8 - Gennaro GATTUSO
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Re: 8 - Gennaro GATTUSO
Addio ringhio.
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Re: 8 - Gennaro GATTUSO
GATTUSO: "MILAN, MI SENTIVO VUOTO"
"Non posso dare altro a questa società"
12/05/12
Rino Gattuso saluta il Milan dopo tredici anni. La decisione è maturata nell'ultimo mese: "Dopo la mia malattia, qualcosa è tornato a bollirmi dentro. Voglio sentirmi utile, ma non penso di poter dare più niente a questa società. Mi sono sentito vuoto, ho capito che il ciclo è finito. Galliani mi aveva offerto un altro anno di contratto ma ho detto no. Sono stati tredici anni fantastici, è stato un sogno giocare per la squadra che tifavo da bambino".
La lunga pausa per i problemi all'occhio aveva cambiato le sue prospettive, ma il rientro agonistico le ha stravolte nuovamente: "Mi sentivo quasi una mascotte, dicevano che fossi importante per lo spogliatoio. Va bene la prima volta, va bene la seconda, ma poi... Il problema - spiega Gattuso nella conferenza stampa d'addio - è quando ti pulsa dentro un po' di sangue, e io penso che a me pulsi ancora qualcosa. La società non mi garantiva un posto? Io non l'ho mai chiesto, so che nella vita bisogna guadagnarsi tutto. Il Milan mi voleva a tutti i costi per un altro anno, ma io mi sentivo vuoto a livello calcistico, pensavo di non poter dare più nulla a questa società. Così ho fatto una scelta diversa, che spero sia quella giusta".
Il suo addio arriva assieme a quello di altri grandi senatori: "Di Nesta sapevo già, ma ho capito che un ciclo stava finendo. Lo zoccolo duro dello spogliatoio andava via e così anche io ho pensato di prendere un'altra strada. Non è il primo ciclo che finisce: prima c'erano gli olandesi, poi Maldini e Costacurta. Sono le due persone che ringrazio di più perchè sono quelle che ci hanno trasmesso i grandi valori e la filosofia di questa squadra. Adesso è rimasto Ambrosini a portarli avanti. Credo che la filosofia e la cultura che inondano Milanello rimarranno per sempre qui".
Il futuro? "Sappiamo che l'azienda e la società hanno qualche problema economico ma so per certo, conoscendo i dirigenti, che allestiranno al meglio la squadra del prossimo anno. Questo non è un fuggi fuggi dei senatori. Dove andrò? Non lo so, voglio decidere con calma. Adesso comincio uno stage di quattro settimane a Coverciano, così prendo l'attestato e lo metto nel cassetto. Poi parlerò con il vero capitano di casa mia, cioè mia moglia. Deciderò assieme a lei dove giocare il prossimo anno ma lo farò con grande tranquillità. Sarebbe bello stare anche un po' più di tempo con i miei genitori dato che sono fuori di casa da vent'anni, ma Gallarate rimarrà anche in futuro il centro della mia vita".
Alcuni momenti rossoneri più importanti: "Se parliamo di sconfitte penso a Istanbul. Ho visto Gesù Cristo e la Madonna in persona, ho avuto gli incubi per sei mesi. La vittoria più bella è quella del 2003 a Manchester, dopo aver battuto l'Inter in semifinale e la Juve in finale. Vale più di qualasiasi coppa". L'allenatore del cuore rimane invece Ancelotti: "Per me Carletto è stato allenatore, amico, papà, un amante calcisticamente parlando. Carletto è Carletto. Per lui ci voleva una statua come quella dedicata a Nereo Rocco. Il suo Milan in Europa aveva lo stesso rispetto del Barcellona di adesso. Ancelotti non è stato solo l'allenatore di questa squadra, era tutto. E' stato la persona che amavi e volevi bene, lo stimavi e quando scendevi in campo davi l'anima anche per lui. Quando preparavi la partita non ce n'era per nessuno. Diceva: voi scendete in campo che la partita ve la faccio vincere io".
Le squadre dove non andrei mai? "Metto le mani avanti, perché so che non mi vorrebbero loro. Ma Inter e Juve sono quelle dove non giocherei, per la storia che ho scritto qui al Milan". Le cose di cui mi penso? "L'anno scorso mi sono sparato due cartucce con Jordan (l'aggressione in Milan-Tottenham, ndr) e Leonardo (il coro dopo Roma-Milan, ndr). Ho sbagliato, ma spero rimanga solo l'immagine positiva che ha la gente di me". Chiusura su Allegri: "E' una persona diversa da Ancelotti, ma non posso dimenticare che l'anno scorso ha creduto su di me e mi ha fatto giocare tanto. Non è vero che abbiamo litigato".
www.sportmediaset.it
"Non posso dare altro a questa società"
12/05/12
Rino Gattuso saluta il Milan dopo tredici anni. La decisione è maturata nell'ultimo mese: "Dopo la mia malattia, qualcosa è tornato a bollirmi dentro. Voglio sentirmi utile, ma non penso di poter dare più niente a questa società. Mi sono sentito vuoto, ho capito che il ciclo è finito. Galliani mi aveva offerto un altro anno di contratto ma ho detto no. Sono stati tredici anni fantastici, è stato un sogno giocare per la squadra che tifavo da bambino".
