Walter lamentino Mazzarri
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Re: Walter lamentino Mazzarri
può essere vero...conoscendo il carattere di Mazzarri.
Imho comunque a fine stagione non so se continuerà a Napoli.
Imho comunque a fine stagione non so se continuerà a Napoli.
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Re: Walter lamentino Mazzarri
lo posto qui:
Il questore: «La concentrazione temporale balza agli occhi»
Gli otto sgarbi ai calciatori
E Napoli teme il complotto
Orologi e auto rubate. Il pm: qualcosa di strano. Voci di una «vendetta» della camorra per i biglietti venduti online
L'attaccante del Napoli Ezequiel Lavezzi e la fidanzata Yanina Screpante (Ansa)L'attaccante del Napoli Ezequiel Lavezzi e la fidanzata Yanina Screpante (Ansa)
NAPOLI - La statuetta del Matador ancora resiste nella tramontana gelata di San Gregorio Armeno: forse appena mezzo sughero indietro rispetto alla gloria d'un anno fa, un'inezia tra pecorelle e pastori dei mastri artigiani. Del resto quando Edi Cavani, accompagnato da Morgan De Sanctis, è apparso in carne e ossa nella basilica di piazza del Plebiscito, precettato da quel geniale napoletano che è Crescenzio Sepe per dare attrattiva pop alla chiusura dell'anno giubilare, sotto le sacre arcate sono rimbombati boati da curva, come sempre. «Questi ragazzi sono testimoni di speranza», ha detto il cardinale indicando il centravanti e il portierone della squadra di calcio forse più amata del mondo.
«Certo, l'affetto magari è anche eccessivo, il calore può... stancare», medita un altro napoletano che conosce il peso delle parole, Luigi Merolla, questore d'una città dove Bassolino s'illuse di regolare il flusso del bene e del male spingendo i suoi cittadini a fermarsi coi semafori rossi e da dove de Magistris immagina di esportare mondezza via piroscafo manco fosse pizza Margherita. Cavani come Hamsik, Lavezzi come Aronica, insomma i «testimoni di speranza», a loro volta coltivano una speranza segreta: cavarsela. Perché, al di là delle icone e dei presepi, del sacro e del profano che sempre nella patria di San Gennaro e di Sepe la plebe mescola, forse qualcosa s'è rotto: «Troppo calore, forse», ammette ancora Merolla, prudentissimo.
Chiamalo calore. Otto sgarbi, tra furti e rapine, otto ceffoni in faccia agli intoccabili in maglia azzurra in poco più d'un mese e mezzo: rubati orologi da ventimila euro, auto anche da poco prezzo (ad Aronica persino una Panda e una Cinquecento a noleggio!), quattrini, gioielli... non hanno risparmiato né Martina Hamsik, moglie di Marek, né la splendida Yanina, fidanzata di Pocho Lavezzi e ragazza senza mezze misure («città de mierda », ha chiosato su Twitter , salvo pentirsene, dopo aver dovuto mollare il Rolex a due guaglioni svelti di mano), e neppure Barbara, dolce consorte del quasi sconosciuto stopper Fideleff. Al procuratore di Cavani hanno minacciato la compagna incinta con una pistola sul ventre. Prendersela con le famiglie... Roba che, fosse successa ai tempi di Maradona, i Giuliano sarebbero scesi in armi da Forcella, don Loigino in testa, a vendicare le vittime. Invece, qua, tutti zitti.
