Topic Politico
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Re: Topic Politico
ROMA - "Non bisogna scambiare singole delusioni personali per fatti politici. Le nostre sono liste larghe e articolate e i candidati esterni indicano che il Pd vuole rappresentare largamente la società italiana mettendo insieme mondo economico e culturale, non c'è settarismo, c'è voglia di essere inclusivi". Il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, risponde alle polemiche esplose sulle liste del Pd e ribadisce: "Il Pd e la coalizione di centrosinistra vuole vincere le elezioni, dopo guarderemo al risultato in Parlamento e valuteremo le scelte da fare sulle alleanze, ma il nostro primo interlocutore sarà sicuramente la lista Monti a partire dal governo Bersani". Rivolgendosi in particolare al segretario del Psi, Riccardo Nencini, che ha convocato d'urgenza la segreteria nazionale e i segretari regionali del partito, Letta ha detto: "Non capisco il senso della protesta di Nencini. C'erano dei patti e sono stati rispettati - ha detto Letta - le nostre sono liste aperte e sarà una buona alleanza''. Anche sull'esclusione di Reggi nessun blitz: "Tutte le scelte sono state fatte di comune accordo e tengono conto del risultato delle primarie. Credo che nessuno possa accusare queste scelte di partigianeria è molto importante il rapporto tra Bersani e Renzi che faranno campagna elettorale in tandem".
La protesta del Psi. "Noi non facciamo gli ospiti in casa di nessuno. L'ipotesi di una lista Pd-Psi, nel nome del socialismo europeo, era supportata da un orizzonte politico condiviso e da una rappresentanza equilibrata nei territori. Se vengono meno questi presupposti, e non per colpa nostra, ognuno per conto proprio", aveva affermato il segretario del Psi, che ha convocato una riunione d'urgenza per decidere se iniziare la raccolta firme per presentare le liste. Secondo quanto si apprende, il partito guidato da Nencini aveva stretto un accordo con il Pd che prevedeva - spiegano dal Psi - una decina di parlamentari eletti. Viceversa, dalla composizione delle liste, i posti riservati alla quota socialista sarebbero soltanto tre. Per questo Nencini e il Psi starebbero valutando l'ipotesi - non agile, né facile, dicono ancora al partito - di presentare le firme.
Sindaco calabrese si sospende da Psi. Il sindaco di Cetraro ed assessore della Provincia di Cosenza, Giuseppe Aieta, ha inviato una lettera al segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini, con la quale ha reso noto la sua sospensione del Partito in segno di protesta contro ''l'esclusione dei socialisti calabresi dalle liste dei candidati al Parlamento da te indicati alla segreteria del Partito Democratico''. ''Estromettere i socialisti calabresi - aggiunge Aieta - significa decretare la fine del Partito in Calabria. Significa, ancora, spingere nella totale rassegnazione una classe dirigente composta da molti sindaci, consiglieri provinciali e comunali, assessori provinciali e comunali, dirigenti di Partito che in queste elezioni avevano intravisto un motivo di rilancio alla luce anche della splendida performance alle ultime regionali che, però, non è bastata a far eleggere un consigliere regionale. Per tutti questi motivi ti comunico la mia sofferta ma convinta sospensione dal Partito in attesa di discuterla con te e con il segretario regionale del Psi Calabria".
Tensione in Sardegna. Polemiche anche in Sardegna dove il presidente del gruppo del Partito democratico nel Consiglio regionale, Giampaolo Diana, ha annunciato le proprie dimissioni in segno di protesta contro le decisioni della Direzione nazionale sulla composizione delle liste per le elezioni politiche alla Camera e al Senato: "Nelle prossime ore comunicherò al Gruppo consiliare le mie dimissioni da capogruppo Pd - ha detto -. Il voto delle primarie non è stato rispettato e credo che la Sardegna debba cercare, anche in queste ore di modificare quella decisione". Da Roma sono stati infatti indicati alcuni nomi nella lista sarda e in questo schema resterebbero fuori dalla possibilità di ottenere un seggio nell'isola altri aspiranti che avevano superato la prova delle primarie.
Polemiche anche a Cagliari: "Se la direzione nazionale del partito Democratico e il segretario e premier Bersani non ripristineranno la democrazia e non rispetteranno l'esito delle primarie, i consiglieri provinciali del Pd si autosospenderanno dal Partito", hanno annunciato gli eletti nel consiglio provincia di Cagliari Emanuele Armeni, Rita Corda, Cristian Gitani, Giorgio Marongiu, Walter Marongiu, Luca Mereu, Roberto Pili, Massimo Pusceddu, Enzo Strazzera e Claudio Uccheddu, esprimendo "forte dissenso" sulle liste dei candidati in Sardegna alle elezioni politiche varate ieri a Roma.
