Le voci di mercato sugli Onestoni

Giannino ha scritto:su 4 almeno uno sarà una bomba

Giannino ha scritto:Kraven parlaci del nuovo Boban

Mateo Kovačić è senza ombra di dubbio uno dei migliori talenti europei e tra i primi cinque giovani calciatori offensivi di tutta l’area balcanica. Cresciuto ed affermatosi nelle fila della Dinamo Zagabria fino a diventarne uno degli indiscutibili punti di forma (insieme agli altri giovanissimi Vrsaljko e Badeji, peraltro da noi già recensiti), Kovačić ha fatto parlare di sé – oltre che per le grandissime qualità e per gli enormi margini di miglioramento espressi – anche per via degli interessamenti suscitati da grandissimi club europei come Ac Milan, Juventus Fc ed Arsenal. Diciassettenne (06/1994), centrocampista centrale offensivo, non un trequartista da ultimi 25 metri, ma più un elemento in grado di sfruttare vaste zone di campo, ponendosi sia come calciatore da secondo passaggio in fase di costruzione (40-45 metri) che come vero e proprio rifinitore in conclusione di manovra. La sua ideale collocazione, in particolare per le capacità di sovrapposizione, inserimento e tendenza a defilarsi senza palla, pare essere il 4-3-1-2 o come vertice alto del rombo o – nei limiti delle caratteristiche dei compagni – anche in un 4-4-1-1 a supporto di una punta di grane profondità e di due ali non troppo avanzate (il tecnico della Dinamo spesso lo dirotta anche sugli esterni come ala vera e propria o come seconda punta). Recenti sviluppi tattici, tuttavia, ne hanno portato ad occupare anche la posizione di mezz’ala sinistra di costruzione, specie in atteggiamenti di squadra centrati su un gioco di rimessa e di possesso palla. Giocatore dall’ottima struttura fisica (179 x 72), ancora acerbo, ma già ideale per esprimere sia la necessaria forza e resistenza al contrasto sia per garantire ottime qualità dinamiche: l’accelerazione così come la velocità in fase di progressione sono di primissimo livello, specie considerando l’innata capacità di Kovačić di mantenere saldo il controllo del pallone anche in fase di corsa (difficile da fermare con la palla tra i piedi) e sullo stretto. Abilissimo con entrambi i piedi (nel gioco di gambe è imprevedibile per via dell’essere “quasi” ambidestro), nonostante la vistosa preferenza del destro, il giovane croato fa della reattività di tiro la sua qualità balistica migliore, nonostante potenza e precisione siano ben oltre la media. Sul fronte del tiro è sorprendente la sua capacità di dare potenza al pallone senza farlo alzare troppo: un qualcosa che non si vede di rado e che spesso è letale sui calci piazzati. Da fuori area, poi, colpisce nel movimento di coordinazione e tiro: già da grande giocatore. Tecnicamente parliamo di un elemento di primo livello, sia sul fronte del controllo (buonissimo primo controllo, mirabile il secondo) che nella capacità di dettare l’ultimo passaggio con grande precisione e senso dello spazio. Nella capacità di andare palla al piede e di servire l’attaccante ricorda il primo Kakà (quello del Sao Paolo), nonostante rispetto al brasiliano ( a parità di età) è forse meno potente sul lungo e più centrocampista (la capacità di recupero palla è eccellente per essere un calciatore di qualità). Tatticamente forse è ancora troppo portato al protagonismo e a rallentare il gioco con eccessi di possesso palla e di lentezza nel far girare il pallone, per quanto riesca comunque a mantenere con discreto agio la posizione assegnata, sia in fase di manovra che in fase di ripiegamento: nel complesso è ancora troppo poco “intelligente” nei movimenti di uscita sul marcatore e nel far saltare la linea di fuorigioco avversaria. Un elemento con qualità incredibili, meno acerbo di quello che sembra, ma con ancora molto da migliorare sul fronte della velocità della giocata. Per il resto poco da dire: sarà un fuoriclasse.