Intercettazioni Inter
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Re: Intercettazioni Inter
pulita come l'inter
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Re: Intercettazioni Inter
Tavaroli: "Spiavamo anche Moggi
Consegnai il dossier a Facchetti"
MILANO, 13 giugno 2012
L'ex responsabile della sicurezza di Telecom e Pirelli, al processo sui dossier illegali in Corte d'assise a Milano: "Non svolsi le indagini io personalmente, ma credo che lo fece il dottor Bove: sicuramente sul traffico telefonico di Luciano Moggi, oltre che su quello di Massimo De Santis. Non ricordo se anche su quello di Antonio Giraudo"
"Non svolsi le indagini io personalmente, ma credo che lo fece il dottor Bove (ex manager Telecom morto suicida, ndr) sicuramente sul traffico telefonico di Luciano Moggi, oltre che su quello di Massimo De Santis. Non ricordo se anche su quello di Antonio Giraudo". Queste le parole di Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza di Telecom e Pirelli, al processo sui dossier illegali in corso di svolgimento davanti alla Corte d'assise a Milano. Tavaroli ha aggiunto: "Ricevetti in un incontro a tre Massimo Moratti e Giacinto Facchetti. Il report (denominato Ladroni, ndr) era teso a confermare le rivelazioni di un arbitro (Nucini, ndr) in merito a possibili frodi sportive del 2002. Consegnai integralmente il rapporto a Facchetti. Poi ne discutemmo assieme, ma non so se Moratti fu messo al corrente dell'esito delle indagini.". La deposizione in corso oggi è il seguito di quella di una settimana fa nel corso della quale Tavaroli ammise che il dossier Ladroni gli fu commissionato dal patron dell'Inter Massimo Moratti e venne messo in pratica con l'allora presidente nerazzurro Giacinto Facchetti.
vieri e jugovic — Tavaroli ha parlato anche dell'attività di spionaggio su alcuni ex giocatori dell'Inter, come Vieri e Jugovic: "Quello fu il primo incarico per cui l'Inter si rivolse a Tronchetti Provera e quindi a me per un supporto professionale. Le attività vennero poi condotte dall'agenzia Polis d'Istinto. Chi pagò? L'Inter. Mentre per il dossier Ladroni pagò Pirelli per un errore amministrativo".
www.gazzetta.it
Consegnai il dossier a Facchetti"
MILANO, 13 giugno 2012
L'ex responsabile della sicurezza di Telecom e Pirelli, al processo sui dossier illegali in Corte d'assise a Milano: "Non svolsi le indagini io personalmente, ma credo che lo fece il dottor Bove: sicuramente sul traffico telefonico di Luciano Moggi, oltre che su quello di Massimo De Santis. Non ricordo se anche su quello di Antonio Giraudo"
"Non svolsi le indagini io personalmente, ma credo che lo fece il dottor Bove (ex manager Telecom morto suicida, ndr) sicuramente sul traffico telefonico di Luciano Moggi, oltre che su quello di Massimo De Santis. Non ricordo se anche su quello di Antonio Giraudo". Queste le parole di Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza di Telecom e Pirelli, al processo sui dossier illegali in corso di svolgimento davanti alla Corte d'assise a Milano. Tavaroli ha aggiunto: "Ricevetti in un incontro a tre Massimo Moratti e Giacinto Facchetti. Il report (denominato Ladroni, ndr) era teso a confermare le rivelazioni di un arbitro (Nucini, ndr) in merito a possibili frodi sportive del 2002. Consegnai integralmente il rapporto a Facchetti. Poi ne discutemmo assieme, ma non so se Moratti fu messo al corrente dell'esito delle indagini.". La deposizione in corso oggi è il seguito di quella di una settimana fa nel corso della quale Tavaroli ammise che il dossier Ladroni gli fu commissionato dal patron dell'Inter Massimo Moratti e venne messo in pratica con l'allora presidente nerazzurro Giacinto Facchetti.
vieri e jugovic — Tavaroli ha parlato anche dell'attività di spionaggio su alcuni ex giocatori dell'Inter, come Vieri e Jugovic: "Quello fu il primo incarico per cui l'Inter si rivolse a Tronchetti Provera e quindi a me per un supporto professionale. Le attività vennero poi condotte dall'agenzia Polis d'Istinto. Chi pagò? L'Inter. Mentre per il dossier Ladroni pagò Pirelli per un errore amministrativo".
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Re: Intercettazioni Inter
benemeriti
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Re: Intercettazioni Inter
finalmente è uscito tutto.
