Antonio - scimmia urlatrice africana dai capelli miracolosamente lunghi - Conte
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Re: Antonio - scimmia urlatrice africana dai capelli miracolosamente lunghi - Conte
Conte: "Patteggiare, che errore"
Scommesse, il tecnico: "Sono innocente"
In una lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, Antonio Conte parla per la prima volta durante il procedimento sulle scommesse che lo vede coinvolto: "C'è una cosa che non rifarei se potessi tornare indietro: accettare controvoglia il patteggiamento - ha dichiarato -. Non si patteggia l'innocenza, anche se gli avvocati ti consigliano di farlo perché è un'opportunità e i rischi del dibattimento sono alti. E' stato un errore"
"Certo - prosegue il tecnico, giudicato per fatti avvenuti quando era alla guida del Siena - non avrei ammesso nulla, ma si sarebbe percepita una cosa diversa. Ecco, anche se oggi avessi la certezza dei tre mesi di stop, la mia risposta sarebbe no. Su un fatto concordo con i giudici: 90 giorni non erano una pena congrua. Quella giusta è zero: non ho commesso nè illeciti, nè omesse denunce".
E da questo punto, Conte parte per spiegare ancora una volta quello che, a parere suo e di molti, è il lato debole della giustizia sportiva: l'impossibilità di difendersi in maniera congrua: "Ho fiducia nei giudici di appello, sono convinto che leggeranno le carte con attenzione evitando un'ingiustizia. Il fenomeno del calcioscommesse va stroncato, ma non si può squalificare una persona in questo modo. Chiunque può alzarsi, puntare il dito su qualcuno e mandarlo al macello. Dei giudici ho fiducia, del sistema meno. Voglio che la gente sappia che una cosa così può capitare a chiunque. Per questo quando le Procure avranno finito le indagini, penso che la Federcalcio debba chiedersi se le regoloe attuali del processo sportivo siano rispettose della difesa di un tesserato e delle società quotate in Borsa".
Il tecnico confessa poi di avere raggiunto il culmine dell'amarezza in occasione della perquisizione del suo appartamento torinese: "Solo io so il dolore che ho provato quel giorno - dichiara -, non ero in casa, ma c'erano mia figlia piccola e sua nonna. Sa cosa ha detto un poliziotto a mia suocera che domandava il perché? Lo chieda a suo genero, il perché, ha detto, in modo quasi sprezzante. Gli avvocati mi hanno spiegato che quello era un atto dovuto, ma questo non lenisce una ferita che rimarrà aperta tutta la vita".
Pensieri anche per gli amici, inteso soprattutto come la Juventus, e i "nemici" del campo, che Conte sta affrontando però dalla tribuna: "Nella tristezza della vicenda il grande aspetto positivo è che tutti all'interno della società mi sono stati vicini umanamente, supportandomi in ogni momento. Mai pensato a dimettermi e neanche John Elkann, il presidente Agnelli e il direttore Marotta hanno mai preso in considerazione questa ipotesi". Parlando anche di calcio giocato, Conte si toglie poi qualche sassolino dalle scarpe e torna sulla finale di Supercoppa contro il Napoli. "Mazzarri afferma che un intenditore di calcio non potrebbe mai considerare meritata la vittoria della Juve a Pechino? Ognuno vede le cose a modo suo. Sento dire anche che la Juve attuale si è ispirata a Mazzarri. Si possono copiare i numeri, ma di sicuro è molto diversa la mentalità, il modo di affrontare la gara, la voglia di essere propositivi, i principi di gioco. Devo continuare?". Infine l'appuntamento sul campo a un altro avversario: "Zeman? Lo aspetto. Vedrò il verdetto del campo".
www.sportmediaset.it
Scommesse, il tecnico: "Sono innocente"
In una lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, Antonio Conte parla per la prima volta durante il procedimento sulle scommesse che lo vede coinvolto: "C'è una cosa che non rifarei se potessi tornare indietro: accettare controvoglia il patteggiamento - ha dichiarato -. Non si patteggia l'innocenza, anche se gli avvocati ti consigliano di farlo perché è un'opportunità e i rischi del dibattimento sono alti. E' stato un errore"
"Certo - prosegue il tecnico, giudicato per fatti avvenuti quando era alla guida del Siena - non avrei ammesso nulla, ma si sarebbe percepita una cosa diversa. Ecco, anche se oggi avessi la certezza dei tre mesi di stop, la mia risposta sarebbe no. Su un fatto concordo con i giudici: 90 giorni non erano una pena congrua. Quella giusta è zero: non ho commesso nè illeciti, nè omesse denunce".