« È cosa 'e niente », direbbe Eduardo. Cosa da niente, robetta, sembra far intendere la società guidata da Aurelio De Laurentiis, che - al netto di una battutaccia: «Chi gira per Napoli col Rolex non è ancora abbastanza napoletano» - si blinda dietro un silenzio inquietante. Qualche manager per parlare pretenderebbe la rilettura preventiva dell'articolo. Tutti minimizzano, tranne Mazzarri che sui giornali descrive un'opera di «destabilizzazione», salvo poi addebitarla ai giornali stessi. Cosa 'e niente . Ma si mormora che proprio Mazzarri sia pronto ad andarsene. Cavani pure. Magari anche gli altri gioielli di una squadra che ha ridato orgoglio alla città dopo la B e il fallimento. Nei bar di piazza dei Martiri, tra gli scaffali della Feltrinelli, ai tavolini del Gambrinus, sui blog, monta la teoria del complotto. In molte versioni. Si dice che De Laurentiis stia resistendo a un vero tentativo di estorsione. Che abbia rotto una pax consolidata vendendo online i biglietti delle partite e ledendo così gli interessi dei bagarini. Che perfino l'abbandono del campo di Soccavo abbia fatto girare le scatole a qualche padrino che ha perso l'indotto. Uno studioso degli ultra, Rosario Dello Iacovo, manager dei 99 Posse , ammette che «il filotto di aggressioni insospettisce: qualcuno potrebbe stare bussando a quattrini. Ma va anche tenuto d'occhio il nuovo scandalo delle scommesse, lì s'è solo sollevato il lembo del lenzuolo». Dello Iacovo è uno convinto che la camorra sia «una forma atipica di welfare» ed è un frequentatore abituale delle curve A e B e di piazza Bellini, base di partenza del tifo estremista. Ma anche un intellettuale indiscusso come Biagio De Giovanni è preoccupato: «Il Napoli è un grande mito che unifica. Il merito di De Laurentiis è stato riportarlo tra noi. A questi segni di vitalità la camorra torna a interessarsi. E così sembra prendere di mira i giocatori del Napoli, per entrare in tutti gli interstizi di un mito rinascente, gioco, scommesse, biglietti». Non tutti la vedono così: «Totale fesseria, questa del complotto», giura Claudio Botti, penalista famoso e artefice a suo tempo del Te Diegum in onore di Maradona: «Sono tutti episodi non collegati. Se la camorra vuole mandarti un messaggio, te lo manda molto più esplicito di così».
Insomma, se non è proprio cosa 'e niente , è roba da prendere con le molle. Così ha fatto dall'inizio il questore Merolla: «Lei può rassicurare l'opinione pubblica», ci dice. Ma poi aggiunge: «Per ora». Rispetto ai primi tempi di totale diniego, resta la cautela eppure si nota un cambiamento: «Ci sono episodi sottoposti a un'attenzione particolare, ma di qualità diversa». Tutti in poche settimane, però. «Certo, la concentrazione temporale balza agli occhi anche a noi, perciò guardiamo questi fatti con un certo interesse». Il furto dei Rolex rappresenta un filo sottile che attraversa tutta questa storia. I carabinieri del colonnello Minicucci hanno mappato i 78 colpi simili da inizio anno, la rapina dell'orologio di lusso è un marchio della piccola mala napoletana. «Ma una stranezza c'è: che adesso non si restituisca all'eroe il maltolto», ammette Giovanni Melillo, il procuratore aggiunto che coordina le indagini sulle otto aggressioni subite dai giocatori e dalle loro famiglie. Quando derubarono Maradona i guaglioni fecero a gara per riparare alla sgarro.
«Il contesto è complesso. Allo stadio, in curva, vige la legge di camorra», spiega il procuratore, per il resto abbottonato come sempre. Ciò che Melillo non dice è che certe sere, a fotografare le tribune dei vip, «verrebbe fuori un gigantesco 416 bis per quanti pregiudicati ci trovi», come sussurra qualche vecchio sbirro. Su certe frequentazioni le indagini sono aperte: agli atti anche i rapporti tra alcuni calciatori del Napoli e i bravi guaglioni (il Viminale identificò tre mesi fa i membri di 15 clan in curva). E se Maradona si fece avviluppare dai Giuliano e dalla loro vasca a conchiglia, Lavezzi ha dovuto spiegare ai pm il suo aggrapparsi a personaggi come l'imprenditore in odore di riciclaggio Marco Iorio (socio di Fabio Cannavaro nel ristorante «Regina Margherita») o Antonio Lo Russo, rampollo di capoclan («pensavo fosse solo un capo ultrà»). Infortunato, per la partita col Genoa era in tribuna vip: gli si sono assiepati i fedeli attorno, spalle al campo e ai gol della squadra, per lunghi minuti, scandendo Po-cho! Po-cho! Forse per chiedergli perdono. Forse perché, in una città dove tutto è cosa 'e niente , l'unica cosa seria sono loro: questi ragazzini milionari che giocano a un gioco di cui non sempre sanno bene le regole.
corriere.it
Certo che per colpa di questi delinquenti ci rimette una societa' che sta sognando il ritorno sul palcoscenico europeo...sarebbe un peccato vedere i giocatori fuggire...
