Topic Politico
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Re: Topic Politico
Germania, i pro e i contro dei minijob.
A guardare la Germania
da lontano, il lavoro sembra essere l’ultimo problema dello Stato più
potente d’Europa. Eppure di quel tasso di disoccupazione al 6,9% - molto
al di sotto della media europea del 10,9%, anche se lontanissimo dallo
0,6% raggiunto negli anni Settanta - va fatta la tara. E in questa tara
non possono non entrare i 7,4 milioni di tedeschi in possesso di un geringfügige Beschäftigung ovverosia di un minijob che permette di guadagnare fino a un massimo di 450 euro in esenzione di imposta.
Anche se l’istituzione del minijob
ha tolto molti disoccupati dalla strada dando loro un reddito,
l’impressione è che, come al solito, il vero affare lo abbiano fatto i
datori di lavoro che con questo tipo di contratti possono tenere molto
basso il costo del lavoro.
Da un po’ di tempo fra i lavoratori
serpeggia il malumore: perché con le performance ottenute dalla Germania
qualcuno non riesce a spiegarsi come mai questo “benessere” non venga
condiviso, ovverosia come mai i minijob continuino a essere “mini” e non
perdano il prefisso, diventando contratti veri e propri.
In Germania il dibattito si sta facendo acceso. Da una parte i sostenitori,
per cui i minijob offrono ai giovani genitori tempo libero da dedicare
ai figli, agli studenti un’opzione per guadagnare denaro in maniera
legale ed esentasse e alle impese la flessibilità necessaria per
adattare la forza lavoro alle proprie reali necessità. I minijob sono
una vera e propria manna per i ristoranti e per tutte quelle attività
(specialmente di vendita al dettaglio) che prevedono picchi di utenza e
repentine decadute dei flussi di clienti.
Dall’altra parte, i critici
sostengono come i minijob contribuiscano ad aumentare il divario tra
ricchi e poveri, facendo crescere la povertà e minando i fondamenti del
contratto sociale.
Mentre fra i lavoratori a tempo pieno, fra il 1999 e il 2010 gli stipendi
sono aumentati mediamente del 25%, nello stesso periodo, nelle fasce
più basse, i redditi hanno avuto un incremento del 7,5%. Visto che nello
stesso periodo l’inflazione è aumentata del 18% a fronte di una
crescita economica del 13%, molti tedeschi non hanno avuto l’impressione
di partecipare ai vantaggi economici della crescita della nazione.
La questione sarà uno dei cavalli di battaglia dei Socialdemocratici nella campagna elettorale in vista delle elezioni politiche di settembre. E se Angela Merkel dal
1° gennaio ha fatto innalzare il limite del lavoro esentasse da 400 a
450 euro al mese, i Verdi chiedono che venga abbassato a 100 euro, in
modo da creare i presupposti per contratti più regolari. Per i
sostenitori i minijob sono una sorta di trampolino, per i detrattori
creano una sorta di “ghetto”, ponendo chi è assunto con questi contratti
ai margini del mondo del lavoro.
I minijob si sono diffusi
soprattutto nella ex Germania Occidentale. Un recente studio pubblicato
dal Ministero della Famiglia tedesco ha riscontrato come soprattutto le donne
rischino di restare “intrappolate” nei minijobs che finirebbero per
essere “un programma per la creazione permanente di impotenza e
dipendenza economica delle donne”.
Nell’Eldorado tedesco, dunque, il minijob rappresenta un consolidato compromesso fra puro assistenzialismo e piena occupazione.
Spesso i compromessi, da soli, non sono sufficienti e per 5 dei 7,3
milioni di mini-lavoratori questi contratti sono l’unica forma di
reddito. E questi 5 milioni potrebbero essere l’ago della bilancia nelle
elezioni politiche di fine estate.
http://it.finance.yahoo.com/notizie/germania-i-pro-e-i-contro-dei-minijob-151432255.html
A guardare la Germania
da lontano, il lavoro sembra essere l’ultimo problema dello Stato più
potente d’Europa. Eppure di quel tasso di disoccupazione al 6,9% - molto
al di sotto della media europea del 10,9%, anche se lontanissimo dallo
0,6% raggiunto negli anni Settanta - va fatta la tara. E in questa tara
non possono non entrare i 7,4 milioni di tedeschi in possesso di un geringfügige Beschäftigung ovverosia di un minijob che permette di guadagnare fino a un massimo di 450 euro in esenzione di imposta.
