Fake Play Finanziario
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Re: Fake Play Finanziario
Malaga, niente coppe nel 2013
Uefa: il club spagnolo ha troppi debiti
Michel Platini lo aveva detto: "Col fair play finanziario facciamo sul serio". E infatti dall'Uefa arrivano le prime sanzioni. Il club spagnolo del Malaga infatti è stato escluso dalle competizioni europee nella prossima stagione per non aver pagato gli stipendi arretrati ai giocatori e saldato in tempo le pendenze fiscali. Stessa sorte per Hajduk Spalato e Osijek (Croazia), Rapid e Dinamo Bucarest (Romania), Partizan Belgrado (Serbia).
Sono questi i risultati del Club Financial Body Control, l'organismo che deve controllare i bilanci delle società europee in osservazione del fair play finanziario. E per il Malaga non è finita qui. Oltre a 300.000 euro di multa, l'Uefa vuole che entro il 31 marzo 2013 gli spagnoli paghino tutti gli stipendi e i debiti, pena l'esclusione dalle coppe europee anche per le stagioni a venire. Simili le sanzioni per le altre squadre, i serbi del Vojvodina e gli ucraini dell'Arsenal Kyev invece hanno ricevuto solo multe. Archiviato il caso del Lech Poznan (Polonia), tenuto sotto osservazione ma poi risultato con i conti a posto.
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Uefa: il club spagnolo ha troppi debiti
Michel Platini lo aveva detto: "Col fair play finanziario facciamo sul serio". E infatti dall'Uefa arrivano le prime sanzioni. Il club spagnolo del Malaga infatti è stato escluso dalle competizioni europee nella prossima stagione per non aver pagato gli stipendi arretrati ai giocatori e saldato in tempo le pendenze fiscali. Stessa sorte per Hajduk Spalato e Osijek (Croazia), Rapid e Dinamo Bucarest (Romania), Partizan Belgrado (Serbia).
Sono questi i risultati del Club Financial Body Control, l'organismo che deve controllare i bilanci delle società europee in osservazione del fair play finanziario. E per il Malaga non è finita qui. Oltre a 300.000 euro di multa, l'Uefa vuole che entro il 31 marzo 2013 gli spagnoli paghino tutti gli stipendi e i debiti, pena l'esclusione dalle coppe europee anche per le stagioni a venire. Simili le sanzioni per le altre squadre, i serbi del Vojvodina e gli ucraini dell'Arsenal Kyev invece hanno ricevuto solo multe. Archiviato il caso del Lech Poznan (Polonia), tenuto sotto osservazione ma poi risultato con i conti a posto.
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PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: Fake Play Finanziario
Uhh fanno sul serio, punito il Malaga!
MilanOnlyYou- Yokohama 2007
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Re: Fake Play Finanziario
uff ma penalizziamolo subito, noi giochiamo col porto e lo zenit viene recuperato...
non sarebbe male no? ashuhdfgh
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CaMi- Yokohama 2007
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Re: Fake Play Finanziario
sono d'accordo
PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: Fake Play Finanziario
Karl Heinz RumeniggeIl Psg a cosa la fa pensare? "Non ho niente contro gli investimenti, basta che si rispetti il fair-play. Qualcuno dimentica, mal’abbiamo firmato tutti: il deficit europeo è ancora 1,7 miliardi. C’è qualcosa di sbagliato, c’è chi non rispetta le regole. Il Bayern lo fa. Complimenti anche alle italiane: il Milan aveva un forte deficit ma s’è impegnato e ha recuperato, anche se è stato criticato per l’austerity. Strano: anche l’Inter ha risparmiato per rientrare, ma ha ricevuto meno lamentele".
trizio81- Yokohama 2007
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Re: Fake Play Finanziario
in fondo berlusconi poteva anche tenere thiago silva e mettere 10000 dipendenti Fininvest in cassaintegrazione come fanno gli Agnelli
Spirit of Saint Louis- Yokohama 2007
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Re: Fake Play Finanziario
il fair play è una cosa ignobile che penso non sarà mai realmente messa in pratica, tra l'altro il psg sarebbe perfettamente in regola visto che usa il trucchetto di autosponsorizzarsi
Paris Saint-Germain, maxi sponsor. Fair play finanziario a rischio
Il fair play finanziario è arrivato al primo, vero banco di prova: in Francia il Paris Saint-Germain dello sceicco Nasser Al-Khelaifi sottoscrive un contratto di sponsorizzazione faraonico col chiaro fine di eludere i vincoli economici voluti da Michel Platini. E adesso si attende la contromossa dell’Uefa, che dopo aver fatto la voce grossa con i piccoli club (squalificando il Malaga ed altre squadre per inadempienze finanziarie), dovrà mantenere lo stesso atteggiamento anche con una delle nuove potenze del calcio mondiale.