E da questo punto, Conte parte per spiegare ancora una volta quello che, a parere suo e di molti, è il lato debole della giustizia sportiva: l'impossibilità di difendersi in maniera congrua: "Ho fiducia nei giudici di appello, sono convinto che leggeranno le carte con attenzione evitando un'ingiustizia. Il fenomeno del calcioscommesse va stroncato, ma non si può squalificare una persona in questo modo. Chiunque può alzarsi, puntare il dito su qualcuno e mandarlo al macello. Dei giudici ho fiducia, del sistema meno. Voglio che la gente sappia che una cosa così può capitare a chiunque. Per questo quando le Procure avranno finito le indagini, penso che la Federcalcio debba chiedersi se le regoloe attuali del processo sportivo siano rispettose della difesa di un tesserato e delle società quotate in Borsa".
Il tecnico confessa poi di avere raggiunto il culmine dell'amarezza in occasione della perquisizione del suo appartamento torinese: "Solo io so il dolore che ho provato quel giorno - dichiara -, non ero in casa, ma c'erano mia figlia piccola e sua nonna. Sa cosa ha detto un poliziotto a mia suocera che domandava il perché? Lo chieda a suo genero, il perché, ha detto, in modo quasi sprezzante. Gli avvocati mi hanno spiegato che quello era un atto dovuto, ma questo non lenisce una ferita che rimarrà aperta tutta la vita".
Pensieri anche per gli amici, inteso soprattutto come la Juventus, e i "nemici" del campo, che Conte sta affrontando però dalla tribuna: "Nella tristezza della vicenda il grande aspetto positivo è che tutti all'interno della società mi sono stati vicini umanamente, supportandomi in ogni momento. Mai pensato a dimettermi e neanche John Elkann, il presidente Agnelli e il direttore Marotta hanno mai preso in considerazione questa ipotesi". Parlando anche di calcio giocato, Conte si toglie poi qualche sassolino dalle scarpe e torna sulla finale di Supercoppa contro il Napoli. "Mazzarri afferma che un intenditore di calcio non potrebbe mai considerare meritata la vittoria della Juve a Pechino? Ognuno vede le cose a modo suo. Sento dire anche che la Juve attuale si è ispirata a Mazzarri. Si possono copiare i numeri, ma di sicuro è molto diversa la mentalità, il modo di affrontare la gara, la voglia di essere propositivi, i principi di gioco. Devo continuare?". Infine l'appuntamento sul campo a un altro avversario: "Zeman? Lo aspetto. Vedrò il verdetto del campo".
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PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: Antonio - scimmia urlatrice africana dai capelli miracolosamente lunghi - Conte
potrebbe ammettere le sue colpe e dire che era daccordo con palazzi,abete e compagnia cantante,se è vero che non ci si può difendere in un processo sportivo mette in merda pure loro.
lalomba- Atene 1994
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Re: Antonio - scimmia urlatrice africana dai capelli miracolosamente lunghi - Conte
Non si può avere un accento così calcato nel 2012 comunque
niam- Milano 1995
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Re: Antonio - scimmia urlatrice africana dai capelli miracolosamente lunghi - Conte
Altro per cui farei una festa al funerale
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Re: Antonio - scimmia urlatrice africana dai capelli miracolosamente lunghi - Conte
riduzione della pena.
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Re: Antonio - scimmia urlatrice africana dai capelli miracolosamente lunghi - Conte
ho letto 8 mesi... cambia poco... sarebbe ritenuto ancora colpevole ...
PerSempreConTe- Yokohama 2007
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Re: Antonio - scimmia urlatrice africana dai capelli miracolosamente lunghi - Conte
Sentenze: sconto per Conte
Il Lecce senza scampo
La Corte di giustizia dovrebbe ridurre la squalifica al tecnico juventino, che ricorrerà al Tnas. Bonucci, Pepe e Di Vaio verso il proscioglimento. I giallorossi dovrebbero lasciare la B. Incerto il destino del Grosseto
Oggi, probabilmente nel pomeriggio, sul sito della Federcalcio ci sarà il dispositivo ufficiale dei due procedimenti che la Corte di giustizia federale ha esaminato lunedì e ieri. Chi si aspetta novità eclatanti, però, potrebbe rimanere deluso: sostanzialmente confermate le sentenze della Disciplinare. L’allenatore della Juventus Antonio Conte - dieci mesi di squalifica in primo grado per doppia omessa denuncia - dovrebbe ottenere un leggero sconto di pena: ricorrerà al Tnas del Coni. L’appello del procuratore federale Stefano Palazzi contro i proscioglimenti relativi a Udinese-Bari (Leonardo Bonucci, Simone Pepe, Nicola Belmonte e Salvatore Masiello) sarebbe stato respinto e sicuramente la Procura non andrà al Tribunale arbitrale. Non lo ha mai fatto. L’informativa dei carabinieri sulla telefonata tra Portanova e Di Vaio, in orario compatibile con l’incontro che il difensore centrale aveva avuto con gli emissari di Andrea Masiello per combinare Bologna-Bari, non ha compromesso le sorti dei due calciatori (omessa denuncia per Portanova, proscioglimento per Di Vaio) e della società emiliana, per i quali si profila la conferma della decisione di primo grado. Nessuna sorpresa, almeno alla vigilia e sebbene la difesa ci sperasse, per l’appello del Lecce, per il quale sarebbe stata confermata l’esclusione dalla Serie B: toccherà ora al presidente federale Giancarlo Abete (coadiuvato dai vicepresidenti e dai presidenti delle leghe interessate) assegnarlo ad altra categoria. Sul Grosseto, invece, si sta ancora discutendo: comunque scontato, per il momento, lo slittamento delle partite delle due squadre in Serie B e probabile slittamento anche delle partite di Lega Pro delle "ripescande" Vicenza e Nocerina. Intanto i legali del club salentino prepareranno il ricorso d’urgenza al Tnas.