Anche se l’istituzione del minijob
ha tolto molti disoccupati dalla strada dando loro un reddito,
l’impressione è che, come al solito, il vero affare lo abbiano fatto i
datori di lavoro che con questo tipo di contratti possono tenere molto
basso il costo del lavoro.
Da un po’ di tempo fra i lavoratori
serpeggia il malumore: perché con le performance ottenute dalla Germania
qualcuno non riesce a spiegarsi come mai questo “benessere” non venga
condiviso, ovverosia come mai i minijob continuino a essere “mini” e non
perdano il prefisso, diventando contratti veri e propri.
In Germania il dibattito si sta facendo acceso. Da una parte i sostenitori,
per cui i minijob offrono ai giovani genitori tempo libero da dedicare
ai figli, agli studenti un’opzione per guadagnare denaro in maniera
legale ed esentasse e alle impese la flessibilità necessaria per
adattare la forza lavoro alle proprie reali necessità. I minijob sono
una vera e propria manna per i ristoranti e per tutte quelle attività
(specialmente di vendita al dettaglio) che prevedono picchi di utenza e
repentine decadute dei flussi di clienti.
Dall’altra parte, i critici
sostengono come i minijob contribuiscano ad aumentare il divario tra
ricchi e poveri, facendo crescere la povertà e minando i fondamenti del
contratto sociale.
Mentre fra i lavoratori a tempo pieno, fra il 1999 e il 2010 gli stipendi
sono aumentati mediamente del 25%, nello stesso periodo, nelle fasce
più basse, i redditi hanno avuto un incremento del 7,5%. Visto che nello
stesso periodo l’inflazione è aumentata del 18% a fronte di una
crescita economica del 13%, molti tedeschi non hanno avuto l’impressione
di partecipare ai vantaggi economici della crescita della nazione.
La questione sarà uno dei cavalli di battaglia dei Socialdemocratici nella campagna elettorale in vista delle elezioni politiche di settembre. E se Angela Merkel dal
1° gennaio ha fatto innalzare il limite del lavoro esentasse da 400 a
450 euro al mese, i Verdi chiedono che venga abbassato a 100 euro, in
modo da creare i presupposti per contratti più regolari. Per i
sostenitori i minijob sono una sorta di trampolino, per i detrattori
creano una sorta di “ghetto”, ponendo chi è assunto con questi contratti
ai margini del mondo del lavoro.
I minijob si sono diffusi
soprattutto nella ex Germania Occidentale. Un recente studio pubblicato
dal Ministero della Famiglia tedesco ha riscontrato come soprattutto le donne
rischino di restare “intrappolate” nei minijobs che finirebbero per
essere “un programma per la creazione permanente di impotenza e
dipendenza economica delle donne”.
Nell’Eldorado tedesco, dunque, il minijob rappresenta un consolidato compromesso fra puro assistenzialismo e piena occupazione.
Spesso i compromessi, da soli, non sono sufficienti e per 5 dei 7,3
milioni di mini-lavoratori questi contratti sono l’unica forma di
reddito. E questi 5 milioni potrebbero essere l’ago della bilancia nelle
elezioni politiche di fine estate.
http://it.finance.yahoo.com/notizie/germania-i-pro-e-i-contro-dei-minijob-151432255.html
Spirit of Saint Louis- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
giusto oggi un articolo parla di una spesa dello stato di 1,5 mld per non far morire di fame (che siano 400 o 900 € cambia poco) i dipendenti della vendita al dettaglio. Ovviamente anche le entrate in termini di pensioni etc sono praticamente inesistenti
Antioco- Rotterdam 1968
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Re: Topic Politico
Crimi assente in giunta elezioni:
«Mi sono perso»
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CaMi- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
Sparategli un colpo alla nuca. Un atto misericordioso.
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Re: Topic Politico
vito crimi è forse il senatore piu ridicolo del parlamento italiano, come dimenticare le sue urla ridicolissime per RO-DO-TA' col megafono, oppure la sua ossessione per l'ineleggibilità di berlusconi, si fotta sto comunista del cazzo.
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Re: Topic Politico
pisapia è un demente
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Re: Topic Politico
Sai che novità
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Re: Topic Politico
ogni volta riesce a stupirmi
PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: Topic Politico
sta cosa delle gelaterie è qualcosa che va ogni possibile immaginazione infatti
CaMi- Yokohama 2007
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