Torna il calcioscommesse

il rendersi ridicoli non ha mai fine

SCOMMESSE: A NAPOLI SPUNTA PENTITO
"Migliaia di euro per ogni giocatore"

Una delle inchieste sul calcioscommesse, quella della Procura di Napoli, potrebbe presto produrre sviluppi clamorosi. Un pentito ha fatto rivelazioni interessanti, ecco un passaggio: "Non ricordo con precisione la somma messa a disposizione da... Ma sicuramente si trattava di decine di migliaia di euro per ogni giocatore disponibile". La Procura di Napoli avrebbe nel mirino diverse partite, compresi alcuni incontri dell'ultimo campionato di Serie A.

Un verbale di interrogatorio di sette pagine, quasi interamente "in bianco" perché coperte da omissis. Tanto che non è indicato neppure il nome dell'autore delle dichiarazioni, ovvero il pentito. L'indagine della Procura di Napoli, avviata dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo e dai pm Antonello Ardituro, Danilo De Simone e Vincenzo Ranieri avrebbe messo nel mirino diverse partite dei campionati di calcio conclusi a maggio, compresi alcuni incontri di Serie A. L'inchiesta è coperta dal massimo riserbo e ne è prova il verbale dell'interrogatorio di "persona sottoposta a indagini", svoltosi il 15 giugno scorso nell'ufficio della procura al Centro Direzionale.

www.sportmediaset.it

CALCIOSCOMMESSE IL TITOLARE DI DUE AGENZIE È STATO SENTITO
DALLA PROCURA FEDERALE IN 9 ORE DI INTERROGATORIO

Erodiani conferma i sospetti sul Chievo

«Pirani vinse 100 mila euro puntando sui veronesi. Parlato aveva rapporti diretti con Doni» . E spunta un Palermo-Napoli

di LUIGI PERNA (GaSport 10-07-2011)

ROMA La Serie A solo sfiorata dall’inchiesta di Cremona? Magari alla fine sarà davvero così. Intanto Massimo Erodiani, il titolare di due agenzie di
scommesse pescaresi, ha dato ampio materiale su cui lavorare ai procuratori
federali inviati giovedì da Stefano Palazzi. In 9 ore di interrogatorio ha
ribadito e precisato quando aveva detto ai magistrati sulle combine passate e presenti. A cominciare dall’inizio del suo rapporto con il dentista anconetano Marco Pirani, che martedì ha fatto retromarcia davanti al pm Di Martino, affermando «non ho mai conosciuto Pellissier» .

100 mila Erodiani lo ha nuovamente smentito. Confermando quanto aveva a sua volta riferito a Di Martino circa le partite Napoli Chievo 3-0 (31 maggio 2009) e Inter-Chievo 4-3 (9 maggio 2010), entrambe a detta di Pirani combinate proprio tramite Pellissier. Si tratta di elementi su cui è stato ascoltato a Roma anche Luca Campedelli, il presidente del Chievo. In particolare, dichiara Erodiani, «la partita Napoli-Chievo si riconnette ai miei primi rapporti con Pirani. Lui puntò nella mia agenzia e così io lo conobbi quando gli pagai l’abbondante vincita ammontante forse a più di 100. 000 euro» . Inoltre, parlando di Inter-Lecce di quest’anno, aggiunge: «Pirani mi aveva detto che l’anno precedente, tramite Pellissier, attaccante del Chievo, aveva manipolato Inter-Chievo. Mi ha precisato che il Chievo aveva chiesto di poter fare un gol e che aveva ricevuto il benestare dell’Inter» .

Il bello Erodiani è tornato anche sull’Over di Brescia-Lecce 2-2 (27 febbraio
2011). «È vero che Bellavista mi disse che il gruppo di Bologna aveva
combinato quella partita...» . Su Atalanta-Piacenza 3-0 ha rincarato: «Sono al corrente del fatto che Parlato avesse rapporti diretti con Doni» . Ai
procuratori federali ha poi chiarito che il Bello delle intercettazioni era
Bettarini, mentre l’altro «bello» citato per Ascoli-Livorno 2-3 (30 maggio
2009) era Galante. «Pirani mi disse che la partita era stata combinata tramite Galante del Livorno e Sommese dell’Ascoli. Il giorno dopo il Chievo andò a perdere a Napoli. Anche in questo caso, a detta di Pirani, l’informazione venne fornita da Pellissier» .

Inedito Mentre è spuntato un episodio inedito sul terzo incontro con i
Bolognesi e Bellavista, al quale secondo Erodiani era presente anche Signori. In quella occasione i Bolognesi, che dovevano tamponare il loro credito con i cinesi dopo Inter-Lecce, «dissero che c’era una partita di A per la quale non erano in grado di mettere il denaro... Bellavista propose di farla finanziare agli Zingari... ricordo che venne combinato a Milano Marittima per discutere la questione. . . gli zingari che pure avevano fatto vedere tramite una videochiamata il denaro, rimandarono l’appuntamento fino a quando non lo disertarono. Successivamente Bellavista mi comunicò che era Palermo-Napoli».

www.gazzetta.it

ciao persempreconte

guarda un po' chi si rivede

Giulio Mola
Le scomesse in serie A...qualcuno comincia a tremare...

cioè?

