NFL/CFL/IFL

Devi andare

Un ragazzo italiano nel gotha Nfl

"Voglio dare un calcio al Super Bowl" Il 21enne Giorgio Tavecchio ha firmato per i mitici San Francisco 49ers. A "Repubblica" racconta come, da aspirante centrocampista, è approdato nel grande football

C'è un ragazzo italiano sotto uno di quei caschi d’oro con la sigla SF che sta per San Francisco 49ers, il gotha della National football league. Si chiama Giorgio Tavecchio, classe 1990, nato a Milano da mamma americana (che lavora per il governo Usa) e da papà lombardo (restauratore). Si è appena laureato a Berkeley (Economia politica) e non ha avuto neppure il tempo di festeggiare che è dovuto correre al camp dello squadrone della Baia, a Santa Clara. Per inseguire la Nfl, per essere il primo italiano a giocare nella massima espressione del football professionistico. Da...calciatore. Che poi sarebbe kicker, ruolo delicatissimo e spesso decisivo. Perché la Nfl si gioca con le mani e sempre più spesso si decide con i calci franchi, con i piedi, insomma.

Come ci sei riuscito, Giorgio?
''Il momento chiave è stato un campo estivo in quella che poi sarebbe diventata la mia università, California Berkeley, Cal, l’estate che precedette il mio ultimo anno di liceo quando, per la verità, pensavo soprattutto al calcio e alla mia Inter, di cui sono tifosissimo. Sino a quel momento ero conosciuto più come un buon centrocampista, per i miei capelli ricci e spettinati e i pantaloncini corti da soccer player, che per altro. Mi fecero calciare e calciare. Trascorsero molti mesi. Proprio alla fine del liceo arrivò la chiamata di Cal. Accettai e cambiò il mio destino. Pensate, prima dovevo andare a Ucd, University California Davies, che mi aveva cercato, appunto, per
il soccer. Non ebbi dubbi, pensando soprattutto alla qualità degli studi: scelsi Cal e quindi il football. E' andata bene, visti i risultati. E allora mi sono detto: Giorgio, vai fino in fondo. Ricordo di averne parlato con papà Renato dopo la sconfitta in finale all'Holiday Bowl. Mi sono laureato con un Gpa (Grade point average) di 3,72 e ne sono felice ma ho deciso di provarci per non avere alcun rimpianto post universitario. Quindi la trafila è stata cercarsi un agente, rendersi disponibile per i provini, mandare video delle mie partite. E sperare...".

IL BLOG/Playbook 1

Tavecchio si racconta a Repubblica.it con coinvolgente semplicità. Eppure - basta digitare il suo nome su internet per accorgersene - il ragazzo italiano è davvero molto considerato negli States. Altri al posto suo se la tirerebbero per molto meno. Ma Giorgio è il campione della porta accanto: un giovane sereno e umile, sensibile e aperto agli altri. Niente arie, insomma. Solo un grande, ovvio, entusiasmo.

Quando e come hai scoperto il football?
''Al secondo anno di liceo, alla Campolindo high school di Moraga, in California. Un mio amico mi chiese: 'Visto che sei bravo a calcio, vuoi giocare con noi da kicker? La squadra non ne ha uno...'. Gli risposi: no, grazie, non sono interessato. Poi, a casa, lo raccontai a mamma Gabriella e lei mi convinse del contrario: ''Sei in America, la patria del football Giorgio, perché non provare qualcosa di differente dal calcio?''. Chissà, forse era stufa di avere sempre il pallone in casa...Comunque sia, le diedi ascolto''.

Da lì in poi una rivelazione questo kicker col nome italiano. Leggendo la tua scheda ci si imbatte in riconoscimenti (come il Frank Schlessing Coach Award che comprende la somma dei risultati sportivi, studenteschi e sociali) e vari record (vedi i 256 punti fatti nei 4 anni con i Golden Bears). Un fenomeno?
''Ehhh, magari. Diciamo che il football mi piace tanto e l'impegno che ho profuso mi ha portato sino a questo punto''.

E ora i 49ers. Persino i più accaniti calciofili conoscono la squadra della Baia e i suoi miti senza età della Golden age: Joe Montana, Steve Young e Jerry Rice. Un team che dopo anni di buio è di nuovo al top sotto la guida di coach Jim Harbaugh. Squadra granitica in difesa, con un fenomeno in attacco chiamato Vernon Davis e un ottimo ed esperto kicker, David Akers. Che contratto hai firmato?
''Si chiama 'undrafted free agent', in teoria dura tre anni ma in realtà la squadra ti può tagliare in ogni momento. Questo può accadere per due ragioni: se non giochi bene o se non hanno posto nel team. Già, perché a fine estate i 90 giocatori che adesso si stanno allenando diventeranno 53 'attivi' per il campionato. Quindi per me è ancora lunga e piena di ostacoli ma resta una grande opportunità per entrare nel giro dei kicker professionisti e me la voglio giocare con tutte le mie forze''.

