Mauro Suma

ma scusate ...cosa ha mai combinato di male Ibra? in che senso spaccava lo spogliatoio? bestemmiava contro tutti ?

Meno male che c'era qualcuno che urlava, visto che fino a Gennaio non si sono impegnati (cito Thiago Silva) e che dopo Aprile si sono scansati.

Ibra è così ... pretende il 100% da tutti e se non lo vede si incazza come una bestia... per prima cosa con se stesso... prendere o lasciare.

è normale che ogni volta che lascia una squadra esce fuori questa storia che fa casino nello spogliatoio...

ma io preferisco uno come lui a uno che si fa i cazzi suoi e se tutto va di merda per lui è uguale.

L'unica partita in cui sarebbe stato da uccidere è stato Milan-Fiorentina.
Ma solo un orbo non si sarebbe accorto che era successo qualcosa nella squadra in quelle partite... non correva nessuno. Poi a Siena-Milan magicamente hanno tutti ricominciato a giocare quasi normalmente.

questo ha gia' pensato alla prossima schermata da creare ?

un brano dell'editoriale di oggi:

Ibra e Thiago hanno classe e colpi da top player, ingaggi e quotazioni da top player. Ma erano pronti a non ragionare da top player e a rimanere anche in un Milan senza altri acquisti. Lo hanno detto e dimostrato. Con frasi, allusioni, sguardi e atteggiamenti. Sconfessando il luogo comune dei brontolii delle star in caso di mancato potenziamento della squadra. Ibra voleva rimanere al Milan e il suo aumento di stipendio al Psg è un tributo che i parigini hanno dovuto pagare alla mancanza di appeal e di fascino che, tutt'oggi, scontano agli occhi di uno come Zlatan proprio rispetto al Milan. Per non parlare di Thiago: in cuor suo la questione era chiusa con il prolungamento dell'ingaggio, era felice di restare. Che cosa significa questo? Che il Milan è ancora il Milan. E sarà sempre così. Il Milan non è solo l'undici iniziale, è un ambiente, un modo di essere, un cuore che batte su cui sono sintonizzati tutti: il magazziniere, l'allenatore, il giovane rincalzo, la stella di prima grandezza. Il Milan sono tutti quei dipendenti e collaboratori di Via Turati e Milanello che sono milanisti, che parlano con i tifosi milanisti, che incassano il malcontento dei tifosi, ma che un minuto dopo si tuffano sulle loro scrivanie e si immergono nelle loro riunioni con ancora più entusiasmo e ancor più professionalità. Perché quando il Club sta bene e spende si può anche tirare un sospiro di sollievo, ma quando il momento è delicato bisogna remare. Ed è da questo spirito che riparte il Milan. Che il momento sia delicato lo dimostra un dato: persino quando un'altra gestione cedette Collovati, dietro c'erano campioni e bandiere da zoccolo duro: c'erano Franco Baresi, Tassotti, Filippo Galli, Evani...Lo stesso dicasi quando partirono Sheva e Kakà. Alle loro spalle c'erano Inzaghi, Seedorf, Nesta, Pirlo...Oggi tutto questo non c'è: c'è un gruppo serio e professionale che deve guardarsi negli occhi e andare in campo per il presente e per il futuro. Certo, la cessione di Sheva è ben diversa dalle successive. Sheva fino all'ultimo ha avuto sulla scrivania il prolungamento del contratto in quel Giugno 2006, una firma rifiutata e respinta fra le lacrime. Kakà, Thiago e Ibra sono invece le partenze della crisi economica, le cessioni inevitabili per evitare guai peggiori, le conseguenze di bilanci in forte perdita. Cessioni non subìte, ma indotte e incoraggiate. Da questa estate il Milan esce con una consapevolezza: fare squadre compatibili, senza strappi, senza fughe in avanti che portano a grandi acquisti ma che poi, alla lunga, costringono a dolorosi passi indietro. Condivido quello che scrive Alberto Costa sul Corriere della Sera: il denaro del Psg non verrà messo in circolo. Aggiungo che è l'unica cosa ragionevole da fare, visto che è dal 2000 (dall'estate in cui il presidente Berlusconi si era accorto, in occasione della mancata operazione Rivaldo, quanto iniziava a costare il calcio) che il Milan ha sfiorato questo momento. Adesso che lo ha toccato con mano, dopo averlo sfiorato e lambito diverse volte, deve viverlo fino in fondo. Non c'è problema. Silvio Berlusconi e Adriano Galliani hanno storia e prestigio tali da poterlo spiegare ai Milanisti. Ma la mia modestissima sensazione è proprio questa: i Milanisti soffrono molto più per il fatto che il presidente e Galliani non stanno parlando al loro cuore e ai loro occhi, che per le partenze in sé di Ibra e Thiago. Il presidente Berlusconi parla di Milan soprattutto ai parlamentari della sua formazione politica, Adriano Galliani parla di Milan prevalentemente a un uditorio di addetti ai lavori. I tifosi rossoneri in questo momento si sentono esclusi, marginali, vissuti quasi come un fastidio, come quelli che costano e che brontolano sempre. Ma sono certo che dopo il 31 Agosto, dopo aver lavorato tantissimo come sempre e dopo aver puntellato la squadra con quella punta, con quel difensore e con quel centrocampista, anche normali ma funzionali, che servono, il clima sarà migliore fra i figli del Milan, i suoi tifosi, e i loro genitori sportivi, il presidente Berlusconi e Adriano Galliani. Quello che mi divide da Alberto Costa è proprio questo: non si possono riservare a Silvio Berlusconi, il presidente dei 3 titoli mondiali e dei 5 titoli europei, degli 8 Scudetti e dei 7 palloni d'Oro e del resto (Supercoppe e coppa Italia) mancia, i toni crudi e dileggianti che forse non sono stati riservati nemmeno a Giuseppe Farina, il presidente della retrocessione e della promozione, il presidente del quinto posto e
del Waregem.