Scommesse, svolta nell'inchiesta di Cremona
Anche Corvia è indagato, la serie A trema
di Luca Fazzo

Ritorno di fiamma nell'inchiesta che venti giorni fa ha sconvolto il mondo del calcio. La difesa dell'attaccante non regge: adesso sono nel mirino Inter-Lecce e Fiorentina-Roma. A incastrarlo, le chiamate su Skype: sarebbe proprio sua l'utenza usata dagli scommettitori

Dopo venti giorni in cui il fuoco sembrava essersi acquietato, l’inchiesta di Cremona sul lato oscuro del calcio italiano ha un ritorno di fiamma: che investe in pieno Daniele Corvia, capitano del Lecce. Corvia è il primo calciatore di serie A in attività a ritrovarsi indagato nell’inchiesta cremonese: una indagine che era stata accusata da più parti di avere montato a dismisura un malaffare di piccolo cabotaggio, tutto tra Lega Pro e serie B. E che invece, con l’incriminazione di Corvia, fa ufficialmente il suo ingresso nella serie maggiore del nostro calcio.

Corvia è indagato per frode sportiva. Sostanzialmente, il capitano è accusato di avere «aggiustato» per conto della cricca di scommettitori una serie di incontri dell’ultimo campionato. Non c’è di mezzo solo il Lecce, perché Corvia aveva rapporti anche con altri calciatori di serie A. Il nome di Corvia compariva ripetutamente nelle intercettazioni e una utenza Skype (il sistema per dialogare attraverso Internet) a suo nome era stata utilizzata da alcuni protagonisti dell’imbroglio. Ma Corvia aveva offerto una contro-verità abbastanza affascinante: l’utenza sarebbe stata una utenza apocrifa, creata a sua insaputa da un complice dell’organizzazione (probabilmente Marco Paoloni, portiere della Cremonese e poi del Benevento). Gli scommettitori, insomma, dialogavano via Internet con Paoloni o con qualcun altro, e credevano invece di avere ottenuto un contatto diretto con il capitano leccese.

Questa tesi è stata lì lì per convincere gli inquirenti: e stava per minare pezzi importanti dell’inchiesta, perché una simile millanteria poteva essere stata messa in campo anche in altri casi. Ma strada facendo la Procura si è convinta che invece dietro il nome di Corvia ci fosse proprio Corvia. Ed è scattata l’iscrizione del giocatore nel registro degli indagati.

L’incriminazione di Corvia apre scenari interessanti, perché il suo nome è legato a due delle partite più delicate finite sotto tiro dell’inchiesta. Una è Inter-Lecce, 20 marzo, che nei piani degli scommettitori doveva finire con un «over», cioè con una goleada dei nerazzurri, e che invece si chiuse con un asfittico 1-0, scatenando le ire di una fazione del clan che aveva puntato in forze sull’«over».

Finora la combine su Inter-Lecce era stata letta come una invenzione di Paoloni. Ma se Corvia è coinvolto, tutto cambia. E andrebbero rilette anche alcune intercettazioni in cui sembra capire che anche i giocatori dell’Inter erano «consapevoli» anche se non complici della decisione degli avversari di farsi subissare di gol.

L’altra partita di cui a questo punto si tornerà inevitabilmente a parlare è Fiorentina-Roma del 20 febbraio. In una nota della polizia allegata alle indagini si legge: «Erodiani commenta con Pirani la partita dell’Inter e dice che l’attaccante del Lecce Daniele Corvia avrebbe pronosticato tanti gol in Fiorentina-Roma avendolo saputo dal Capitano della Giallorossa». Sulla identità di tale «Capitano» si sono formulate diverse ipotesi: si sono fatti i nomi di Daniele De Rossi e di Francesco Totti; qualcuno ha ipotizzato che in realtà (avendo anche il Lecce la maglia gialla e rossa) il Capitano non sia altri che Corvia. Di certo, c’è che Corvia conosce bene gli ambienti romanisti. E se, ora che è finito sotto inchiesta, vorrà spiegare come andarono le cose davvero si potrebbero aprire scenari ad alto impatto....

www.ilgiornale.it

grazie Anto

MILANO - Due società di serie A, Atalanta e Chievo, tre di serie B (Ascoli, Verona e Sassuolo), undici di Lega Pro, Alessandria, Cremonese, Benevento, Ravenna, Virtus Entella, Piacenza, Esperia Viareggio, Portogruaro, Taranto, Spezia e Reggiana, due della Lega Dilettanti, Cus Chieti e Pino Di Matteo, sono state deferite oggi alla Disciplinare dal Procuratore federale Stefano Palazzi nell'ambito del caso calcioscommesse.

LE ACCUSE - È una accusa di responsabilità oggettiva quella che ha portato la Procura della Federcalcio al deferimento di Atalanta e Chievo, oltre che alla maggioranza degli altri 16 club coinvolti nell'inchiesta sul calcioscommesse. Di «responsabilità diretta» si parla - nelle 32 pagine del deferimento del procuratore Stefano Palazzi - solo per Ravenna ed Alessandria. Altre squadre devono invece rispondere di responsabilità presunta.

I CALCIATORI - Oltre ai diciotto club, sono stati deferiti 26 tesserati per differenti violazioni: Erodiani, Paoloni, Parlato, Bellavista, Buffone, Bressan, Gervasoni, Micolucci, Signori, Sommese, Tuccella, Furlan, Bettarini, Fabbri, Gibellini, Santoni, Manfredini, Tisci, Doni, Deoma, Zaccanti, Veltroni, Rossi, Ciriello, Quadrini e Saverino. In particolare, Marco Paoloni, Giuseppe Signori e altri nove tra calciatori, dirigenti ed allenatori sono stati deferiti per «associazione finalizzata alla commissione di illeciti». Tra gli altri del gruppo Antonio Bellavista (ex capitano del Bari), Carlo Gervasoni (giocatore del Piacenza), il ds del Ravenna Giorgio Buffone ed anche Massimo Erodiani, tesserato per il calcio a cinque. Cristiano Doni, uno dei nomi di maggiore peso, è stato deferito per violazione dell'art. 7 del codice di giustizia sportiva, quello che parla di illecito sportivo, in relazione ad Atalanta-Piacenza. (con fonte Ansa)

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