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NAPOLI - La statuetta del Matador ancora resiste nella tramontana gelata di San Gregorio Armeno: forse appena mezzo sughero indietro rispetto alla gloria d'un anno fa, un'inezia tra pecorelle e pastori dei mastri artigiani. Del resto quando Edi Cavani, accompagnato da Morgan De Sanctis, è apparso in carne e ossa nella basilica di piazza del Plebiscito, precettato da quel geniale napoletano che è Crescenzio Sepe per dare attrattiva pop alla chiusura dell'anno giubilare, sotto le sacre arcate sono rimbombati boati da curva, come sempre. «Questi ragazzi sono testimoni di speranza», ha detto il cardinale indicando il centravanti e il portierone della squadra di calcio forse più amata del mondo.
«Certo, l'affetto magari è anche eccessivo, il calore può... stancare», medita un altro napoletano che conosce il peso delle parole, Luigi Merolla, questore d'una città dove Bassolino s'illuse di regolare il flusso del bene e del male spingendo i suoi cittadini a fermarsi coi semafori rossi e da dove de Magistris immagina di esportare mondezza via piroscafo manco fosse pizza Margherita. Cavani come Hamsik, Lavezzi come Aronica, insomma i «testimoni di speranza», a loro volta coltivano una speranza segreta: cavarsela. Perché, al di là delle icone e dei presepi, del sacro e del profano che sempre nella patria di San Gennaro e di Sepe la plebe mescola, forse qualcosa s'è rotto: «Troppo calore, forse», ammette ancora Merolla, prudentissimo.
Chiamalo calore. Otto sgarbi, tra furti e rapine, otto ceffoni in faccia agli intoccabili in maglia azzurra in poco più d'un mese e mezzo: rubati orologi da ventimila euro, auto anche da poco prezzo (ad Aronica persino una Panda e una Cinquecento a noleggio!), quattrini, gioielli... non hanno risparmiato né Martina Hamsik, moglie di Marek, né la splendida Yanina, fidanzata di Pocho Lavezzi e ragazza senza mezze misure («città de mierda », ha chiosato su Twitter , salvo pentirsene, dopo aver dovuto mollare il Rolex a due guaglioni svelti di mano), e neppure Barbara, dolce consorte del quasi sconosciuto stopper Fideleff. Al procuratore di Cavani hanno minacciato la compagna incinta con una pistola sul ventre. Prendersela con le famiglie... Roba che, fosse successa ai tempi di Maradona, i Giuliano sarebbero scesi in armi da Forcella, don Loigino in testa, a vendicare le vittime. Invece, qua, tutti zitti.
« È cosa 'e niente », direbbe Eduardo. Cosa da niente, robetta, sembra far intendere la società guidata da Aurelio De Laurentiis, che - al netto di una battutaccia: «Chi gira per Napoli col Rolex non è ancora abbastanza napoletano» - si blinda dietro un silenzio inquietante. Qualche manager per parlare pretenderebbe la rilettura preventiva dell'articolo. Tutti minimizzano, tranne Mazzarri che sui giornali descrive un'opera di «destabilizzazione», salvo poi addebitarla ai giornali stessi. Cosa 'e niente . Ma si mormora che proprio Mazzarri sia pronto ad andarsene. Cavani pure. Magari anche gli altri gioielli di una squadra che ha ridato orgoglio alla città dopo la B e il fallimento. Nei bar di piazza dei Martiri, tra gli scaffali della Feltrinelli, ai tavolini del Gambrinus, sui blog, monta la teoria del complotto. In molte versioni. Si dice che De Laurentiis stia resistendo a un vero tentativo di estorsione. Che abbia rotto una pax consolidata vendendo online i biglietti delle partite e ledendo così gli interessi dei bagarini. Che perfino l'abbandono del campo di Soccavo abbia fatto girare le scatole a qualche padrino che ha perso l'indotto. Uno studioso degli ultra, Rosario Dello Iacovo, manager dei 99 Posse , ammette che «il filotto di aggressioni insospettisce: qualcuno potrebbe stare bussando a quattrini. Ma va anche tenuto d'occhio il nuovo scandalo delle scommesse, lì s'è solo sollevato il lembo del lenzuolo». Dello Iacovo è uno convinto che la camorra sia «una forma atipica di welfare» ed è un frequentatore abituale delle curve A e B e di piazza Bellini, base di partenza del tifo estremista. Ma anche un intellettuale indiscusso come Biagio De Giovanni è preoccupato: «Il Napoli è un grande mito che unifica. Il merito di De Laurentiis è stato riportarlo tra noi. A questi segni di vitalità la camorra torna a interessarsi. E così sembra prendere di mira i giocatori del Napoli, per entrare in tutti gli interstizi di un mito rinascente, gioco, scommesse, biglietti». Non tutti la vedono così: «Totale fesseria, questa del complotto», giura Claudio Botti, penalista famoso e artefice a suo tempo del Te Diegum in onore di Maradona: «Sono tutti episodi non collegati. Se la camorra vuole mandarti un messaggio, te lo manda molto più esplicito di così».