Anche per il gruppo del Pd nel consiglio provinciale di Sassari le liste dei candidati in Sardegna per le politiche decise ieri a Roma rappresentano una "rottura del patto di fiducia con gli elettori nei nostri territori che nelle primarie hanno riposto le loro speranze per ridare voce e rappresentanza a un territorio particolarmente colpito dalla crisi". In una lettera a Pierluigi Bersani e al presidente della commissione per la composizione delle liste, Enrico Letta, i consiglieri provinciali di Sassari chiedono che quelle sarde vengano riviste.
In polemica con le decisioni della Direzione nazionale sulla composizione delle liste è arrivata anche l'autosospensione dal Pd del presidente regionale dell'Anci, Cristiano Erriu (sindaco di Santadi).
Puglia, consiglieri regionali: "Impugnare liste". L'invito al segretario regionale pugliese del Pd, Sergio Blasi, ''a rendere davvero irrevocabili le sue dimissioni (non si sono mai viste dimissioni irrevocabili soggette a revoca) e a proporre come ultimo atto della sua segreteria l'impugnazione delle liste elettorali'' viene rivolto dai consiglieri regionali del Pd Fabiano Amati, Ruggiero Mennea e Donato Pentassuglia (il primo è anche assessore nella giunta Vendola alla Protezione civile). "Nel silenzio più assordante che sta accompagnando il giorno dopo l'approvazione delle liste - dicono - segnaliamo ancora una volta la consumazione di atti arbitrari che tradiscono la buona idea delle primarie e il loro esito, pur con tutti i limiti''. "Qualora il segretario regionale - conclude la nota - non dovesse ritenere di tutelare i partecipanti alle primarie con un atto d'impugnazione dinanzi alla Commissione nazionale di garanzia, invitiamo tutti i candidati lesi da questa arbitraria distribuzione dei posti in lista ad attivarsi senza indugio, consapevoli che il loro atto avrà il più alto effetto politico che si possa compiere per chi si vanta di occuparsi della cosa pubblica: l'educazione allo stare assieme nel rispetto delle regole".
"Aver paracadutato Losacco e Scalfarotto nella lista pugliese in una posizione privilegiata è il tradimento dello spirito delle primarie, oltre alla violazione del regolamento per le candidature che della deliberazione della Direzione regionale del Pd", afferma in una nota la senatrice uscente Colomba Mongiello, candidata al numero 15 della lista alla Camera della Puglia. La parlamentare annuncia di avere formalmente presentato ricorso alla Commissione nazionale di garanzia presieduta da Luigi Berlinguer contro la decisione della Direzione nazionale che la ha "retrocessa di due postazioni, assegnando le stesse a due persone rispettabilissime, ma che - afferma - non mi pare incarnino quelle eccellenze che il regolamento e lo statuto impongono per qualificare le liste del Partito Democratico". Ma non tutti sono d'accordo con la senatrice: "Il ricorso presentato dalla senatrice Colomba Mongiello rispetto alla composizione della lista dei candidati alla Camera della Puglia non è assolutamente condivisibile e lo affermo a nome dell'intero Partito Democratico di Capitanata", ha dichiarato Paolo Campo, segretario provinciale del Pd a Foggia.
Emilia Romagna, Richetti: "Errore fare fuori Reggi". Non meno aspri i toni in Emilia Romagna. Matteo Richetti, a L'aria che tira su La7, lancia il primo affondo renziano sull'esclusione dalle liste pd dell'ex sindaco di piacenza e coordinatore della campagna elettorale alle primarie di Matteo Renzi. "Un errore madornale". Per il candidato alla Camera e braccio destro del sindaco di Firenze, premiato alle primarie modenesi con oltre 9.000 Voti, "non aver messo Reggi nelle liste è un errore madornale. Non si capisce perché un partito che ha puntato tanto sulle primarie ne mortifica poi uno dei protagonisti". A Richetti, che poco prima aveva anche criticato il ripescaggio di alcuni parlamentari uscenti, che "non hanno fatto le primarie e poi rientrano in lista grazie alla sintonia politica con alcuni leader", viene poi chiesto se a suo parere si tratti di una vendetta. "Questo non lo so- risponde l'ex presidente dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna-. Roberto ha condotto una campagna decisa e aspra a favore di Renzi, ma ha fatto il sindaco di Piacenza per due volte in virtù della sua capacità amministrativa". In una città, ricorda il renziano, che spesso aveva visto in sella amministrazioni di centrodestra.
