Premier League-FA Cup-Carling Cup 2011-2012

Aveva chiesto di saltare la partita di Salt Lake City non appena saputo quello che era successo al suo amico Fabrice Muamba, a cui aveva fatto da mentore all’Arsenal e con cui aveva passato qualche giorno di vacanza la scorsa estate a New York, ma quelli dei Red Bulls non glielo hanno permesso. E così, finita la partita, Thierry Henry si è imbarcato sul primo volo per Londra, via New York, e ieri mattina è arrivato al London Chest Hospital dove da sabato Muamba è ricoverato nel reparto di terapia intensiva. Nelle intenzioni di Titì la visita doveva restare una faccenda privata (il giocatore è anche passato dal retro pur di non essere beccato dai giornalisti), ma farsi 5mila miglia per parlare un’oretta con il centrocampista del Bolton (e quasi due con il resto della sua famiglia) e poi tornare indietro nella stessa giornata è un gesto che non poteva passare sotto silenzio. E infatti è finito prima su Twitter e da lì poi su tutti i giornali del Regno, accanto all’emozionante intervista rilasciata alla BBC dal medico del Bolton, Jonathan Tobin, nella quale il dottore ha raccontato che Muamba è praticamente morto per 78 minuti (48 minuti da quando è collassato in campo fino all’arrivo in ospedale e altri 30 dopo) e che gli hanno usato il defibrillatore per ben 15 volte per resuscitarlo.
DEANER: HO PIANTO — Per questo il recupero prodigioso del giocatore, che anche ieri ha chiacchierato con parenti e amici, ha dell’incredibile per tutti, a cominciare dal dottor Andrew Deaner, ovvero l’eroico tifoso del Tottenham che per primo gli ha prestato soccorso in campo e che non doveva nemmeno essere allo stadio (ha preso il biglietto di un altro che non ci poteva andare), che non a caso sul Daily Express parla espressamente di “miracolo”: “Due ore dopo che Muamba era tornato cosciente gli ho sussurrato nell’orecchio: “Come ti chiami?” e lui mi ha risposto “Fabrice Muamba” e quando gli ho detto “ho sentito che sei un giocatore davvero bravo”, lui ha replicato “ci provo” e a quel punto mi sono scese le lacrime”.

inutili ipotesi sul futuro — E la reazione del 23enne è straordinaria anche per il dottor Sam Mohiddin, il cardiologo che si sta occupando di lui in ospedale insieme alla sua équipe. “Fabrice ha sempre dato positivi segnali di ripresa – ha raccontato all’Express – e non sta solo superando le nostre più rosee aspettative, ma anche le nostre stesse speranze. Tuttavia, siamo ancora all’inizio e sebbene il ragazzo continui a parlare e a riconoscere le persone e un pieno recupero sia possibile, non credo sia il caso di discutere adesso se potrà tornare a giocare oppure no”.
IL BOLTON — Insomma, cauto ottimismo, ma senza affrettare i tempi (i medici non hanno ancora indicato una possibile data di dimissione dall’ospedale), mentre il Bolton ha già fatto sapere alla famiglia di Muamba che al giocatore (che è sotto contratto fino al 2014) verrà concesso un periodo di tempo illimitato per riprendersi, sul modello di quanto già fatto in passato dal club per Joey O’Brien (che in pratica dal 2008 non ha più giocato per un grave infortunio al ginocchio, ma è rimasto sotto contratto con il Bolton fino alla scorsa estate, dopo il rinnovo firmato nel 2009 per poter continuare la riabilitazione). Ma ora più che mai “the show must go on” e il Bolton ha così deciso di giocare come previsto al Reebok Stadium sabato contro Blackburn e di recuperare martedì prossimo a White Hart Lane la sfida contro il Tottenham di FA Cup, sospesa per l’infortunio a Muamba (i biglietti di sabato scorso restano validi), mentre il tecnico Owen Coyle ha parlato alla squadra, invitando i giocatori a farsi avanti nel caso in cui non se la sentissero di scendere in campo.