Insomma, se non è proprio cosa 'e niente , è roba da prendere con le molle. Così ha fatto dall'inizio il questore Merolla: «Lei può rassicurare l'opinione pubblica», ci dice. Ma poi aggiunge: «Per ora». Rispetto ai primi tempi di totale diniego, resta la cautela eppure si nota un cambiamento: «Ci sono episodi sottoposti a un'attenzione particolare, ma di qualità diversa». Tutti in poche settimane, però. «Certo, la concentrazione temporale balza agli occhi anche a noi, perciò guardiamo questi fatti con un certo interesse». Il furto dei Rolex rappresenta un filo sottile che attraversa tutta questa storia. I carabinieri del colonnello Minicucci hanno mappato i 78 colpi simili da inizio anno, la rapina dell'orologio di lusso è un marchio della piccola mala napoletana. «Ma una stranezza c'è: che adesso non si restituisca all'eroe il maltolto», ammette Giovanni Melillo, il procuratore aggiunto che coordina le indagini sulle otto aggressioni subite dai giocatori e dalle loro famiglie. Quando derubarono Maradona i guaglioni fecero a gara per riparare alla sgarro.
«Il contesto è complesso. Allo stadio, in curva, vige la legge di camorra», spiega il procuratore, per il resto abbottonato come sempre. Ciò che Melillo non dice è che certe sere, a fotografare le tribune dei vip, «verrebbe fuori un gigantesco 416 bis per quanti pregiudicati ci trovi», come sussurra qualche vecchio sbirro. Su certe frequentazioni le indagini sono aperte: agli atti anche i rapporti tra alcuni calciatori del Napoli e i bravi guaglioni (il Viminale identificò tre mesi fa i membri di 15 clan in curva). E se Maradona si fece avviluppare dai Giuliano e dalla loro vasca a conchiglia, Lavezzi ha dovuto spiegare ai pm il suo aggrapparsi a personaggi come l'imprenditore in odore di riciclaggio Marco Iorio (socio di Fabio Cannavaro nel ristorante «Regina Margherita») o Antonio Lo Russo, rampollo di capoclan («pensavo fosse solo un capo ultrà»). Infortunato, per la partita col Genoa era in tribuna vip: gli si sono assiepati i fedeli attorno, spalle al campo e ai gol della squadra, per lunghi minuti, scandendo Po-cho! Po-cho! Forse per chiedergli perdono. Forse perché, in una città dove tutto è cosa 'e niente , l'unica cosa seria sono loro: questi ragazzini milionari che giocano a un gioco di cui non sempre sanno bene le regole.
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Re: Walter lamentino Mazzarri
Speriamo che falliscano e muoiano tutti
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Re: Walter lamentino Mazzarri
spero tornino in prima divisione il prima possibile al di la di ste cose...de laurentis suca
Mattia80- Yokohama 2007
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Re: Walter lamentino Mazzarri
Brutta situa
niam- Milano 1995
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Re: Walter lamentino Mazzarri
da tempo pensavo che nn fosse una coincidenza
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Re: Walter lamentino Mazzarri
Moglie di Sergio Buso 'Mazzarri come uomo mi fa tanta tristezza e pena'
23:11 del 16 gennaio
Un altro attacco frontale a Walter Mazzarri. Questa volta ad accusare l'attuale tecnico della Napoli per il suo comportamento è la moglie di Sergio Buso, attraverso il sito del giornalista Emanuele Righi (www.emanuelerighi.com).