La delusione dell'escluso. "C'è molta delusione perché contavo di entrare a dare il mio contributo in Parlamento vista la mia esperienza di sindaco. È stata un'esclusione ad personam che non ho compreso. Ho fatto tutto quello che potevo per il bene del Pd. Ho avuto un atteggiamento battagliero durante le primarie e sono stato accusato di averne troppo per aver alzato troppo i toni, anche se i toni li hanno alzati tutti. L'importante è che a partita finita si ritorni a giocare per la stessa squadra. Non è giusto farla pagare a chi si è battuto per far si che queste primarie fossero credibili", ha affermato a Tgcom24 Roberto Reggi. "Renzi - ha aggiunto Reggi - avrebbe voluto difendermi fino alla morte. Sono stato io a non volere. Renzi era rammaricato quando l'ho sentito e mi ha ringraziato molto. Siamo entrambi mortificati, sono situazioni un po' così. Bersani? Gli ho mandato un sms dicendo che era una cosa incomprensibile, ma che avrei accettato". Più tardi ha aggiunto: "Hanno posto un veto sul mio nome perché avrei avuto un atteggiamento troppo aggressivo in campagna elettorale, come se ci fosse stato solo da una parte un atteggiamento aggressivo. Invece i toni sono stati alti da tutte e due le parti. Come è normale che sia in una competizione vera, come sono state le primarie tra Renzi e Bersani".
E il terremoto Pd scuote anche il renziano Salvatore Vassallo, politologo a Bologna che è a un passo dall'addio. Pur avendo detto 'nò ad una candidatura in posizione sicura nella lista Monti, Vassallo ha annunciato a Rainews che non parteciperà alla campagna elettorale. "Noi abbiamo contribuito a costituire tra il 2007 e il 2008 un partito che doveva essere molto diverso da quelli che precedevano. Un partito aperto, plurale, capace di parlare a parti della società italiana che non si erano riconosciute in passato nei partiti della sinistra tradizionali. Oggi questo non mi pare che sia in campo", afferma Vassallo.
Vendola: "Naturali fibrillazioni su liste". "La democrazia non produce tossine, produce naturalmente fibrillazione e tensioni perché quando si fa una gara chiunque partecipi vuole vincerla", ha dichiarato il
governatore della Regione Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola, commentando le liste ufficializzate dal Pd. "Le tossine appartengono a coloro che vivono la politica chiusi dentro al palazzo, dentro i sistemi di potere o che decidono il futuro dell'Italia nei salotti buoni dove conta soltanto l'élite", ha concluso il governatore.
(09 gennaio 2013)
www.repubblica.it
beh un bel clima nell'alleanza globale
La protesta del Psi. "Noi non facciamo gli ospiti in casa di nessuno. L'ipotesi di una lista Pd-Psi, nel nome del socialismo europeo, era supportata da un orizzonte politico condiviso e da una rappresentanza equilibrata nei territori. Se vengono meno questi presupposti, e non per colpa nostra, ognuno per conto proprio", aveva affermato il segretario del Psi, che ha convocato una riunione d'urgenza per decidere se iniziare la raccolta firme per presentare le liste. Secondo quanto si apprende, il partito guidato da Nencini aveva stretto un accordo con il Pd che prevedeva - spiegano dal Psi - una decina di parlamentari eletti. Viceversa, dalla composizione delle liste, i posti riservati alla quota socialista sarebbero soltanto tre. Per questo Nencini e il Psi starebbero valutando l'ipotesi - non agile, né facile, dicono ancora al partito - di presentare le firme.
Sindaco calabrese si sospende da Psi. Il sindaco di Cetraro ed assessore della Provincia di Cosenza, Giuseppe Aieta, ha inviato una lettera al segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini, con la quale ha reso noto la sua sospensione del Partito in segno di protesta contro ''l'esclusione dei socialisti calabresi dalle liste dei candidati al Parlamento da te indicati alla segreteria del Partito Democratico''. ''Estromettere i socialisti calabresi - aggiunge Aieta - significa decretare la fine del Partito in Calabria. Significa, ancora, spingere nella totale rassegnazione una classe dirigente composta da molti sindaci, consiglieri provinciali e comunali, assessori provinciali e comunali, dirigenti di Partito che in queste elezioni avevano intravisto un motivo di rilancio alla luce anche della splendida performance alle ultime regionali che, però, non è bastata a far eleggere un consigliere regionale. Per tutti questi motivi ti comunico la mia sofferta ma convinta sospensione dal Partito in attesa di discuterla con te e con il segretario regionale del Psi Calabria".