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Re: Intercettazioni Inter
NOTIZIE FLASH 16.07
L'INTER E TELECOM CONDANNATE A VERSARE 1 MIL A VIERI PER LO "SPIONAGGIO"
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L'INTER E TELECOM CONDANNATE A VERSARE 1 MIL A VIERI PER LO "SPIONAGGIO"
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Re: Intercettazioni Inter
Spionaggio, un milione di risarcimento per Christian Vieri
L'Inter e Telecom Italia sono stati condannati al risarcimento in solido di un mln in favore di Bobo Vieri per lo 'spionaggio' che avrebbe subito quando giocava nel club nerazzurro. Vieri aveva chiesto un risarcimento di 12 mln a Telecom e di 9,250 all'Inter. Lo spionaggio risale alla vicenda dei dossier illegali della passata gestione di Telecom.
www.sportitalia.com
L'Inter e Telecom Italia sono stati condannati al risarcimento in solido di un mln in favore di Bobo Vieri per lo 'spionaggio' che avrebbe subito quando giocava nel club nerazzurro. Vieri aveva chiesto un risarcimento di 12 mln a Telecom e di 9,250 all'Inter. Lo spionaggio risale alla vicenda dei dossier illegali della passata gestione di Telecom.
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Re: Intercettazioni Inter
chiesti 21 ottenuti 1
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Re: Intercettazioni Inter
«Così l’Inter spiava la Juve». Cipriani, rivelazioni choc
TORINO - L'Inter fra il 2002 e il 2003 aveva commissionato indagini illegali su Luciano Moggi e Antonio Giraudo, allora massimi dirigenti della Juventus, su Massimo De Santis, allora arbitro internazionale, e anche sulla Gea World, la società dell’agente Alessandro Moggi, e – novità - sull’allora presidente della Reggina, Pasquale Foti. Lo ha dichiarato ieri mattina, sotto giuramento, l’ex investigatore privato Emanuele Cipriani, che quelle indagini ha coordinato personalmente e ora si trova imputato a Milano nel processo Telecom per la vicenda dei dossier illegali. La novità è l’aggiunta della Gea e di Foti nel carnet degli spiati, la definizione di dettagli tecnici relativi ad alcune di queste indagini che si sono spinte fino agli appostamenti sotto casa e ai controllo dei conti bancari dei famigliari.
LE RADICI - Resta, quindi, solo il gusto di scoprire cosa succedeva prima di Calciopoli. O, come sostiene l’avvocato Paolo Gallinelli (legale di De Santis ) «le radici stesse di Calciopoli». Perché le indagini illegali condotte dalla “Polis d’Istinto”, la società di Cipriani, ricalcano in modo singolare quelle che, due anni dopo, hanno portato all’inchiesta di Napoli e al relativo processo. «È come se qui si fossero riciclate non solo teorie accusatorie, ma anche meccanismi investigativi e prove», spiega Gallinelli. In questo senso, sembra quasi un colpo di scena da spystory la scoperta, di qualche mese fa, che uno dei computer di Giuliano Tavaroli (l’ex capo della “security” di Pirelli e di Telecom il deus ex machina dell’attività di dossieraggio della Telecom al centro dell’omonimo processo) fu ispezionato, nel 2005, proprio dal nucleo operativo dei Carabinieri di via Inselci a Roma, lo stesso nucleo che si occupava delle indagini di Calciopoli e che, apparentemente, non aveva ragioni per ispezionare quel pc. «Insomma, mi sembra chiaro che l’inchiesta di Calciopoli è nata prima del 2004, quando ufficialmente fu aperta da Narducci . E certamente non è nata in modo legale», chiosa Gallinelli.
SETTIMANALI - Ieri in aula c’era anche Luciano Moggi , spinto a Milano dalla curiosità di sentire come e in che modo veniva spiato. Ne è uscito contrariato: «È pazzesco, spiavano me e la mia famiglia. Ci controllavano i telefoni, pedinavano persone. Calciopoli è nata a Milano, ispirata dall’Inter. Tenevano tutti sotto controllo», commenta al telefono l’ex dg della Juventus, che avanzerà una richiesta di danni all’Inter, esattamente come hanno fatto Vieri (che ha ottenuto un milione) e De Santis che discuterà il prossimo 24 ottobre. E il «controllo» che irrita Moggi, era piuttosto fitto. Cipriani ha infatti spiegato in aula che Tavaroli e i suoi committenti «pretendevano aggiornamenti settimanali, durante i quali venivano incrociati i dati in mio possesso con i dati telefonici che penso venissero direttamente da Telecom». I dossier, quindi, venivano costruiti con le indagini svolte da Cipriani che, per tutto quello che riguardava i traffici telefonici, sfruttava la compagnia telefonica di Tronchetti Provera.
www.tuttosport.com
TORINO - L'Inter fra il 2002 e il 2003 aveva commissionato indagini illegali su Luciano Moggi e Antonio Giraudo, allora massimi dirigenti della Juventus, su Massimo De Santis, allora arbitro internazionale, e anche sulla Gea World, la società dell’agente Alessandro Moggi, e – novità - sull’allora presidente della Reggina, Pasquale Foti. Lo ha dichiarato ieri mattina, sotto giuramento, l’ex investigatore privato Emanuele Cipriani, che quelle indagini ha coordinato personalmente e ora si trova imputato a Milano nel processo Telecom per la vicenda dei dossier illegali. La novità è l’aggiunta della Gea e di Foti nel carnet degli spiati, la definizione di dettagli tecnici relativi ad alcune di queste indagini che si sono spinte fino agli appostamenti sotto casa e ai controllo dei conti bancari dei famigliari.