Caro Emanuele, sei grande!
Io ho letto l’articolo su Mazzarri con due giorni di ritardo. Avevo comprato il Corriere dello Sport per leggere la bella notizia su Donadoni e attratta dalle parole auto-celebrative (è bravissimo a farsi i complimenti) sono stata colpita dalla frase in cui si proclama come persona leale.
Mi è venuto da sorridere, per i motivi che tu sai e ho pensato che questa persona che studia e conosce così bene il calcio, non conosce la cosa più importante della vita: se stesso.
Non riesco a giudicarlo come allenatore e non mi interessano i suoi successi o insuccessi sportivi, ma come uomo mi fa tanta tristezza e pena.
Pensare che se lui ha cominciato nel calcio, lo deve a Sergio, che lo ha voluto come secondo a Bologna e ha fatto in modo che lo sostituisse a Napoli con Ulivieri, dedicandogli il suo tempo per renderlo all’altezza del compito.
In cambio Sergio ha avuto un orologio, ma soprattutto Mazzarri lo ha ripagato con un comportamento sleale e irriconoscente.
Lui temeva Sergio, perché sapeva il suo valore e quando Sergio aveva ancora un altro anno di contratto con la Reggina, lui impose alla società un aut-aut: o lui o Sergio, senza avere il coraggio di comunicargli le sue scelte direttamente. Sarebbe bastata una telefonata… pensare che ne faceva tante quando aveva bisogno di consigli e aiuti!
Caro Emanuele, non ti crucciare per i suoi successi calcistici, nella vita sei più vincente tu! Per come sei e per la bella famiglia che sei riuscito a costruire. Per i valori che contano tu sei da serie A! Lui neppure da promozione.
Con affetto
Tonia Buso
P.S.: Sarei felice di contribuire alle spese dell’avvocato , qualora avesse il coraggio di querelarti!
www.calciomercato.com
23:11 del 16 gennaio
Un altro attacco frontale a Walter Mazzarri. Questa volta ad accusare l'attuale tecnico della Napoli per il suo comportamento è la moglie di Sergio Buso, attraverso il sito del giornalista Emanuele Righi (www.emanuelerighi.com).
Caro Emanuele, sei grande!
Io ho letto l’articolo su Mazzarri con due giorni di ritardo. Avevo comprato il Corriere dello Sport per leggere la bella notizia su Donadoni e attratta dalle parole auto-celebrative (è bravissimo a farsi i complimenti) sono stata colpita dalla frase in cui si proclama come persona leale.
Mi è venuto da sorridere, per i motivi che tu sai e ho pensato che questa persona che studia e conosce così bene il calcio, non conosce la cosa più importante della vita: se stesso.
Non riesco a giudicarlo come allenatore e non mi interessano i suoi successi o insuccessi sportivi, ma come uomo mi fa tanta tristezza e pena.
Pensare che se lui ha cominciato nel calcio, lo deve a Sergio, che lo ha voluto come secondo a Bologna e ha fatto in modo che lo sostituisse a Napoli con Ulivieri, dedicandogli il suo tempo per renderlo all’altezza del compito.
In cambio Sergio ha avuto un orologio, ma soprattutto Mazzarri lo ha ripagato con un comportamento sleale e irriconoscente.
Lui temeva Sergio, perché sapeva il suo valore e quando Sergio aveva ancora un altro anno di contratto con la Reggina, lui impose alla società un aut-aut: o lui o Sergio, senza avere il coraggio di comunicargli le sue scelte direttamente. Sarebbe bastata una telefonata… pensare che ne faceva tante quando aveva bisogno di consigli e aiuti!
Caro Emanuele, non ti crucciare per i suoi successi calcistici, nella vita sei più vincente tu! Per come sei e per la bella famiglia che sei riuscito a costruire. Per i valori che contano tu sei da serie A! Lui neppure da promozione.
