NBA 2012-2013

Sia benedito MySky. Ieri spento i Miami dopo la prima metà di gara, stamattina cavo lungo delle cuffie inserito nella tv e si riprende la registrazione, good.

godo poco quando perdono i lakers..

detto questo continuo ad aver dubbi su come possano perdere il titolo quest'anno

Se gli Heat si mettono in testa di voler aprire un ciclo vincente...

Io ho registrato la partita. Poi me la guardo in differita.
Cmq i Lakers non vincono un bel niente quest'anno, dipende tutto dagli Heat.

- Illegale dare Allen e Lewisite a questi Heat. Finalmente finito l'equivoco Anthony-Pittman...si và con Bosh da 5 già dall'inizio. Strani i crampi di Lebron, comunque 26+10 in 29'. Molto bene Almario da 8 e 11 assist senza TO.

- 12/31 ai liberi? Are you kidding me? benvenuti nel magico mondo dei Lakers...ah Kobe 22 e 0 assist...

- Irving è veramente sensazionale...

Irving è fortissimo. A me piace moltissimo, ma poi quanto cazzo è agile?

Può James insidiare il trono di Jordan?

Il Prescelto punta ad essere al comando della Lega non solo nel presente ma anche nel confronto con ogni epoca passata mentre entra nella seconda parte della propria carriera tra i professionisti: ora l’interrogativo non è quando vincerà il primo titolo, ma quanti ne vincerà.

Per James il basket è un mezzo, per Jordan il fine: qui sta l’intrinseca e profonda differenza nella concezione del gioco delle 2 stelle più brillanti che hanno calpestato i parquet negli ultimi 20 anni, Bryant permettendo.

Ci sono situazioni in cui i campioni vanno oltre i propri limiti, momenti in grado di dare una svolta definitiva al risultato di un’intera stagione, momenti nei quali la storia del basket viene scritta. Molti di questi sono avvenuti negli scorsi playoff. Tutti conosciamo Lebron James. Tutti eravamo consapevoli che una macchina da pallacanestro con quei mezzi fisici sarebbe riuscito nell’impresa di vincere l’anello, soprattutto dopo la decisone di “portare il suo talento” sulle spiagge di South Beach.

I fattori del titolo

Una squadra atipica quella costruita a Miami, con 2 dei primi 5 giocatori della Lega e con un unico altro giocatore in grado di dare un contributi importante, sicuramente troppo poco per vincere già al primo anno l’anello (gli Heat hanno perso infatti le Finals 2011 con Dallas 4 a 2) ma che, grazie a innesti di giocatori di ruolo come Battier e alla crescita di Chalmers ha permesso a Miami di ritornare al titolo quest’anno, a 6 anni di distanza dall’ultimo successo targato Shaq e Wade. La vittoria del titolo ha aperto una discussione che nel prossimo futuro sarà a mio avviso sempre più gettonata: il paragone tra James e Michael Jordan.

Heat versione 2012-2013

Quest’anno gli Heat appaiono ancora più competitivi grazie all’aggiunta di Ray Allen ingaggiato via free agency: l’esperta guardia tiratrice potrà dare un contributo importante uscendo dalla panchina e ricoprendo il ruolo di sesto uomo di lusso.

La dichiarazione

Il vero obiettivo per questi Heat non era la conquista di un solo titolo ma, come disse Lebron quando annunciò in diretta televisiva il suo approdo alla corte di Pat Riley e Spoelstra “non due, non tre, non quattro titoli”. Riuscirà James a mantenere quanto dichiarato 2 anni fa? La risposta a questa domanda è di fondamentale importanza per almeno 2 motivi.

Il confronto con la storia

Se Lebron aprisse un ciclo, allora entrerebbe in una ristretta cerchia dell’NBA, per intenderci tra i primissimi della storia del gioco non solo per talento individuale ma anche per titoli vinti. Senza nulla togliere ai suoi mezzi tecnici e atletici e al suo immenso talento ritengo che in questo momento James non sia ancora tra i primi 10 giocatori all-time. La vincita di titoli in serie consacrerebbe definitivamente il giocatore non solo dal punto di vista statistico, dove dati alla mano è già tra i migliori di sempre, ma anche per numero di anelli vinti.