Il contratto di sponsorizzazione firmato dal Paris Saint-Germain con la Qatar Tourism Authority è il più ricco di sempre nel mondo del calcio. A rivelarne i dettagli è stato il quotidiano francese Le Parisien: la Qta verserà nelle casse del club transalpino circa 700 milioni di euro in quattro anni; si parte da una base di 150 milioni a stagione, per arrivare ad un massimo di 200 milioni nel 2016. Il carattere progressivo del contratto è studiato per crescere di pari passo al tetto salariale del club: il Psg già annovera in rosa gli ingaggi faraonici di Ibrahimovic (14 milioni netti l’anno), Thiago Silva (9 milioni), Lavezzi (4 milioni) e compagnia varia, ma evidentemente si prepara ad acquistare anche altri campioni.
Un accordo molto redditizio, forse troppo: le sue cifre, infatti, sono del tutto fuori mercato. In Italia la squadra che può vantare il contratto più ricco è l’Inter (che da Pirelli incassa circa 13 milioni l’anno); in Europa spiccano i numeri di Barcellona (oltre 30 milioni di euro a stagione da Qatar Foundation) e Arsenal (fresco di accordo da 37 milioni l’anno con Emirates). Ma nessuno si avvicina neanche lontanamente al Paris Saint-Germain, che pure non ha certo la maglia di calcio più prestigiosa ed ambita del continente.
I sospetti diventano certezze quando si prendono in esame le due parti contraenti: la Qatar Tourism Authority è l’istituzione che rappresenta ufficialmente il ministero del Turismo, e fa capo allo Stato del Qatar, esattamente come la Qatar Sports Investments che detiene il Paris Saint-Germain. La proprietà di Psg e Qta, quindi, di fatto è la stessa.
Questo di per sé non rappresenterebbe un problema: il fenomeno della sponsorizzazione “interna” è prassi lecita e frequente nel calcio (si prenda in Italia l’esempio della Juventus, che sulla maglia reca il marchio Jeep della Fiat della famiglia Agnelli, proprietaria del club). Ma le spropositate cifre dell’accordo in questo caso non lasciano adito a dubbi: si tratta di una mossa per aggirare il fair play finanziario, per cui le società calcistiche non potranno spendere più di quanto guadagnato. Un’ iniezione di capitale mascherata, che permetterà al club parigino di chiudere il bilancio in pareggio, annoverando alla voce entrate fino a 200 milioni di euro di sponsor. Ulteriore riprova è la clausola che darebbe all’accordo valore retroattivo al 2012, in modo da “sistemare” i conti anche nella stagione 2011/2012.
Gli sceicchi giocano allo scoperto. Non abbastanza, però, per la Direction Nationale du Contrôle de Gestion, l’organo incaricato di vigilare sui conti delle società di calcio francesi, che nell’accordo non ha rilevato alcuna irregolarità. Adesso la palla passa alla Uefa. Che le sponsorizzazioni potessero rappresentare il tallone d’Achille del progetto era stato immaginato sin dai primi vagiti del Ffp. Non a caso il regolamento dedica più d’un capitolo alle transazioni commerciali con società collegate (anche se ci sarebbe un buco normativo a proposito dei finanziamenti provenienti da Stati non europei). In una maniera o nell’altra, ora bisognerà passare dalle parole ai fatti.
Secondo indiscrezioni dalla Svizzera, la Uefa starebbe già lavorando al caso: l’intenzione sarebbe quella di respingere il contratto, o almeno di ricondurlo ad un ragionevole valore di mercato ai fini dei conti relativi al fair play finanziario. Ma gli sceicchi sono pronti a dar battaglia legale. E in questo senso si sono premuniti presentando l’accordo non come una semplice sponsorizzazione, ma come una più ampia operazione di comunicazione per promuovere l’immagine del Qatar in Francia. Andrà dimostrato che l’accordo è fuori mercato e fraudolento. E non sarà facile.
È una partita impegnativa, che la Uefa non può perdere: ne va della credibilità della massima istituzione calcistica europea; e in buona parte dello stesso Platini, che tanto si è esposto per il fair play finanziario. Se vincerà il Paris Saint-Germain, invece, il progetto naufragherà e Al-Khelaifi potrà continuare a spendere cifre folli sul mercato. Come negli ultimi due anni, in cui ha acquistato 15 giocatori per oltre 250 milioni di euro. E agli altri inevitabilmente resteranno solo le briciole.
Paris Saint-Germain, maxi sponsor. Fair play finanziario a rischio
Il fair play finanziario è arrivato al primo, vero banco di prova: in Francia il Paris Saint-Germain dello sceicco Nasser Al-Khelaifi sottoscrive un contratto di sponsorizzazione faraonico col chiaro fine di eludere i vincoli economici voluti da Michel Platini. E adesso si attende la contromossa dell’Uefa, che dopo aver fatto la voce grossa con i piccoli club (squalificando il Malaga ed altre squadre per inadempienze finanziarie), dovrà mantenere lo stesso atteggiamento anche con una delle nuove potenze del calcio mondiale.