Con affetto
Tonia Buso
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Re: Walter lamentino Mazzarri
Napoli: Mazzarri via a fine stagione
Gasperini o Lippi in pole per il futuro
PAOLO BARGIGGIA11/02/12
De Laurentiis - LaPresse
Adesso c'è una stagione da rimettere in piedi contro il Chelsea nel doppio confronto di Champions League, e la speranza dei napoletani è che il veleno e le delusioni che covano micidiali sotto la cenere, si trasformino in valore aggiunto. L'ultima spallata alla prossima rivoluzione estiva l'ha data la sconfitta con le riserve del Siena in Coppa Italia.
Aurelio De Laurentis, nel privato, la sua reazione micidiale l'ha già avuta: a Mazzarri e Bigon ha imputato di avergli fatto gettare al vento qualcosa come 50 milioni per un mercato fallimentare, passato all'inseguimento del leone Inler, 18 milioni investiti, per deragliare in fretta dal monotono progetto tattico dell'allenatore. Mazzarri ha capito, aveva già voglia di cambiare e per questo, da almeno un mese, ha affidato il suo futuro lontano da napoli all'avvocato Giuseppe Bozzo.
Non è un segreto che anche per Mazzarri, l'obbiettivo Inter, se ci sarà, come probabile, un dopo Ranieri, sarebbe il massimo. Poi, c'è allo studio anche qualche ipotesi all'estero. Da Napoli se ne andranno in molti, si parla anche dell'imminente addio del direttore generale Fassone. Ma a chi sarà affidato il timone della nuova rivoluzione di De Laurentis? Se dopo l'illusione di questa estate, il patron riuscirà a ricucire i rapporti con Gasperini, sarà l'ex tecnico dell'Inter l'uomo nuovo. Qualche sponsor a livello mediatico ce l'ha invece il napoletano Sannino. Lippi è stato proposto ma De Laurentiis al momento è perplesso per l'ingombrante personalità dell'ex cittì; attenzione anche a due outsider: Guidolin se lascia Udine o il napoletano Montella.
www.sportmediaset.it
Sarebbe il massimo dell'odio il legame MAzzarri-merde
Gasperini o Lippi in pole per il futuro
PAOLO BARGIGGIA11/02/12
De Laurentiis - LaPresse
Adesso c'è una stagione da rimettere in piedi contro il Chelsea nel doppio confronto di Champions League, e la speranza dei napoletani è che il veleno e le delusioni che covano micidiali sotto la cenere, si trasformino in valore aggiunto. L'ultima spallata alla prossima rivoluzione estiva l'ha data la sconfitta con le riserve del Siena in Coppa Italia.
Aurelio De Laurentis, nel privato, la sua reazione micidiale l'ha già avuta: a Mazzarri e Bigon ha imputato di avergli fatto gettare al vento qualcosa come 50 milioni per un mercato fallimentare, passato all'inseguimento del leone Inler, 18 milioni investiti, per deragliare in fretta dal monotono progetto tattico dell'allenatore. Mazzarri ha capito, aveva già voglia di cambiare e per questo, da almeno un mese, ha affidato il suo futuro lontano da napoli all'avvocato Giuseppe Bozzo.
Non è un segreto che anche per Mazzarri, l'obbiettivo Inter, se ci sarà, come probabile, un dopo Ranieri, sarebbe il massimo. Poi, c'è allo studio anche qualche ipotesi all'estero. Da Napoli se ne andranno in molti, si parla anche dell'imminente addio del direttore generale Fassone. Ma a chi sarà affidato il timone della nuova rivoluzione di De Laurentis? Se dopo l'illusione di questa estate, il patron riuscirà a ricucire i rapporti con Gasperini, sarà l'ex tecnico dell'Inter l'uomo nuovo. Qualche sponsor a livello mediatico ce l'ha invece il napoletano Sannino. Lippi è stato proposto ma De Laurentiis al momento è perplesso per l'ingombrante personalità dell'ex cittì; attenzione anche a due outsider: Guidolin se lascia Udine o il napoletano Montella.
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Re: Walter lamentino Mazzarri
Quoto.. Senza precedenti
death from above- Yokohama 2007
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