Inter - Verona

«In 5.000 contro Milano»
La minaccia degli ultrà veronesi

Stasera la partita di Coppa Italia contro l'Inter
Rischio di scontri fra tifosi

Nella curva Sud del Bentegodi di Verona circola un volantino. Di battaglia. «No comodi, no gita. In cinquemila contro Milano». Dieci anni dopo gli scontri del 17 febbraio 2002, oggi gli ultrà dell'Hellas tornano a Milano per sfidare l'Inter in Coppa. Allora finì male, con botte, arresti e coltelli che giravano. Secondo le forze dell'ordine, la partita è di quelle ad alto rischio a causa dei rapporti tesi tra le due tifoserie, rivali dopo anni di gemellaggio. Tanto da superare lo storico antagonismo con il Milan.

Gli ultrà gialloblù s'incontreranno al metrò di Sesto: «Ritrovo obbligatorio alle 18». I caratteri cubitali a sancire l'imperativo. «Niente pullman organizzati», ma la minaccia di una «marcia dei cinquemila» su San Siro. All'origine dei dissidi, i delicati equilibri politici da stadio, misti a razzismo e violenza. Tutto inizia nel maggio 2000. L'Inter di Roberto Baggio va al Bentegodi per giocarsi lo spareggio Champions in campo neutro contro il Parma. Le brigate gialloblù aspettano fuori dallo stadio. Un confronto acceso, la rinnovata dirigenza degli ultrà dell'Hellas accusa la curva Nord di non essere abbastanza estremista. I lanci di bottiglie sono il preludio alla fine del gemellaggio.

Gli ultimi incidenti, poi, avvennero a San Siro nell'aprile 2002. Al Meazza, la nazionale del Trap gioca contro l'Uruguay. Pochi spettatori, la Gazzetta racconta di tribune lasciate sgombre «alle scorribande di teppisti». Veronesi. Un anno prima, l'11 marzo 2001, a farne le spese era stato il centrocampista Stéphan Dalmat, bersagliato di insulti razzisti. Gli scontri più violenti, però, avvennero quel 17 febbraio, a Verona. Gli interisti attaccarono i veneti, armati di coltelli. I tafferugli pre e post match (finito 0-3) portarono a due arresti e qualche ferito, oltre al danneggiamento di numerose vetture targate Milano.

Poi basta, niente più confronti diretti, con l'odio veronese che monta nelle serie minori e con i nerazzurri impegnati a darsi un'immagine «apolitica». Così, nella Nord, le croci celtiche lasciano spazio a ospiti moderati come Roberto Vecchioni e Beppe Severgnini e le grida di battaglia diventano frasi ironiche: «Se siamo riusciti a tenere a bada i tifosi del Partizan Belgrado - taglia corto lo storico ultrà interista Franco Caravita -, figuriamoci 200 figure comiche e anacronistiche».

www.corriere.it

veronese pezzo di merda

SECOLI che non vedevo Chivu O_O

mi chiedevo quanti giovani avesse lanciato straminchioni in prima squadra......forse 0,5

C'è Filippo!!!! ahahaha

CaMi ha scritto:C'è Filippo!!!! ahahaha

ahahahah

Culo spaventoso LOL

culo? allenamento...

Cassano tanto per cambiare e va be', il solito Guarin

mi riferivo al secondo gol

Giannino ha scritto:culo? allenamento...

Cassano tanto per cambiare e va be', il solito Guarin

Non segnava da mesi..."tanto per cambiare"