dobbiamo confidare nella figura feroce e carismatica di bonnybonera dunque

[..]C'è un aspetto curioso della storiografia rossonera. Quando si parla della Finale 2007 di Atene, si dice: di quella notte da Campioni d'Europa è rimasto solo Ambro. No che non è così. E' rimasto anche un certo Daniele Bonera. Il quale Bonera, milanista da sempre come lo era in Curva anche Filippo Galli, è approdato in rossonero nel Luglio 2006 quando il Milan non sapeva ancora a quale Campionato e a quale, eventualmente, competizione europea, avrebbe partecipato. E nonostante questo è arrivato a Milanello con emozione e rispetto, senza pensare al resto. Bonera si appresta a vivere la sua settima stagione nel Milan e non merita di essere trascurato né sul piano storico, né su quello dell'attualità. Bonera merita di entrare, se sta bene, nell'undici titolare nel Milan, anche quello estivo, quello mediatico, quello delle formazioni-tipo della stagione successiva. Acerbi deve fare la giusta esperienza, Mexes deve evitare quei pur pochi errori, ma vistosi, che macchiano la sua continuità di rendimento, ottima peraltro, che c'è stata nella sua prima stagione milanista. Daniele Bonera è quella presenza rassicurante ed esperta che servirà moltissimo al Milan, con la sua fede e il suo entusiasmo, soprattutto nei momenti-chiave, quelli iniziali, della stagione. La colonna sonora della serietà e del buon senso non dovrà mai mancare nel Milan 2012-2013 e Bonera, da questo punto di vista, è un compositore affidabilissimo.

trizio sei pazzo a omettere sto pezzo

In pratica Bonera > Acerbi

che tristezza,altro eterno giovane sto pippone

more ha scritto:dobbiamo confidare nella figura feroce e carismatica di bonnybonera dunque

[..]C'è un aspetto curioso della storiografia rossonera. Quando si parla della Finale 2007 di Atene, si dice: di quella notte da Campioni d'Europa è rimasto solo Ambro. No che non è così. E' rimasto anche un certo Daniele Bonera. Il quale Bonera, milanista da sempre come lo era in Curva anche Filippo Galli, è approdato in rossonero nel Luglio 2006 quando il Milan non sapeva ancora a quale Campionato e a quale, eventualmente, competizione europea, avrebbe partecipato. E nonostante questo è arrivato a Milanello con emozione e rispetto, senza pensare al resto. Bonera si appresta a vivere la sua settima stagione nel Milan e non merita di essere trascurato né sul piano storico, né su quello dell'attualità. Bonera merita di entrare, se sta bene, nell'undici titolare nel Milan, anche quello estivo, quello mediatico, quello delle formazioni-tipo della stagione successiva. Acerbi deve fare la giusta esperienza, Mexes deve evitare quei pur pochi errori, ma vistosi, che macchiano la sua continuità di rendimento, ottima peraltro, che c'è stata nella sua prima stagione milanista. Daniele Bonera è quella presenza rassicurante ed esperta che servirà moltissimo al Milan, con la sua fede e il suo entusiasmo, soprattutto nei momenti-chiave, quelli iniziali, della stagione. La colonna sonora della serietà e del buon senso non dovrà mai mancare nel Milan 2012-2013 e Bonera, da questo punto di vista, è un compositore affidabilissimo.

trizio sei pazzo a omettere sto pezzo

per consuetudine cara more quando leggo il nome Bonera passo avanti......mi interessava la prima parte che di solito è quella dove lui parla dell'attualità