Il contratto di sponsorizzazione firmato dal Paris Saint-Germain con la Qatar Tourism Authority è il più ricco di sempre nel mondo del calcio. A rivelarne i dettagli è stato il quotidiano francese Le Parisien: la Qta verserà nelle casse del club transalpino circa 700 milioni di euro in quattro anni; si parte da una base di 150 milioni a stagione, per arrivare ad un massimo di 200 milioni nel 2016. Il carattere progressivo del contratto è studiato per crescere di pari passo al tetto salariale del club: il Psg già annovera in rosa gli ingaggi faraonici di Ibrahimovic (14 milioni netti l’anno), Thiago Silva (9 milioni), Lavezzi (4 milioni) e compagnia varia, ma evidentemente si prepara ad acquistare anche altri campioni.
Un accordo molto redditizio, forse troppo: le sue cifre, infatti, sono del tutto fuori mercato. In Italia la squadra che può vantare il contratto più ricco è l’Inter (che da Pirelli incassa circa 13 milioni l’anno); in Europa spiccano i numeri di Barcellona (oltre 30 milioni di euro a stagione da Qatar Foundation) e Arsenal (fresco di accordo da 37 milioni l’anno con Emirates). Ma nessuno si avvicina neanche lontanamente al Paris Saint-Germain, che pure non ha certo la maglia di calcio più prestigiosa ed ambita del continente.
I sospetti diventano certezze quando si prendono in esame le due parti contraenti: la Qatar Tourism Authority è l’istituzione che rappresenta ufficialmente il ministero del Turismo, e fa capo allo Stato del Qatar, esattamente come la Qatar Sports Investments che detiene il Paris Saint-Germain. La proprietà di Psg e Qta, quindi, di fatto è la stessa.
Questo di per sé non rappresenterebbe un problema: il fenomeno della sponsorizzazione “interna” è prassi lecita e frequente nel calcio (si prenda in Italia l’esempio della Juventus, che sulla maglia reca il marchio Jeep della Fiat della famiglia Agnelli, proprietaria del club). Ma le spropositate cifre dell’accordo in questo caso non lasciano adito a dubbi: si tratta di una mossa per aggirare il fair play finanziario, per cui le società calcistiche non potranno spendere più di quanto guadagnato. Un’ iniezione di capitale mascherata, che permetterà al club parigino di chiudere il bilancio in pareggio, annoverando alla voce entrate fino a 200 milioni di euro di sponsor. Ulteriore riprova è la clausola che darebbe all’accordo valore retroattivo al 2012, in modo da “sistemare” i conti anche nella stagione 2011/2012.
Gli sceicchi giocano allo scoperto. Non abbastanza, però, per la Direction Nationale du Contrôle de Gestion, l’organo incaricato di vigilare sui conti delle società di calcio francesi, che nell’accordo non ha rilevato alcuna irregolarità. Adesso la palla passa alla Uefa. Che le sponsorizzazioni potessero rappresentare il tallone d’Achille del progetto era stato immaginato sin dai primi vagiti del Ffp. Non a caso il regolamento dedica più d’un capitolo alle transazioni commerciali con società collegate (anche se ci sarebbe un buco normativo a proposito dei finanziamenti provenienti da Stati non europei). In una maniera o nell’altra, ora bisognerà passare dalle parole ai fatti.
Secondo indiscrezioni dalla Svizzera, la Uefa starebbe già lavorando al caso: l’intenzione sarebbe quella di respingere il contratto, o almeno di ricondurlo ad un ragionevole valore di mercato ai fini dei conti relativi al fair play finanziario. Ma gli sceicchi sono pronti a dar battaglia legale. E in questo senso si sono premuniti presentando l’accordo non come una semplice sponsorizzazione, ma come una più ampia operazione di comunicazione per promuovere l’immagine del Qatar in Francia. Andrà dimostrato che l’accordo è fuori mercato e fraudolento. E non sarà facile.
È una partita impegnativa, che la Uefa non può perdere: ne va della credibilità della massima istituzione calcistica europea; e in buona parte dello stesso Platini, che tanto si è esposto per il fair play finanziario. Se vincerà il Paris Saint-Germain, invece, il progetto naufragherà e Al-Khelaifi potrà continuare a spendere cifre folli sul mercato. Come negli ultimi due anni, in cui ha acquistato 15 giocatori per oltre 250 milioni di euro. E agli altri inevitabilmente resteranno solo le briciole.
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Re: Fake Play Finanziario
700 milioni in 4 anni =|
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Re: Fake Play Finanziario
è la stessa cosa che fa il City, lo sponsor è anche la proprietà, è semplice
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Re: Fake Play Finanziario
credo sia arrivato il momento di fissare i tetti d'ingaggio,chi li supera paghi una tassa molto salata all'UEFA
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