Il paragone tra James e Jordan

Il secondo punto di discussione è il paragone, che sta nascendo tra molti esperti della palla a spicchi, tra James e Jordan: paragone che adesso può avere valenza solo analizzando la strada di James in questi primi 9 anni nella Lega con le prime 9 stagioni di Jordan, dato che la carriera dell’ex Bulls si è conclusa dopo 15 anni nella Lega, mentre quella di James, almeno per quanto riguarda il computo dei titoli, è appena iniziata.

Per quanto riguarda l’analisi tecnica dei 2 giocatori invece il paragone può già esser legittimo: il nativo di Akron sfrutta nel suo gioco un fisico quasi illegale anche nell’NBA moderna, che gli permette di giocare anche da ala grande sfruttando i movimenti affinati negli ultimi anni in post, alla quale unisce una visione di gioco che per certi versi ricorda quella di Magic Johnson.

Volendo essere dei perfezionisti si possono trovare difetti nel palleggio con la mano sinistra di Lebron (comunque migliorato nel corso degli anni) oltre che nella struttura fisica: James ha infatti un fisico molto più “largo” di quello di Jordan e Bryant e ciò non favorisce a mio avviso una perfetta meccanica di tiro, per la quale occorre un corpo più esile, da guardia.

Jordan invece disponeva di una grandissima tecnica, che gli ha permesso di tirare con circa il 50% in carriera tenendo una media di oltre 30 punti a partita, alla quale aggiungeva un’incredibile velocità d’esecuzione: questa combinazione di fattori rendeva il nativo di Charlotte un giocatore estremamente difficile da marcare.

A tutto ciò Jordan aggiungeva una clutchness che James, nonostante la vittoria del titolo, non ha ancora mostrato e, soprattutto nella seconda parte di carriera, una grande capacità di migliorare i compagni, fatto per il quale era stato lungamente criticato fino alla prima conquista del titolo. In comune le 2 superstar hanno la completezza del loro gioco: James detiene il record di media assist per singola stagione tra le ali e centri, Jordan ha provato a chiudere una stagione con 32 punti, 8 assist e 8 rimbalzi di media.

Oltre a essere 2 grandi scorer, Jordan e James sono anche 2 difensori eccellenti: James ha provato ad arrivare secondo nella classifica di difensore dell’anno, Jordan primo. Si tratta quindi di 2 all-around completi e quasi privi di difetti.

Tuttavia, mettendo in secondo piano l’analisi tecnica, dove, come mostrato, un paragone può anche apparire legittimo, è ancora troppo presto per confrontare l’attuale icona del basket mondiale con the GOAT.

Molte furono le critiche al primo Jordan, che impiegò 7 anni per vincere il titolo, in quanto accusato di egoismo e di incapacità di coinvolgere i compagni di squadra e di alzarne il livello. Tutte queste critiche furono spazzate via dalla vittoria di ben 6 titoli NBA, che sarebbero potuti essere 7 o 8 se Jordan non si fosse ritirato per un anno e mezzo per dedicarsi al baseball a causa della morte del padre.

Da un punto di vista statistico Lebron ha impiegato più o meno lo stesso tempo per vincere il primo titolo: James ha vinto infatti al 9 anno di militanza in NBA l’anello, a 27 anni (Jordan ne aveva 28). Tuttavia ciò che ha compiuto l’ex Cleveland non è che il primo passo verso un lungo percorso che, nel caso venisse completato, lo porterebbe su un piano equivalente a quello di Jordan: il confronto non va fatto in base all’età ma in base agli anni di militanza nella Lega.

A parità di età James sarebbe superiore a Jordan, in quanto a 27 anni l’attuale proprietario dei Bobcats aveva giocato 7 stagioni in NBA (di cui una, la seconda, quasi saltata interamente a causa di un infortunio alla caviglia) mentre Lebron ha finito la nona, ma facendo un confronto in proporzione alle stagioni giocate le prime 9 annate di Jordan sono superiori a quelle di James.

Al momento ritengo tuttavia non si possa proporre un dibattito: troppo diverse le carriere dei 2 giocatori e, come già detto, una non ha ancora visto la sua conclusione. Si possono però fare delle analisi e previsioni per la seconda parte della carriera di James, per quanto non facili.