Ma un kicker che caratteristiche fisiche e mentali deve avere?
''Deve avere un ottimo fisico naturalmente, essere flessibile e potente quando calcia. Ma più che altro la partita del kicker si svolge nella sua testa: dobbiamo avere la giusta forza mentale per restare concentrati durante la partita sino a quando non siamo chiamati in causa. A un kicker si chiede di essere 'consistente': di riuscire a calciare sempre nello stesso modo in allenamento come in partita. Andiamo in palestra per mantenere forma e flessibilità e sul campo di allenamento, poi, calciamo centinaia e centinaia di volte''.

Un bello stress: giochi a sprazzi e non devi sbagliare praticamente mai. Come ci si prepara a un calcio decisivo?
''Bisogna assolutamente restare calmi e concentrati. Ognuno ha i suoi riti preparatori. Io cerco di trattare ogni calcio alla stessa maniera, che siai un extra point nel primo quarto o una traiettoria da mettere tra i pali da 50 yard e a tempo scaduto. E’ un metodo che mi fa stare tranquillo: perchè in questo modo il mio approccio ha sempre lo stesso ritmo e mi permette di non crollare sotto la pressione di differenti situazioni''.

Chi è il tuo idolo nella Nfl?
''Adam Vinatieri, che calciò due field goal decisivi nei playoff, uno per arrivare alla finalissima e poi quello che decise un Super Bowl, a tempo scaduto. E’ il sogno di tutti i kicker fare una cosa del genere. E' il mio sogno''.

Certo, dal college ai mitici 49ers, che salto: quanto ti manca il mondo universitario?
"E' stata una esperienza incredibile. Al di là del football e dei miei studi ho incontrato molte persone di valore e fatto tante esperienze che non esito a definire fantastiche: sono cresciuto e maturato sia come kicker che come individuo nei miei 4 anni a Cal e naturalmente spero di non arrestare questo mio processo di crescita nel futuro".

Giorgio, ma ti senti più italiano o americano?
''La verità?''.

Tranquillo...
''In realtà mi sento più californiano! Sia chiaro: sono molto legato alle mie radici lombarde, ho vissuto a Milano e Roma, oltre che in Connecticut e Virginia, torno almeno una volta l’anno in Lombardia, dove ho i miei parenti, anche la famiglia di mamma è italiana (Parma e Brescia) e l’Italia è nel mio cuore ma il mio modo di vivere è californiano. E' il mio stile di vita: particolare, ma non molto distante perchè la California, in confronto agli altri stati americani è molto europea e l'Italia è in Europa...''.

Quanto ci credi alla possibilità di entrare nei 49ers in pianta stabile?
''Nella Nfl può accadere di tutto. Soprattutto per i kicker. Ci sono pochi posti e tanti bravissimi 'calciatori'. Ma proprio questo mi mantiene motivato, dedicato e sano: integro fisicamente ed emozionalmente. Farò del mio meglio e sfrutterò ogni possibilità per prolungare questo mio sogno. Sai che bello se diventassi il primo italiano a giocare da titolare nella Nfl?''.

Fai uno spot del gioco del football: venite a giocare perché...
''Perché al di là del concreto pericolo di infortuni, essendo una disciplina di contatto fisico (anche se non bisogna dimenticare che andiamo in campo con robuste protezioni e che si sta lavorando per la tutela degli atleti), il football ti insegna a crescere come persona, ti fa diventare un uomo. Con il football impari a vivere e a collaborare con i tuoi compagni. Perché nel football sei responsabile non solo di te stesso, ma anche degli altri''.

Cosa sai del football azzurro?
"So che in Italia i ragazzi come me giocano animati da una infinita passione per questa disciplina. Fanno sacrifici enormi per amore del football. Un attaccamento genuino. E sono sicuro che prima o poi il talento che sicuramente c'è in più di un mio connazionale verrà fuori e arriverà sino in America. Personalmente sono molto lieto di contribuire alla diffusione del football in Italia e di poter condividere con tutti gli appassionati italiani l'avventura nella Nfl".

Tu oggi sogni a occhi aperti nei 49ers, anni luce dal nostro football italico, ma se il Blue Team, la nostra Nazionale, ti convocasse?
''Sarebbe un grandissimo onore per me''.

www.repubblica.it

magari ce la facesse...

il kicker dei 49ers è fortino

Di solito queste squadre hanno 2-3 buoni per questo tipo di ruolo e li mandano in giro per le serie minori.

Considera che il kicker e' un ruolo per cui si ha una carriera lunga (fino a quarant'anni e oltre), quindi non serve averlo giovane subito.

Puccio7 ha scritto:Di solito queste squadre hanno 2-3 buoni per questo tipo di ruolo e li mandano in giro per le serie minori.

Considera che il kicker e' un ruolo per cui si ha una carriera lunga (fino a quarant'anni e oltre), quindi non serve averlo giovane subito.

infatti lo manderanno in giro.....nn credo che tolga il posto a david akers

Non credo proprio. Un kicker di solito raggiunge la nfl ad alto livello a 25-26 anni.

Magari andra' in qualche squadra delle leghe minori. Oppure verra' mandato in Canada.

Puccio7 ha scritto:Non credo proprio. Un kicker di solito raggiunge la nfl ad alto livello a 25-26 anni.

Magari andra' in qualche squadra delle leghe minori. Oppure verra' mandato in Canada.

sarà allevato con il latte del seno canadese di puccio

Io sono in fibrillazione. Poche settimane e inizia la stagione

a Winnipeg