Tensione in Sardegna. Polemiche anche in Sardegna dove il presidente del gruppo del Partito democratico nel Consiglio regionale, Giampaolo Diana, ha annunciato le proprie dimissioni in segno di protesta contro le decisioni della Direzione nazionale sulla composizione delle liste per le elezioni politiche alla Camera e al Senato: "Nelle prossime ore comunicherò al Gruppo consiliare le mie dimissioni da capogruppo Pd - ha detto -. Il voto delle primarie non è stato rispettato e credo che la Sardegna debba cercare, anche in queste ore di modificare quella decisione". Da Roma sono stati infatti indicati alcuni nomi nella lista sarda e in questo schema resterebbero fuori dalla possibilità di ottenere un seggio nell'isola altri aspiranti che avevano superato la prova delle primarie.
Polemiche anche a Cagliari: "Se la direzione nazionale del partito Democratico e il segretario e premier Bersani non ripristineranno la democrazia e non rispetteranno l'esito delle primarie, i consiglieri provinciali del Pd si autosospenderanno dal Partito", hanno annunciato gli eletti nel consiglio provincia di Cagliari Emanuele Armeni, Rita Corda, Cristian Gitani, Giorgio Marongiu, Walter Marongiu, Luca Mereu, Roberto Pili, Massimo Pusceddu, Enzo Strazzera e Claudio Uccheddu, esprimendo "forte dissenso" sulle liste dei candidati in Sardegna alle elezioni politiche varate ieri a Roma.
Anche per il gruppo del Pd nel consiglio provinciale di Sassari le liste dei candidati in Sardegna per le politiche decise ieri a Roma rappresentano una "rottura del patto di fiducia con gli elettori nei nostri territori che nelle primarie hanno riposto le loro speranze per ridare voce e rappresentanza a un territorio particolarmente colpito dalla crisi". In una lettera a Pierluigi Bersani e al presidente della commissione per la composizione delle liste, Enrico Letta, i consiglieri provinciali di Sassari chiedono che quelle sarde vengano riviste.
In polemica con le decisioni della Direzione nazionale sulla composizione delle liste è arrivata anche l'autosospensione dal Pd del presidente regionale dell'Anci, Cristiano Erriu (sindaco di Santadi).
Puglia, consiglieri regionali: "Impugnare liste". L'invito al segretario regionale pugliese del Pd, Sergio Blasi, ''a rendere davvero irrevocabili le sue dimissioni (non si sono mai viste dimissioni irrevocabili soggette a revoca) e a proporre come ultimo atto della sua segreteria l'impugnazione delle liste elettorali'' viene rivolto dai consiglieri regionali del Pd Fabiano Amati, Ruggiero Mennea e Donato Pentassuglia (il primo è anche assessore nella giunta Vendola alla Protezione civile). "Nel silenzio più assordante che sta accompagnando il giorno dopo l'approvazione delle liste - dicono - segnaliamo ancora una volta la consumazione di atti arbitrari che tradiscono la buona idea delle primarie e il loro esito, pur con tutti i limiti''. "Qualora il segretario regionale - conclude la nota - non dovesse ritenere di tutelare i partecipanti alle primarie con un atto d'impugnazione dinanzi alla Commissione nazionale di garanzia, invitiamo tutti i candidati lesi da questa arbitraria distribuzione dei posti in lista ad attivarsi senza indugio, consapevoli che il loro atto avrà il più alto effetto politico che si possa compiere per chi si vanta di occuparsi della cosa pubblica: l'educazione allo stare assieme nel rispetto delle regole".