continuità — La linea che la Corte di giustizia federale ha adottato è quella della continuità. Già a luglio nella sentenza di appello per il maxiprocesso sul calcioscommesse, i giudici avevano modificato poco la sentenza di primo grado ritenendo (come ha fatto la Disciplinare) che i collaboratori Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni fossero attendibili. E il lavoro degli avvocati difensori non è riuscito a smontare questo assunto.
udinese-bari — Poteva essere la "scheggia impazzita" della giornata di ieri. Palazzi aveva impostato il suo appello soprattutto sulla credibilità di Andrea Masiello, "rafforzata" dall’apertura a Bari di uno stralcio dell’inchiesta proprio su alcune sue "inedite" dichiarazioni relative alle partite Bari-Treviso (2007-2008) e Salernitana-Bari (2008-2009). "La credibilità intrinseca ed estrinseca di Andrea Masiello è ampiamente dimostrata dai fatti e in particolare dagli ultimi calciatori ascoltati in qualità di indagati dai magistrati di Bari nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse, come riportato da tantissimi e onorevolissimi organi di stampa. A tal fine produciamo gli articoli di giornale nell’impossibilità di poter produrre i verbali di Lanzafame nella loro integrità per non intralciare il lavoro della Procura di Bari", ha detto Palazzi. Piccata la replica della difesa di Bonucci: "Andrea Masiello si contraddice più volte e non dice la verità, come rilevato in modo coerente e logico dalla Disciplinare: Bonucci è una persona credibile, definizione della Procura di Bari, e non è mai stato ascoltato perché indagato, ma soltanto come persona informata sui fatti".
bologna-bari — Scontro al veleno tra Procura federale e difese anche sulla partita Bologna-Bari. "Non ho chiamato Di Vaio né al telefono né incontrato di persona, questa è la risposta di Portanova alla Procura - ricorda Palazzi -. Ma le bugie hanno le gambe corte. Al fronte di un dato fattuale ha cambiato la sua linea difensiva", ha detto dopo aver illustrato l’informativa dei carabinieri di Bari allegata all’appello. Ma è stata incisiva l’arringa del legale del Bologna, Mattia Grassani, sull’impossibilità che la telefonata di Portanova a Di Vaio delle 19.08, prodotta in appello, possa avere preceduto l’incontro con gli emissari di Masiello.
bari-lecce — Si è consumato uno scontro anche tra la Procura e i legali di Giuseppe Vives (Fusco e Chiacchio) sull’appello della Procura per il proscioglimento del calciatore. "Palazzi afferma che il segnale è equivoco: mai, a memoria mia, si è verificato un appello con la prova equivoca - ha detto Eduardo Chiacchio -. Perché citare la procura della Repubblica di Bari se non è mai menzionato Vives? Perché questo appello? L'unica finalità è quella di rafforzare il teorema accusatorio nei confronti del Lecce e non si è avuta alcuna delicatezza nei confronti di questo giocatore". Chiacchio, infine, ha sottolineato che nell’avviso di chiusura indagini di Bari, Vives è stato completamente prosciolto.