LE RADICI - Resta, quindi, solo il gusto di scoprire cosa succedeva prima di Calciopoli. O, come sostiene l’avvocato Paolo Gallinelli (legale di De Santis ) «le radici stesse di Calciopoli». Perché le indagini illegali condotte dalla “Polis d’Istinto”, la società di Cipriani, ricalcano in modo singolare quelle che, due anni dopo, hanno portato all’inchiesta di Napoli e al relativo processo. «È come se qui si fossero riciclate non solo teorie accusatorie, ma anche meccanismi investigativi e prove», spiega Gallinelli. In questo senso, sembra quasi un colpo di scena da spystory la scoperta, di qualche mese fa, che uno dei computer di Giuliano Tavaroli (l’ex capo della “security” di Pirelli e di Telecom il deus ex machina dell’attività di dossieraggio della Telecom al centro dell’omonimo processo) fu ispezionato, nel 2005, proprio dal nucleo operativo dei Carabinieri di via Inselci a Roma, lo stesso nucleo che si occupava delle indagini di Calciopoli e che, apparentemente, non aveva ragioni per ispezionare quel pc. «Insomma, mi sembra chiaro che l’inchiesta di Calciopoli è nata prima del 2004, quando ufficialmente fu aperta da Narducci . E certamente non è nata in modo legale», chiosa Gallinelli.
SETTIMANALI - Ieri in aula c’era anche Luciano Moggi , spinto a Milano dalla curiosità di sentire come e in che modo veniva spiato. Ne è uscito contrariato: «È pazzesco, spiavano me e la mia famiglia. Ci controllavano i telefoni, pedinavano persone. Calciopoli è nata a Milano, ispirata dall’Inter. Tenevano tutti sotto controllo», commenta al telefono l’ex dg della Juventus, che avanzerà una richiesta di danni all’Inter, esattamente come hanno fatto Vieri (che ha ottenuto un milione) e De Santis che discuterà il prossimo 24 ottobre. E il «controllo» che irrita Moggi, era piuttosto fitto. Cipriani ha infatti spiegato in aula che Tavaroli e i suoi committenti «pretendevano aggiornamenti settimanali, durante i quali venivano incrociati i dati in mio possesso con i dati telefonici che penso venissero direttamente da Telecom». I dossier, quindi, venivano costruiti con le indagini svolte da Cipriani che, per tutto quello che riguardava i traffici telefonici, sfruttava la compagnia telefonica di Tronchetti Provera.
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Re: Intercettazioni Inter
Lotito: Rinuncio alla prescrizione
"Dimostrerò estraneità a Calciopoli"
"Calciopoli è un sistema che non mi appartiene e rinuncerò alla prescrizione per dimostrare la mia estraneità". Il giorno dopo le sentenze della Corte di appello di Napoli, nell'ambito del processo con rito abbreviato a Calciopoli, il presidente della Lazio, Claudio Lotito, interviene sull'argomento: "Mi contestano la frode sportiva, ma io ero entrato nel calcio da 8 mesi: questo fa sorridere. Io sono abituato a conquistarmi le cose in modo leale".
Lotito, nel dibattimento risalente a un anno fa, è stato condannato in primo grado a un anno e tre mesi: "Mi viene contestata la frode sportiva su fatti su cui non avevo riscontro - spiega il presidente della Lazio nel corso dell'intervista condotta da Antonello Piroso sulla web tv Blogo.it - . Scrissi soltanto una lettera ufficiale al presidente della Figc in cui chiesi di intervenire perché sennò sarebbe saltato il sistema". "L'udienza d'appello non è stata ancora fissata - prosegue Lotito -. Mi pare di capire che per quanto riguarda l'aspetto dello Stato, questo processo si è quindi esaurito. Io comunque rinuncerò alla prescrizione, perché voglio che emerga che ero totalmente estraneo".
www.sportmediaset.it
come moratti
"Dimostrerò estraneità a Calciopoli"
"Calciopoli è un sistema che non mi appartiene e rinuncerò alla prescrizione per dimostrare la mia estraneità". Il giorno dopo le sentenze della Corte di appello di Napoli, nell'ambito del processo con rito abbreviato a Calciopoli, il presidente della Lazio, Claudio Lotito, interviene sull'argomento: "Mi contestano la frode sportiva, ma io ero entrato nel calcio da 8 mesi: questo fa sorridere. Io sono abituato a conquistarmi le cose in modo leale".
Lotito, nel dibattimento risalente a un anno fa, è stato condannato in primo grado a un anno e tre mesi: "Mi viene contestata la frode sportiva su fatti su cui non avevo riscontro - spiega il presidente della Lazio nel corso dell'intervista condotta da Antonello Piroso sulla web tv Blogo.it - . Scrissi soltanto una lettera ufficiale al presidente della Figc in cui chiesi di intervenire perché sennò sarebbe saltato il sistema". "L'udienza d'appello non è stata ancora fissata - prosegue Lotito -. Mi pare di capire che per quanto riguarda l'aspetto dello Stato, questo processo si è quindi esaurito. Io comunque rinuncerò alla prescrizione, perché voglio che emerga che ero totalmente estraneo".
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