"Aver paracadutato Losacco e Scalfarotto nella lista pugliese in una posizione privilegiata è il tradimento dello spirito delle primarie, oltre alla violazione del regolamento per le candidature che della deliberazione della Direzione regionale del Pd", afferma in una nota la senatrice uscente Colomba Mongiello, candidata al numero 15 della lista alla Camera della Puglia. La parlamentare annuncia di avere formalmente presentato ricorso alla Commissione nazionale di garanzia presieduta da Luigi Berlinguer contro la decisione della Direzione nazionale che la ha "retrocessa di due postazioni, assegnando le stesse a due persone rispettabilissime, ma che - afferma - non mi pare incarnino quelle eccellenze che il regolamento e lo statuto impongono per qualificare le liste del Partito Democratico". Ma non tutti sono d'accordo con la senatrice: "Il ricorso presentato dalla senatrice Colomba Mongiello rispetto alla composizione della lista dei candidati alla Camera della Puglia non è assolutamente condivisibile e lo affermo a nome dell'intero Partito Democratico di Capitanata", ha dichiarato Paolo Campo, segretario provinciale del Pd a Foggia.
Emilia Romagna, Richetti: "Errore fare fuori Reggi". Non meno aspri i toni in Emilia Romagna. Matteo Richetti, a L'aria che tira su La7, lancia il primo affondo renziano sull'esclusione dalle liste pd dell'ex sindaco di piacenza e coordinatore della campagna elettorale alle primarie di Matteo Renzi. "Un errore madornale". Per il candidato alla Camera e braccio destro del sindaco di Firenze, premiato alle primarie modenesi con oltre 9.000 Voti, "non aver messo Reggi nelle liste è un errore madornale. Non si capisce perché un partito che ha puntato tanto sulle primarie ne mortifica poi uno dei protagonisti". A Richetti, che poco prima aveva anche criticato il ripescaggio di alcuni parlamentari uscenti, che "non hanno fatto le primarie e poi rientrano in lista grazie alla sintonia politica con alcuni leader", viene poi chiesto se a suo parere si tratti di una vendetta. "Questo non lo so- risponde l'ex presidente dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna-. Roberto ha condotto una campagna decisa e aspra a favore di Renzi, ma ha fatto il sindaco di Piacenza per due volte in virtù della sua capacità amministrativa". In una città, ricorda il renziano, che spesso aveva visto in sella amministrazioni di centrodestra.
La delusione dell'escluso. "C'è molta delusione perché contavo di entrare a dare il mio contributo in Parlamento vista la mia esperienza di sindaco. È stata un'esclusione ad personam che non ho compreso. Ho fatto tutto quello che potevo per il bene del Pd. Ho avuto un atteggiamento battagliero durante le primarie e sono stato accusato di averne troppo per aver alzato troppo i toni, anche se i toni li hanno alzati tutti. L'importante è che a partita finita si ritorni a giocare per la stessa squadra. Non è giusto farla pagare a chi si è battuto per far si che queste primarie fossero credibili", ha affermato a Tgcom24 Roberto Reggi. "Renzi - ha aggiunto Reggi - avrebbe voluto difendermi fino alla morte. Sono stato io a non volere. Renzi era rammaricato quando l'ho sentito e mi ha ringraziato molto. Siamo entrambi mortificati, sono situazioni un po' così. Bersani? Gli ho mandato un sms dicendo che era una cosa incomprensibile, ma che avrei accettato". Più tardi ha aggiunto: "Hanno posto un veto sul mio nome perché avrei avuto un atteggiamento troppo aggressivo in campagna elettorale, come se ci fosse stato solo da una parte un atteggiamento aggressivo. Invece i toni sono stati alti da tutte e due le parti. Come è normale che sia in una competizione vera, come sono state le primarie tra Renzi e Bersani".
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governatore della Regione Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola, commentando le liste ufficializzate dal Pd. "Le tossine appartengono a coloro che vivono la politica chiusi dentro al palazzo, dentro i sistemi di potere o che decidono il futuro dell'Italia nei salotti buoni dove conta soltanto l'élite", ha concluso il governatore.
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Re: Topic Politico
stasera si riderà..silvio da santoro
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minchia... nella tana del lupo
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Se ne va entro dieci secondi
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io voglio ridere davanti al Silvio vs Travaglio
si prendono a pugni imho
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CaMi- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
dato 5:1 l'abbandono dell studio da alcune società di scommesse inglesi
Mattia80- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
Sentito ieri da Vespa. Solo gli ultimi 10 minuti.
Il commento sulle donne comunque e' da far venire i brividi.
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Puccio7- Beloved User
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Re: Topic Politico
cosa ha detto ieri da Vespa?
Mattia80- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
Alla domanda se anche loro avranno il 40% di candidati donne, ha risposto che e' molto difficile, siccome le donne sono mogli e madri. E ha fatto capire che per questo motivo non hanno molto tempo per la politica.
Puccio7- Beloved User
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Mattia80- Yokohama 2007
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