La lunga pausa per i problemi all'occhio aveva cambiato le sue prospettive, ma il rientro agonistico le ha stravolte nuovamente: "Mi sentivo quasi una mascotte, dicevano che fossi importante per lo spogliatoio. Va bene la prima volta, va bene la seconda, ma poi... Il problema - spiega Gattuso nella conferenza stampa d'addio - è quando ti pulsa dentro un po' di sangue, e io penso che a me pulsi ancora qualcosa. La società non mi garantiva un posto? Io non l'ho mai chiesto, so che nella vita bisogna guadagnarsi tutto. Il Milan mi voleva a tutti i costi per un altro anno, ma io mi sentivo vuoto a livello calcistico, pensavo di non poter dare più nulla a questa società. Così ho fatto una scelta diversa, che spero sia quella giusta".
Il suo addio arriva assieme a quello di altri grandi senatori: "Di Nesta sapevo già, ma ho capito che un ciclo stava finendo. Lo zoccolo duro dello spogliatoio andava via e così anche io ho pensato di prendere un'altra strada. Non è il primo ciclo che finisce: prima c'erano gli olandesi, poi Maldini e Costacurta. Sono le due persone che ringrazio di più perchè sono quelle che ci hanno trasmesso i grandi valori e la filosofia di questa squadra. Adesso è rimasto Ambrosini a portarli avanti. Credo che la filosofia e la cultura che inondano Milanello rimarranno per sempre qui".
Il futuro? "Sappiamo che l'azienda e la società hanno qualche problema economico ma so per certo, conoscendo i dirigenti, che allestiranno al meglio la squadra del prossimo anno. Questo non è un fuggi fuggi dei senatori. Dove andrò? Non lo so, voglio decidere con calma. Adesso comincio uno stage di quattro settimane a Coverciano, così prendo l'attestato e lo metto nel cassetto. Poi parlerò con il vero capitano di casa mia, cioè mia moglia. Deciderò assieme a lei dove giocare il prossimo anno ma lo farò con grande tranquillità. Sarebbe bello stare anche un po' più di tempo con i miei genitori dato che sono fuori di casa da vent'anni, ma Gallarate rimarrà anche in futuro il centro della mia vita".
Alcuni momenti rossoneri più importanti: "Se parliamo di sconfitte penso a Istanbul. Ho visto Gesù Cristo e la Madonna in persona, ho avuto gli incubi per sei mesi. La vittoria più bella è quella del 2003 a Manchester, dopo aver battuto l'Inter in semifinale e la Juve in finale. Vale più di qualasiasi coppa". L'allenatore del cuore rimane invece Ancelotti: "Per me Carletto è stato allenatore, amico, papà, un amante calcisticamente parlando. Carletto è Carletto. Per lui ci voleva una statua come quella dedicata a Nereo Rocco. Il suo Milan in Europa aveva lo stesso rispetto del Barcellona di adesso. Ancelotti non è stato solo l'allenatore di questa squadra, era tutto. E' stato la persona che amavi e volevi bene, lo stimavi e quando scendevi in campo davi l'anima anche per lui. Quando preparavi la partita non ce n'era per nessuno. Diceva: voi scendete in campo che la partita ve la faccio vincere io".
Le squadre dove non andrei mai? "Metto le mani avanti, perché so che non mi vorrebbero loro. Ma Inter e Juve sono quelle dove non giocherei, per la storia che ho scritto qui al Milan". Le cose di cui mi penso? "L'anno scorso mi sono sparato due cartucce con Jordan (l'aggressione in Milan-Tottenham, ndr) e Leonardo (il coro dopo Roma-Milan, ndr). Ho sbagliato, ma spero rimanga solo l'immagine positiva che ha la gente di me". Chiusura su Allegri: "E' una persona diversa da Ancelotti, ma non posso dimenticare che l'anno scorso ha creduto su di me e mi ha fatto giocare tanto. Non è vero che abbiamo litigato".
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Re: 8 - Gennaro GATTUSO
fa come Scholes..
Gattuso vinceva le partite da solo (cit.)
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Re: 8 - Gennaro GATTUSO
Anche io ho pensato a Scholes
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Re: 8 - Gennaro GATTUSO
io ho come la sensazione che lo scholes sarà qualcun altro
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Re: 8 - Gennaro GATTUSO
CaMi ha scritto:Era ora, grande Rino
grinta indimenticabile
concordo.
grazie di tutto.
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Re: 8 - Gennaro GATTUSO
gladiatore vero fino all'ultimo secondo.
Grazie Rino!
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Re: 8 - Gennaro GATTUSO
Partita che si chiude con un suo fallo
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Re: 8 - Gennaro GATTUSO
Grande Rino, grazie di tutto
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Re: 8 - Gennaro GATTUSO
ammetto che tra i tre è stranamente quello a cui voglio più bene
grazie rino
grazie rino
CaMi- Yokohama 2007
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