L’ultima annata ai Bulls

Jordan ha vinto l’ultimo anello a 35 anni, nella stagione 1997-1998 nella quale l’ex Tar Heels ha vinto anche il titolo di MVP della stagione regolare: risultato che ha dell’eclatante. Per fare un paragone è come se Bryant, l’unico altro giocatore dell’era moderna paragonabile a MJ, vincesse alla fine della stagione 2013-2014 il premio di MVP della Lega, impresa molto improbabile visto che nella passata stagione Kobe è arrivato quarto nella corsa all’MVP.

Focalizzando di nuovo l’attenzione su James, ritengo che, a causa del suo stile di gioco, sia destinato ad avere un declino più rapido di quello di Jordan: a mio avviso a 35 anni l’ex SVSM non sarà più al top della Lega, dato che il gioco di LBJ ha un’ottima base tecnica, ma il vantaggio sugli avversari è dato principalmente dalla componente fisica e atletica. In quest’ottica è logico aspettarsi un declino più rapido passati i 30 anni da parte del fenomeno di Akron.

Il futuro di James

Ovviamente si sta parlando di previsioni e molto dipenderà da quale squadra James avrà attorno: a mio parere a fine contratto, a meno di sconvolgimenti in casa Heat (molto difficile) la scelta più logica sarebbe cambiare squadra.

La situazione al termine della stagione 2013/2014 vedrebbe infatti un Lebron vicino ai 30 anni, con un trentaduenne Wade e un trentenne Bosh: verò è che i titoli si vincono con l’esperienza, tuttavia se tutti e 3 i giocatori sfruttassero le rispettive player option per le 2 stagioni successivi il salary cap di Miami sarebbe già occupato per oltre 61 milioni nella stagione 2014/2015, che diventerebbero 65 la stagione successiva. Il poco spazio di manovra rappresenta un grande ostacolo per costruire un buon supporting cast.

Non è da escludere quindi la possibilità che James cambi nuovamente aria o addirittura, come già ipotizzato da alcuni esperti, faccia un clamoroso ritorno a Cleveland, che ha un ottima base per il futuro nel duo Irving-Thompson al quale aggiunge quest’anno le interessanti scelte del primo giro di quest’anno Waiters (che ha però in parte deluso in preseason) e Zeller.

Le reali chances di aprire un ciclo

Ritengo che la strada che deve fare James per raggiungere la stessa categoria di Jordan è ancora lunga e il tempo a disposizione, data la quantità di scogli da superare, non è moltissimo. Nonostante la polarizzazione che sta avvenendo tra le squadre NBA, che si traduce in una concorrenza meno vasta da battere (sono poche infatti le squadre che si giocano il titolo, secondo gli esperti infatti, prima dello scambio di Harden, il titolo era considerato quasi esclusivamente come una questione a 3 tra Miami, Lakers e Oklahoma), è molto difficile che James apra un ciclo di 4-5 titoli vinti nei prossimi 6-7 anni, considerando che il suo gioco avrà una ulteriore maturazione ma allo stesso tempo risentirà del calo dell’esplosività dovuto all’avanzare dell’età.

Ritengo quindi che James abbia tutte le carte in regola per entrare nei primi 10 della storia della Lega, forse nei primi 5 ma che difficilmente possa andare oltre.
http://www.basketlive.it

condivido poco dell'articolo postato da Rudy,poi addirittura le previsioni sul declino a 30 anni di LBJ dimenticandosi che facendo la PF si allungherebbe la carriera...comunque considerazioni sulla notte:
-ennesimi crampi per LBJ forse qualcosa nn va.....vittoria facile facile degli Heat in certi momenti sembravano i Suns con difesa però
-se i lakers giocano il basket al rallentatore di Brown allora prendere Nash nn ha avuto senso.....se vuoi giocare al meglio col canadese devi alzare i ritmi e vivere di pick and roll cosa difficile con Howard e + facile con Gasoft....quanto tempo passerà prima che Bryant monopolizzi la palla?
-Irving è un fenomeno ho visto la partita dei Cavs e nel quarto periodo ha la sicurezza dei grandissimi...già oggi uno dei primi 4-5 clutch player della lega

Un pò di bet NBA?

Per stanote ho giocato tre over...Deng (17.5 pts.), Gortat (13.5 pts.), Aldridge (20.5 pts.) @5.80...

Harden forse voleva mandare un messaggio a qualcuno...37 punti, 6 rimbalzi e 12 assist all'esordio con i Rockets (W @ Detroit)...