie lol!

certe cose andrebbero lasciate ai fisici, solo ai fisici
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Messaggio Da lalomba Sab Mar 19, 2011 11:33 am

la cioccolata mi ha tolto pure il fisico,non parlo più.

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