www.gazzetta.it
Il Lecce senza scampo
La Corte di giustizia dovrebbe ridurre la squalifica al tecnico juventino, che ricorrerà al Tnas. Bonucci, Pepe e Di Vaio verso il proscioglimento. I giallorossi dovrebbero lasciare la B. Incerto il destino del Grosseto
Oggi, probabilmente nel pomeriggio, sul sito della Federcalcio ci sarà il dispositivo ufficiale dei due procedimenti che la Corte di giustizia federale ha esaminato lunedì e ieri. Chi si aspetta novità eclatanti, però, potrebbe rimanere deluso: sostanzialmente confermate le sentenze della Disciplinare. L’allenatore della Juventus Antonio Conte - dieci mesi di squalifica in primo grado per doppia omessa denuncia - dovrebbe ottenere un leggero sconto di pena: ricorrerà al Tnas del Coni. L’appello del procuratore federale Stefano Palazzi contro i proscioglimenti relativi a Udinese-Bari (Leonardo Bonucci, Simone Pepe, Nicola Belmonte e Salvatore Masiello) sarebbe stato respinto e sicuramente la Procura non andrà al Tribunale arbitrale. Non lo ha mai fatto. L’informativa dei carabinieri sulla telefonata tra Portanova e Di Vaio, in orario compatibile con l’incontro che il difensore centrale aveva avuto con gli emissari di Andrea Masiello per combinare Bologna-Bari, non ha compromesso le sorti dei due calciatori (omessa denuncia per Portanova, proscioglimento per Di Vaio) e della società emiliana, per i quali si profila la conferma della decisione di primo grado. Nessuna sorpresa, almeno alla vigilia e sebbene la difesa ci sperasse, per l’appello del Lecce, per il quale sarebbe stata confermata l’esclusione dalla Serie B: toccherà ora al presidente federale Giancarlo Abete (coadiuvato dai vicepresidenti e dai presidenti delle leghe interessate) assegnarlo ad altra categoria. Sul Grosseto, invece, si sta ancora discutendo: comunque scontato, per il momento, lo slittamento delle partite delle due squadre in Serie B e probabile slittamento anche delle partite di Lega Pro delle "ripescande" Vicenza e Nocerina. Intanto i legali del club salentino prepareranno il ricorso d’urgenza al Tnas.
continuità — La linea che la Corte di giustizia federale ha adottato è quella della continuità. Già a luglio nella sentenza di appello per il maxiprocesso sul calcioscommesse, i giudici avevano modificato poco la sentenza di primo grado ritenendo (come ha fatto la Disciplinare) che i collaboratori Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni fossero attendibili. E il lavoro degli avvocati difensori non è riuscito a smontare questo assunto.
udinese-bari — Poteva essere la "scheggia impazzita" della giornata di ieri. Palazzi aveva impostato il suo appello soprattutto sulla credibilità di Andrea Masiello, "rafforzata" dall’apertura a Bari di uno stralcio dell’inchiesta proprio su alcune sue "inedite" dichiarazioni relative alle partite Bari-Treviso (2007-2008) e Salernitana-Bari (2008-2009). "La credibilità intrinseca ed estrinseca di Andrea Masiello è ampiamente dimostrata dai fatti e in particolare dagli ultimi calciatori ascoltati in qualità di indagati dai magistrati di Bari nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse, come riportato da tantissimi e onorevolissimi organi di stampa. A tal fine produciamo gli articoli di giornale nell’impossibilità di poter produrre i verbali di Lanzafame nella loro integrità per non intralciare il lavoro della Procura di Bari", ha detto Palazzi. Piccata la replica della difesa di Bonucci: "Andrea Masiello si contraddice più volte e non dice la verità, come rilevato in modo coerente e logico dalla Disciplinare: Bonucci è una persona credibile, definizione della Procura di Bari, e non è mai stato ascoltato perché indagato, ma soltanto come persona informata sui fatti".
bologna-bari — Scontro al veleno tra Procura federale e difese anche sulla partita Bologna-Bari. "Non ho chiamato Di Vaio né al telefono né incontrato di persona, questa è la risposta di Portanova alla Procura - ricorda Palazzi -. Ma le bugie hanno le gambe corte. Al fronte di un dato fattuale ha cambiato la sua linea difensiva", ha detto dopo aver illustrato l’informativa dei carabinieri di Bari allegata all’appello. Ma è stata incisiva l’arringa del legale del Bologna, Mattia Grassani, sull’impossibilità che la telefonata di Portanova a Di Vaio delle 19.08, prodotta in appello, possa avere preceduto l’incontro con gli emissari di Masiello.
bari-lecce — Si è consumato uno scontro anche tra la Procura e i legali di Giuseppe Vives (Fusco e Chiacchio) sull’appello della Procura per il proscioglimento del calciatore. "Palazzi afferma che il segnale è equivoco: mai, a memoria mia, si è verificato un appello con la prova equivoca - ha detto Eduardo Chiacchio -. Perché citare la procura della Repubblica di Bari se non è mai menzionato Vives? Perché questo appello? L'unica finalità è quella di rafforzare il teorema accusatorio nei confronti del Lecce e non si è avuta alcuna delicatezza nei confronti di questo giocatore". Chiacchio, infine, ha sottolineato che nell’avviso di chiusura indagini di Bari, Vives è stato completamente prosciolto.
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